(Adnkronos) – “Il boom delle località sciistiche? L’affluenza è enorme e riguarda sia l’Italia che i Paesi esteri, ma c’è una differenza ed è data dalla qualità e dalla sicurezza del prodotto italiano”. Questa la fotografia scattata dalla presidente di Anef Valeria Ghezzi che all’Adnkronos descrive il contesto nel quale ha preso forma il boom di presenze nelle località sciistiche italiane, prese letteralmente d’assalto sin dall’inizio dello scorso mese di dicembre.
Complici i ponti e le festività natalizie, le mete di montagna stanno vivendo una nuova ‘giovinezza’: “La tendenza -spiega Ghezzi- è nata subito dopo il Covid, con l’idea di voler stare all’aria aperta al riparo da contatti ravvicinati e luoghi chiusi; oggi, dopo soli tre anni, non si può ancora parlare di dati consolidati, ma di sicuro possiamo affermare che non si tratta certamente di un fuoco di paglia. Le persone hanno notato che qua c’è un prodotto di qualità, sia d’inverno che d’estate, con piste ben curate e ben tenute, luoghi e panorami mozzafiato e offerta estesa anche per chi non scia.
Dallo scorso anno, infatti, abbiamo riscontrato una massiccia presenza di non sciatori che si portano in quota per il sole, per la gastronomia o per farsi un giro con le ciaspole, che stanno diventando un hobby sempre più amato”.
Per citare un po’ di numeri, “l’afflusso dei non sciatori ha raggiunto livelli superiori al periodo pre-Covid, mentre l’afflusso degli sciatori ha raggiunto livelli pari al 2019-2020, un anno molto, molto buono”. Del resto, spiega la presidente di Anef, “il ricorso alla neve programmata ci ha consentito di ottenere due risultati molto importanti che la neve naturale non ci dava: la qualità delle piste e la sicurezza per gli sciatori; dove c’è neve programmata difficilmente ci sono sassi in pista o situazioni critiche che possono diventare pericolose.
Abbiamo affinato la qualità del prodotto, tanto che da quando abbiamo iniziato a fare in modo professionale la neve programmata, circa una quindicina di anni fa, le stagioni si sono allungate passando da una durata media di 100 giorni a 120 giorni. E questo vuol dire anche aver dato la possibilità di allungare il periodo di occupazione dei dipendenti”.
E non è tutto. Perché a fronte dell’aumento dei prezzi degli skipass, sono state studiate soluzioni che permettono di risparmiare un bel po’ di soldi: “Abbiamo ideato diverse soluzioni per poter contenere i prezzi, una su tutte l’acquisto online che, ad esempio, su Dolomiti Superski dà addirittura il 5% di sconto, riducendo l’aumento a un 3% che è addirittura sotto l’inflazione”.
Tuttavia sembra persistere una certa resistenza all’acquisto online: “C’è ancora tanta gente che fa la coda alla cassa pagando di più e impiegando molto più tempo -dice Ghezzi-. Noi stiamo cercando in tutti i modi di spingere verso i canali online perché sappiamo che quella è ‘la’ soluzione”. Anche perché “oggi quasi più nessuno acquista una camera d’albergo o un viaggio al botteghino e io credo che dovremmo arrivare allo stesso schema per cui anche lo skipass si acquista direttamente dal divano di casa”.
In questo modo “si avrebbe un servizio semplice e veloce, un prezzo scontato e la comodità di poter andare direttamente sulle piste senza perdere tempo prezioso in fila all’ufficio skipass. Sono convinta -assicura- che il futuro sarà in questa direzione. E vorrei che nel raggio di due, cinque o al massimo dieci anni la realtà sarà questa. E il personale? Lungi dall’andare a casa -afferma Ghezzi- verrà adibito al controllo”.
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