A Gaza, la situazione è sempre più allarmate a causa della crisi idrica. La carenza di acqua, come denunciato da ActionAid, sta avendo un impatto devastante sulla salute delle persone che sono costrette a fare affidamento su fonti contaminate e infestate da insetti.
Gaza: qual è la situazione attuale
Negli ultimi nove mesi, più dei due terzi (67%) delle strutture idriche e igienico-sanitarie di Gaza – compresi pozzi, impianti di dissalazione e gasdotti – sono stati distrutti o danneggiati. La produzione di acqua potabile è crollata a causa della mancanza di carburante che alimenta gli impianti idrici. Ad oggi sono funzionanti solo il 26% di quelli attivi prima del 7 ottobre. Molte donne hanno raccontato ad ActionAid di dover percorrere lunghe distanze e di dover fare file per dare da bere ai propri figli. Spesso, l’unica acqua disponibile è inquinata e può causare malattie come diarrea e vomito, aumentando il rischio di disidratazione.
Zeina, una donna sfollata a Gaza, ha detto ad ActionAid: “Abbiamo bisogno di percorrere lunghe distanze per prendere l’acqua. L’acqua che prendiamo, ovviamente, è inquinata e di colore giallo. È anche piena di moscerini e insetti. Molti bambini si ammalano bevendo questa acqua. Molti dei miei familiari hanno avuto la diarrea che è durata più di una settimana… Ottenere acqua potabile fresca è davvero difficile.”
Quanta acqua a disposizione c’è a Gaza
Le persone stanno lottando per sopravvivere senza sufficiente acqua da bere, per non parlare di coprire tutte le loro esigenze igieniche, la cucina e la pulizia. Una recente valutazione dell’OCHA, ha rilevato che a Gaza ogni persona ha a disposizione in media solo 0,7 litri di acqua al giorno mentre ne servirebbero 15 litri per soddisfare i propri bisogni in una situazione di emergenza e minimo 3 litri per sopravvivere.
Ikhlas è una madre di quattro bambini, sfollata otto volte e attualmente rifugiata in una scuola nel centro di Gaza, che ha raccontato ad ActionAid “Abbiamo acqua solo tre giorni alla settimana e, a causa del gran numero di sfollati nelle scuole, siamo costretti a stare a lungo in fila per prendere l’acqua. L’acqua non è sufficiente nemmeno per bere, quindi come possiamo soddisfare le esigenze della famiglia come lavare, bollire e nutrire i bambini?”
Ancora pochi aiuti umanitari
Le condizioni di vita disumane contribuiscono ulteriormente alla diffusione di malattie. In molti luoghi i rifiuti si accumulano nelle strade e le acque reflue scorrono tra le tende a causa della mancanza di carburante per alimentare impianti di smaltimento di rifiuti. Inoltre, le attuali temperature estive aumentano notevolmente il rischio di disidratazione. I focolai di malattie della pelle e di epatite A sono in crescita così come i casi di diarrea aumentati 25 volte.
Riham Jafari, Coordinatrice di Advocacy e Comunicazione di ActionAid Palestina, ha dichiarato: “Gaza è alle prese con una crisi idrica che è una lotta alla sopravvivenza. La gente di Gaza non ha altra scelta se non bere acqua sporca, per poi ammalarsi. Non c’è fuga dal caldo intenso che sta trasformando le tende in serre bollenti e aumentando il rischio di disidratazione.
Un mese dopo la sentenza della ICJ che ha ordinato alle autorità israeliane di garantire e facilitare l’accesso agli aiuti a Gaza, il valico di Rafah è ancora chiuso e gli aiuti non entrano nella misura richiesta. Ogni giorno sempre più persone sono a rischio di morte per malnutrizione e disidratazione. Gaza ha bisogno di più aiuti ora: cibo, acqua, carburante e pezzi di ricambio per gli impianti idrici critici. Ribadiamo la nostra richiesta di un cessate il fuoco immediato e permanente per porre per sempre fine a questo incubo di nove mesi.”
In copertina foto di Alessandro Alle da Pixabay