Gioco del biliardino: un ricordo indelebile di gioventù per molti di noi. Al bar, all’oratorio, al mare era il passatempo con il quale le ore scorrevano veloci insieme a compagni e sfidanti. Altro che slot machine. Eppure per l’Agenzia delle Dogane calcio balilla e slot machine devono avere le stesse autorizzazioni per poter essere messe a disposizione dei clienti. La legge risale allo scorso anno mentre la polemica è molto più recente.
Gioco del biliardino: cosa prevede la normativa
Facciamo un passo indietro. Il decreto n. 65 del 18 maggio 2021 ha sancito che i locali che hanno giochi gratuiti che non erogano vincite debbano versare anch’essi l’imposta sugli intrattenimenti (Isi). La norma, infatti, è un’estensione di quella che coinvolge i locali che al loro interno hanno giochi a pagamento che erogano vincite. Nella categoria dei giochi che non danno vincite rientrano flipper, biliardini, ping pong, carambole, biliardi e freccette. I locali in questione hanno l’obbligo di versare una quota pari all’8% dell’imponibile medio forfettario. Gli esercenti, inoltre, devono presentare all’Ufficio delle Dogane domanda per ottenere l’autorizzazione a esporre il gioco. La multa per chi non assolve agli obblighi di legge ammonta a 4.000 euro per ogni apparecchio non autorizzato.
La rivolta degli operatori balneari
Puntuale è scattata la polemica degli operatori balneari. Molti stabilimenti, infatti, hanno ancora (per fortuna) biliardini, ping pong e flipper e si sono detti costretti a toglierli per non incorrere in sanzioni. L’Agenzia delle Dogane, dal canto suo, ha ribadito che la norma esiste da vent’anni ma era dormiente. Com’è andata a finire? La “tassa”, come ha specificato il direttore dell’Agenzia delle Dogane Marcello Minenna, resta e ammonta a circa 10 euro al mese. Dopo il versamento della quota, l’esercente non dovrà aspettare l’autorizzazione dell’Ufficio ma potrà produrre un’autocertificazione attestante l’avvenuto pagamento.
L’estate di una volta
Dunque, biliardini e flipper salvi: il biliardino da bar è un classico dell’estate soprattutto al mare. Un gioco che dopo un secolo non mostra alcun segno di cedimento ma mostra ancora tutto il suo fascino. Il calciobalilla, è questo il suo nome ufficiale, è nato nel periodo tra le due guerre mondiali. Non si conosce l’identità del suo inventore, forse un operaio della francese Citroen. La sua produzione industriale inizia in Francia nel 1947 grazie al marsigliese Marcel Zosso. Nel 1950 inizia, invece, la produzione industriale in Italia ad opera della famiglia Garlasco che oggi è leader mondiale nel settore. Contrariamente a tante mode, quella del biliardino è andata all’incontrario, diffondendosi dall’Europa agli Stati Uniti. I soldati americani che erano venuti a combattere in Europa, infatti, ne erano rimasti affascinati e lo avevano portato in patria. Da gioco di enorme successo capace di mettere insieme grandi e piccini, il calciobalilla si è trasformato in una vera e propria disciplina sportiva con tanto di federazioni e tornei.
In copertina foto di Emilian Robert Vicol da Pixabay