Il 14 aprile 1980 ci lasciava Gianni Rodari, l’autore delle Favole al telefono, de Il romanzo di Cipollino, Il viaggio della freccia azzurra, I viaggi di Giovannino Perdigiorno, per citarne solo alcuni. Le sue opere sono pietre miliari della letteratura per ragazzi. I bambini sono stati i suoi principali destinatari, o come si direbbe oggi target, ma i messaggi che ha lasciato vanno molto oltre, sono piccole perle che tutti dovremmo ripescare dal mare dei nostri ricordi e portare nella rete della nostra vita quotidiana.
Le favole di Gianni Rodari
Ogni volta che si parla di Gianni Rodari si pensa alle poesie per bambini in primis, o forse unicamente. Che le sue opere abbiano rivoluzionato la letteratura per ragazzi è senz’altro vero, com’è vero che è stato l’unico italiano a vincere il prestigioso premio Hans Christian Andersen, il “piccolo Nobel” dedicato, appunto, alla letteratura per l’infanzia. Le sue filastrocche trovano ampio spazio nei programmi delle scuole materne e un po’ ancora in quelle elementari. Tuttavia, definire lo scrittore di Omegna solo come un autore per ragazzi è davvero riduttivo.
I bambini e la fantasia
Oltre a una serie infinita di filastrocche, Gianni Rodari fu autore di un testo teorico di grande importanza qual è La Grammatica della fantasia. Una vera e propria rivoluzione per il mondo della pedagogia. Non dimentichiamo che fu maestro, oltre che giornalista, e che fondò il “Coordinamento Genitori democratici”. Il tema dell’educazione, che è cosa diversa dall’istruzione, era a lui molto caro e in questo contesto, rivendicava alla fantasia e al gioco un ruolo essenziale. Essenziale per la crescita del bambino e lo sviluppo di tutte le sue potenzialità. In totale controtendenza con i metodi del tempo improntati più alla punizione, come metodo di correzione, lui attribuiva alla creatività un’alternativa più utile oltre che efficace.
La creatività come soft skill
Uno dei capitoli della Grammatica della fantasia si intitola infatti L’errore creativo. In queste pagine il saggista sostiene che quando si commette un errore si aprono mille strade diverse che possono essere percorse solo attraverso la fantasia. Una vera e propria rivoluzione per quei tempi che invece anticipa le moderne teorie sulla crescita personale. Le continue scoperte sul funzionamento del cervello umano confermano che una delle sue prerogative è la plasticità, la capacità di rimodellarsi ogni volta in risposta a specifiche esigenze. Come rimodellarsi se non con un sforzo creativo? Quanta creatività è messa in campo oggi, nella tecnologia, quanta ne serve nel problem solving, quanto è utile nelle relazioni umane? Ed ecco come la fantasia diventa la base delle moderne soft skill tanto richieste negli ambienti di lavoro più evoluti, nelle realtà aziendali più affermate. Qui, però, non parliamo di bambini…