Saranno le suggestive sale espositive delle Terrazze di Castel dell’Ovo a Napoli ad ospitare, dal 29 maggio all’11 giugno, la personale dell’artista Gennaro Vallifuoco con la partecipazione degli allievi del corso di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, è inserita nel programma del Maggio dei Monumenti 2017 ed è curata da Augusto Ozzella.
L’esposizione presenta un focus centrale con le tavole realizzate da Gennaro Vallifuoco a corredo del volume «Le Guarattelle: fra Pulcinella, Teresina e la morte», scritto da Roberto De Simone e pubblicato dall’editore Franco Di Mauro nel 2003.
Dalla tradizione del teatro popolare dei burattini, all’avanguardia dei primi del Novecento, ai giorni nostri: la mostra “Divagazioni su Pulcinella, Totò e segni picassiani” è un omaggio a quello che è il linguaggio più caro a Gennaro Vallifuoco, un linguaggio che si lega al filo della memoria e lo attualizza attraverso la ricerca del segno che trasferisce un sogno.
E il sogno è anche quello degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli (Angela Iesce, Dalila Blasio, Claudio Langella, Fabio Marigliano, Sara Di Nardo, Rosa Di Francesco, Francesca Ricciardi, Federica Perrone, Rosaria Celotto, Maria Maddalena Tafuri, Gabriella Ricci, Noemi Sorrentino, Martina Ramunno, Mattia Rodi, Pio Domenico Sellitto, Xu Jiapeng, Elena Schelenz, Alessia Vaccari, Federica Grassi, Serafino Tranzillo, Zhou Xinhui, Zang Jiaxin, Wu Yiuxin, Pfafmann Lou), con la direzione tecnica di Marco Perrella, i cui lavori esposti in contemporanea con le tavole di Vallifuoco rappresentano un’incredibile sintesi tra le tradizioni figurative del teatro popolare, del teatro dei burattini ed anche di quel mestiere dell'”arte” del teatro di cui il Principe della risata è stato tra i più grandi ambasciatori nel mondo.
“C’è nel lavoro di Gennaro Vallifuoco l’abilità dei vecchi maestri di scena, pittori ancor prima che tecnici, capaci di restituire grazie ai loro grandi pennelli, con cui dipingere dall’alto, le atmosfere di questa o quell’ambientazione a “pinakes” fissi – osserva Stefano De Stefano, docente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli –. E infatti nel linguaggio dello scenografo irpino si riscontra quella sapienza storica, che in genere rifugge dalle tecnologie estreme del tempo presente, per immergersi nella cultura più autentica del suo nobile mestiere. Come peraltro la mostra di Castel dell’Ovo chiarisce a fondo, a partire dal rapporto fecondo fra il maestro e i suoi allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, anche loro in parte protagonisti di questo ciclo. A partire dalla prima sezione, quella che prevede l’esposizione del tema centrale, quello del filo rosso che lega i suoi burattini, Picasso e Totò. Con l’idea scenografica partorita da alcuni studenti per un immaginario allestimento del «Pulcinella» di Stravinskij o con le sagome ritagliate in legno di un Totò decisamente cubista. E poi la ricostruzione di uno scenario per guarattelle di Serafino Tanzillo, un fondale quasi metafisico di un notturno sul golfo di Napoli. Infine le tavole con la sequenza ripresa del libro «Le Guarattelle: fra Pulcinella, Teresina e la morte», scritto da Roberto De Simone e pubblicato dall’editore Di Mauro nel 2003, di cui Vallifuoco ha curato con tratto rapido e fortemente espressivo le illustrazioni qui esposte. Segmenti di un rapporto di collaborazione con il musicologo e compositore che va avanti da anni e che di volta in volta si rinnova sul terreno di una sperimentazione, che rimanda costantemente all’incrocio fra la cultura partenopea e la freschezza stilistica che riporta alle avanguardie storiche di primo Novecento”.