La Georgia è scossa da giorni da una serie di proteste contro la cosiddetta “legge russa sugli agenti stranieri“, approvata dal parlamento il 28 maggio 2024. La legge, che si ispira a una simile norma già in vigore in Russia, impone rigide restrizioni alle organizzazioni non governative (ONG) e ai media che ricevono finanziamenti dall’estero.
Similitudini con la legge russa e accuse di bavaglio in Georgia
I manifestanti accusano il governo del Primo Ministro Irakli Kobakhidze di voler soffocare il dissenso e di allineare la Georgia alla Russia, con cui ha avuto relazioni tese in passato. La legge sugli agenti stranieri è infatti considerata molto simile a quella già in vigore in Russia, dove è stata usata per reprimere il dissenso e intimidire le ONG critiche nei confronti del governo.
Le proteste e la risposta delle autorità
Le proteste sono iniziate il 25 maggio, dopo che il presidente Salome Zurabishvili aveva posto il veto sulla legge. Il 28 maggio, tuttavia, il parlamento ha superato il veto con una maggioranza di due terzi, facendo entrare in vigore la legge. Da quel momento, le proteste sono aumentate di intensità, con migliaia di persone che hanno sfilato per le strade di Tbilisi e di altre città georgiane. Le manifestazioni sono state per lo più pacifiche, ma si sono verificati anche alcuni scontri con la polizia. Le autorità hanno arrestato oltre duecento persone, tra cui esponenti dell’opposizione e giornalisti.
Preoccupazioni da parte dell’Unione Europea e degli Stati Uniti
Le proteste in Georgia hanno attirato l’attenzione della comunità internazionale. L’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno espresso seria preoccupazione per la legge sugli agenti stranieri e per la repressione delle proteste. L’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera, Josep Borrell, ha definito la legge “un passo indietro significativo per la democrazia e la libertà dei media”. Anche gli Stati Uniti hanno condannato la legge, definendola “incompatibile con le norme europee”.
Cosa riserva il futuro?
Resta da vedere quali saranno le conseguenze a lungo termine delle proteste. I manifestanti hanno chiesto l’abrogazione della legge sugli agenti stranieri e il rilascio degli arrestati. Il governo georgiano ha però finora mostrato poco interesse a scendere a compromessi. La situazione in Georgia rimane quindi tesa e incerta. Le proteste potrebbero continuare e il paese potrebbe trovarsi di fronte a un periodo di instabilità politica.
Foto di Adam Lapuník da Pixabay