Al Maschio Angioino di Napoli una Sala dei Baroni strapiena ha accolto Sebastião Salgado, lo straordinario fotografo brasiliano che ha esplorato e ritratto gli angoli più remoti del pianeta per raccontare la libertà, il dolore, lo sfruttamento.
Le vite invisibili degli oppressi, le migrazioni dei popoli sospinti dalle trasformazioni provocate dall’uomo; e poi la foresta pluviale dell’Amazzonia, con l’indifeso popolo degli Awà minacciato dai taglialegna e dagli agricoltori che premono per appropriarsi dei loro territori.
Sono questi alcuni fra i temi a cui Salgado ha consacrato la sua profonda ricerca estetica e civile; a lui il regista Wim Wenders ha dedicato il bellissimo film Il sale della terra.
Al Pan di Napoli fino al 28 gennaio sarà in mostra Genesi, l’imponente lavoro di Salgado con oltre duecento immagini che attraversano quelle regioni inesplorate dove la terra oggi ha lo stesso aspetto di cinquemila anni fa.