Questa piccola e stretta striscia di terra da settimane è incessantemente bombardata dall’Idf israeliana, da alcuni giorni anche le forze da terra si stanno muovendo, assediando e costringendo il popolo palestinese nelle proprie. L’importante è non essere centrati da uno dei tanti missili intelligenti che piovono dal cielo. Gli alti comandi militari israeliani assicurano che i loro raid sono mirati (?!), e preceduti da colpi di avvertimento, nonché da telefonate fatte dall’inteligence proprio nelle case che stanno per distruggere.
Uno scrupolo che, l’esercito israeliano ha deciso di adottare per la prima volta in questa ennesima occasione, ma che non lascia scampo a chi non può lasciare la propria abitazione perché ferito o semplicemente perché è la sua terra, la sua sudata terra.
L’attacco indiscriminato iniziato ormai a giugno, a seguito dell’omicidio dei tre giovani ragazzi da parte di una scheggia impazzita di Hamas, ha dato ai vertici israeliani la possibilità di dare inizio all’ennesimo violento, brutale e illegale attacco.
Le immagini che stanno rimbalzando sulla rete e tra i social sono solo la punta dell’iceberg, la pressione alla quale il popolo palestinese è sottoposta quotidianamente, sono il vero problema. Nella striscia di Gaza è rischioso anche andare a comprare il pane. Questa prigione a cielo aperto non permette visite ne aiuti, è l’isolamento la vera arma sionista.
Le foto dei civili israeliani, che si divertono e scherzano, mentre come per uno spettacolo d’artificio comodi con tanto di sedie e tavoli assistono all’orrido spettacolo dei bombardamenti, rappresenta quanto più di inumano possa esserci.
L’uomo del resto, decennio dopo decennio, riesce sempre a sorprendere, ad inventare nuovi modi per uccidere, torturare e soprattutto odiare. É l’odio ciò che muove questo secolare conflitto, un odio così forte e grande da oscurare qualsiasi tentativo per porvi rimedio. Ci hanno provato i vari Clinton e Obama, al tempo Kofi Annan e ora Ban Ki-Moon in rappresentanza dell’Onu, la vera assente al tavolo delle trattative è sempre stata la Comunità Europea.
L’immobilismo del vecchio continente anche nella fase attuale dello scontro è palese oltre che inspiegabile. I vari Hollande, Renzi e Merkel, lanciano proclami ma di interventi diretti non se ne parla. Nessuna sanzione, nessun embargo, nessuna ufficiale richiesta di sanzione all’Onu.
Le vittime intanto aumentano, sono 657 le vittime palestinesi tra cui più di 100 bambini, 4000 i feriti e decine di migliaia i profughi. Tra i militari israeliani invece sono 29 i morti.
Quello che preoccupa è il numero dei civili uccisi, centinaia si contano tra le file dei palestinesi, e solo un razzo Kassam invece ha toccato il suolo israeliano. Il monito lanciato ieri dall’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navy Pillay, che accusato Israele di aver commesso possibili crimini di guerra sembra essere passato in sordina, completamente inascoltato. Nella memoria dei Palestinesi è ancora vivo il ricordo dell’operazione ”Piombo Fuso” di cinque anni fa, degli storici massacri di Deir Yassin e di Tantura e temono che l’attuale offensiva possa essere ancora lunga.
Il blocco al quale è stata costretta la striscia di Gaza è stato imposto da Israele all’Egitto nel 2007 in risposta alla presa del potere da parte di Hamas. L’unica speranza è rappresentata dalla missione diplomatica del segretario di stato americano, John Kerry, che ha fatto capire di credere ad un prossimo cessate il fuoco. Ciò non deve far pensare ad una facile risoluzione, è evidente che si è lontani da un esito positivo del conflitto, come è altrettanto evidente anche la disparità delle forze a confronto, da un lato il più organizzato e addestrato esercito del mondo, dall’altro piccoli gruppi di guerriglieri male equipaggiati e addestrati che in alcuni casi decidono di sacrificare la propria vita in nome di Allah e del proprio popolo.
Gesto folle e ultimo, di chi è nato e vive in un costante stato di occupazione con la paura di morire in qualsiasi momento.
Il conflitto israelo-palestinese è radicato non nel territorio ma nelle persone, un confronto iniziato per la sovranità territoriale della Palestina all’inizio del 900′ si è trasformato in un conflitto etnico religioso che ha esasperato le dinamiche geopolitiche della regione. Sarà difficile raggiungere una soluzione diplomatica definitiva soprattutto perché le grandi potenze non si muovono come dovrebbero verso questa direzione.
Gli USA, la UE, l’ONU non hanno intenzione di applicare le politiche aggressive adottate nei più recenti conflitti in medio oriente, vedi Afganistan e Iraq, forse perché lo sforzo bellico non guarda verso un risvolto economico, chissà, fatto sta che questo attendismo costa vite umane, di persone inermi e senza colpa marchiati dalla nascita come terroristi.
Restiamo umani
Ecco alcuni video e link utili per capire la situazione attuale nella striscia di Gaza:
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=A5kfE5uDEBY
https://www.youtube.com/watch?v=Sm8-SRm6BCA
http://video.repubblica.it/dossier/gaza-israele-striscia-2014/striscia-di-gaza-la-storia-del-conflitto-in-un-minuto/172446/170988
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/07/17/gaza-bambini-uccisi-sulla-spiaggia-immagini-del-bombardamento/288948/
http://www.aljazeera.com/indepth/opinion/2014/07/hamas-provoke-israel-attack-201471512246535512.html
http://www.vox.com/2014/7/16/5904691/hamas-israel-gaza-11-things?utm_medium=social&utm_source=facebook&utm_campaign=voxdotcom&utm_content=friday
http://baruda.net/
http://www.repubblica.it/esteri/2014/07/13/foto/la_guerra_uno_show_israeliani_guardano_i_bombardamenti_al_confine-91487833/1/#3
http://www.agoravox.it/Israeliani-al-confine-con-Gaza.html
http://www.infopal.it/