Dopo due anni di fermo, sono riprese le attività di ricerca nel sito archeologico sardo di Mont’e Prama, nell’oristanese. Attività che hanno portato lo scorso 4 aprile al ritrovamento di altri resti di statue di pugilatori e guerrieri risalenti a tremila anni fa. Il ritrovamento dei “Giganti” (così sono chiamati) è avvenuto in Sardegna in corrispondenza di una necropoli testimonianza di una delle civiltà mediterranee più antiche.
“I due torsi rinvenuti con lo scudo riconducono i ritrovamenti alla categoria dei pugilatori. Si tratta di sculture calcaree la cui pietra proveniva da una cava non molto distante da qui, facile da scolpire ma proprio per questo anche molto fragile“
Alessandro Usai, direttore scientifico dello scavo nel Sinis
Necropoli unica in Sardegna
Nel 1970, sotto un terreno appartenente alla Confraternita dello Spirito Santo, sulle colline di Cabras, nel Sinis, alcuni braccianti rinvennero dei resti di statue che provenivano da un’area funeraria costiera. Quattro anni dopo iniziarono gli scavi che portarono, in cinque anni, al recupero di circa 4.000 pezzi componenti di 32 statue. Poi si fermò tutto: i reperti archeologici restarono a lungo rinchiusi tra i magazzini della Soprintendenza di Cagliari e il vecchio museo Archeologico per lungo tempo. Nel 2005, poi, grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale di Cagliari, sono stati sottoposti a un lavoro di restauro ed esposti a Cabras e a Cagliari. Lo scorso anno, infine, per valorizzare questo straordinario patrimonio, ministero della Cultura, Comune di Cabras e Regione Sardegna hanno costituito la Fondazione Mont’e Prama. Il ritrovamento delle statue ha, infatti, rivelato l’esistenza di una grande necropoli che nel 2021 contava ben 150 sepolture.
La civiltà nuragica
I Giganti di Mont’e Prama sono statue di enormi dimensioni che risalgono ai tempi della civiltà nuragica. La civiltà che si sviluppò in Sardegna a partire dall’età del bronzo fino al II secolo d.C. e che deve il suo nome ai nuraghi, le caratteristiche costruzioni megalitiche tipiche dell’epoca. Scolpite a tutto tondo, presentano in genere un’altezza variabile tra i 2 metri e i 2 metri e mezzo. I tratti riprendono le caratteristiche tipiche della scultura nuragica. I volti presentano le arcate sopraccigliari e il naso marcati, gli occhi incavati e realizzati con un doppio cerchio concentrico, la bocca resa con un piccolo tratto inciso rettilineo o angolare. le statue sono, inoltre, arricchite da decorazione in stile geometrico. In genere rappresentano pugili, arcieri e guerrieri, tutti eretti, con le gambe divaricate e piedi che poggiano su basi quadrangolari.
Il ritrovamento dei giganti in Sardegna
Alla ripresa degli scavi, sono stati rinvenuti, tra gli altri, i torsi di due pugilatori, una testa, delle gambe, uno scudo e i frammenti di un nuraghe. Il grande scudo flessibile avvolto davanti al tronco testimonia che le statue fanno parte del gruppo dei “pugilatori del tipo Cavalupo“. Il cantiere è finanziato dalla Soprintendenza Archeologica di Oristano con 85.000 euro e sarà attivo per tutta la primavera. Grazie a uno stanziamento di 15 milioni alla Fondazione Mont’e Prama gli scavi potranno proseguire così come le operazioni di restauro. In più saranno portati avanti progetti per una fruizione di questo prezioso tesoro in chiave didattica.