Breve intervista con Giulio Giorello, matematico, filosofo ed epistemologo nonché uno dei maggiori esperti della figura del filosofo nolano, Giordano Bruno. Ne parla così nell’anniversario del rogo, quattrocentoundici anni dopo, in un convegno presso la bellissima sala del Museo Archeologico di Nola dove ci ha concesso dieci minuti “a tu per tu”
Era il 17 febbraio del 1600. Quattrocentoundici anni dopo la morte di Giordano Bruno, Nola ha ricordato il suo fiore all’occhiello con due giorni di manifestazioni. Nella giornata di mercoledì 16 presso la sala convegni dello splendido Museo Archeologico sono andati in scena i “Dialoghi sulla nolana filosophia…di Bruno, della causa prima e di altre costellazioni”. Si è trattato di un incontro indetto ed organizzato dall’Associazione “Giordano Bruno” di Nola con il patrocinio dell’Ente di piazza Duomo. In qualità di relatori il presidente dell’Associazione Paolino Fusco ed il sindaco Biancardi. Ospite d’onore: il filosofo, matematico ed epistemologo “europeo” Giulio Giorello che si è rivelato il perfetto attrattore per numerosi intellettuali come i filosofi Luigi Sforza ed Aniello Montano (protagonisti assieme a Giuliano Montaldo -regista del film Giordano Bruno con Gian Maria Volonté- delle Giornate Bruniane dell’anno scorso) e per tanti semplici cittadini curiosi. La serata si è rivelata un successo con l’elegante sala convegni quasi piena. CinqueColonne Magazine ha avuto la possibilità di intervistare Giorello per capire meglio il pensiero di Giordano Bruno e su quanto sia ancora oggi attualissimo.
Professor Giorello, pensa che sia abbastanza valorizzata la figura di Giordano Bruno in Italia?
“Credo che lo sia ben poco. Si potrebbe fare molto di più. Se Giordano Bruno avesse vissuto in Germania, così come in Francia o in Inghilterra sicuramente a quest’ora ci sarebbero state file di autobus per visitare, nel giorno della commemorazione della sua morte, la sua città natìa, Nola. Invece qui la situazione è diversa. Giordano Bruno deve rappresentare l’Italia così come André Glucksmann dice che Descartes c’est la France. Non ci sono nella nostra Italia figure rappresentative dell’Italia in Europa come lui.”
Secondo lei perché non viene data l’importanza che merita un pensiero imponente come quello del libero pensatore nolano?
“Penso di sapere il perché. E non è tanto difficile da capire…”
Quali sono i tre concetti bruniani che si sente di trasmettere ai giovani?
“Bisogna far conoscere la figura del Nolano: è una figura che attraversa l’Europa avendo toccato ben 28 città . È “l’ultimo mago del Rinascimento” già consapevole dell’importanza del Nuovo Mondo e la terribile possibilità di “un’epoca delle colonizzazioni”. È la figura italiana di apertura alla modernità europea: anche per questo motivo fu uno degli intellettuali più amati. Gli irlandesi lo amavano e James Joyce fu uno dei suoi più grandi estimatori facendolo rientrare anche nel suo Ulysses con il personaggio Nolan.
Per concludere, una provocazione: se potesse mettere sul rogo in Campo dei Fiori qualcuno o qualcosa cosa metterebbe?
“Io sono un “filo-estintore, un fautore dell’estintore. Nessuna persona né pensiero merita di essere bruciato anche se, attualmente, qualche ideuccia in mente ce l’ho”.
Fioravante Conte
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