Inizia il percorso per una Germania carbon free. Secondo il programma stilato dopo l’accordo tra governo centrale e Länder, le prime centrali di carbone combustibile fossile, le più vecchie, chiuderanno già entro fine anno, seguite dalle altre che chiuderanno i battenti entro il 2038. Risarcimenti milionari sono previsti per i gestori delle strutture interessate dalla cessazione dell’attività. La decarbonizzazione, intesa come abbandono dei combustibili che si ricavano dal carbone fossile, è uno degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Germania carbon free: il primo passo
Il primo passo concreto verso la decarbonizzazione della Germania è stato compiuto. Dopo aver raggiunto l’accordo con i Länder interessati è stato reso noto il programma che prevede il graduale abbandono dei combustibili che si ricavano dal carbone fossile. Il piano dovrà essere poi presentato al Governo che potrebbe approvarlo per metà anno. La ministra dell’ambiente Svenja Schulze ha annunciato come primo obiettivo la chiusura entro il 31 dicembre 2020 delle strutture che producono carbone combustibile fossile più vecchie. Nel 2028 chiuderà poi la centrale a lignite di Jänschwalde a Brandeburgo, nel 2029 sarà la volta della centrale di Boxberg in Sassonia, nel 2034 quella di Schkopau in Sassonia-Anhalt. L’unica a restare aperta sarà la centrale a carbone di Datteln 4 della Uniper: un impianto moderno con emissioni di CO2 leggermente minori e che dovrà supportare la fornitura di elettricità dopo la chiusura degli altri impianti. L’abbandono completo del carbone arriverà nel 2038. A sostegno dei gestori degli impianti che chiuderanno, il ministro delle finanze, Olaf Scholz, ha previsto un piano di risarcimento di quasi 5 miliardi di euro.
Cos’è la decarbonizzazione
Da un punto di vista chimico, la decarbonizzazione è un’inversione di rapporto tra carbonio e idrogeno nelle emissioni. Ricorrere, cioè, a fonti di energia capaci di produrre emissioni con più idrogeno e meno carbonio. Quando parliamo di decarbonizzazione pensiamo alla liberazione dal carbone per la produzione di energia. In realtà non è solo il carbone a essere un combustibile fossile, ma anche il petrolio e il gas naturale. I gas generati dalla loro combustione, detti gas serra, sono particolarmente ricchi di CO2, responsabili dell’inquinamento atmosferico e del riscaldamento globale. Per porre rimedio bisogna ricorrere alle fonti di energia cosiddette rinnovabili.
Germania carbon free e Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile
L’abbandono dei combustibili che si ricavano dal carbone fossile, dal petrolio e dal gas naturale è uno degli obiettivi inseriti nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta dai Paesi membri dell’ONU nel settembre 2015. Per ottenere uno sviluppo sostenibile, i 193 Paesi partecipanti hanno stabilito che è necessario lavorare sulla crescita economica, l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente. Su questo punto l’obiettivo è di ridurre del 40% le emissioni entro il 2030 per azzerarle entro il 2050. Dopo il Protocollo di Kyoto del 1997 e l’Accordo di Parigi del 2015 il piano di decarbonizzazione elaborato dalla Germania costituisce il primo atto concreto verso un mondo sostenibile.