Più di 40mila persone hanno sfilato quest’anno alla parata del Gay pride a Dublino. Personaggi appariscenti e non, in strada per ricordare cosa significa essere Gay. A volte un pò estremisti, bisogna dirlo, soprattutto quando le luci calano e il party notturno inizia per le strade di Temple Bar. Qui il significato della manifestazione si perde tra i fiumi d’alcool che in Irlanda non mancano mai, e diventa un sabato sera come gli altri, se non peggio dal momento che si tratta di una delle poche occasioni durante l’anno, oltre a natale e capodanno, dove è permesso bere per strada, nella zona di Temple Bar s’intende.
Ma la commemorazione di domenica ridona positività all’evento. Una celebrazione a cui tuttavia partecipano in pochi, una trentina, tra cui i rappresentanti della LGTB Community. Siamo riuniti nel Merrion Square Park dinnanzi alla statua di Oscar Wilde. Ed è qui che Francis, attivista della LTGB Community, ci emoziona con il suo discorso: «Siamo qui per ricordare coloro che oggi non sono più con noi per prendere parte alla celebrazione. Per coloro che avremmo voluto al nostro fianco in questo momento. Persone che hanno lottato e non hanno mai visto il loro sogno avverarsi, che hanno lottato e il cui sogno ha dato i frutti ». Ed il riferimento è chiaro a persone come Tony Walsh e Joni Crode che sono stati tra i primi attivisti per i diritti gay prendendo parte il 25 giugno 1983 alla prima vera parata del Gay Pride, etichettata come una marcia di protesta in cui 200 persone sfilarono da Stephen’s Green lungo Grafton Street fino ad O’Connell street.
Ma come è iniziato il movimento gay in Irlanda? Francis mi racconta che l’anno scorso il gay pride è stato particolarmente significativo, in quanto era il trentesimo anno dalla nascita del movimento per i diritti gay. Da quando cioè si verificò un episodio che smosse gli animi dei più, da quando Declan Flynn fu picchiato così tanto da causargli la morte in Fairview Park nel 1983, perchè gay. Da allora tante le battaglie che hanno visto la depenalizzazione dell’omosessualità nel 1993 e dal 2011 il riconoscimento civile di coppie dello stesso sesso. Ma c’è ancora molta strada da fare come ha ricordato Francis. Il prossimo anno ci sarà infatti un referendum sul matrimonio per le coppie gay, che tuttavia come dice Sabrina, altra attivista, non dovrebbe esserci. «Il matrimonio gay dovrebbe essere legalizzato, senza un referendum» dice «Le persone dovrebbe essere libere di scegliere il loro partner».
Il discorso di Francis continua poi con una poesia d’amore egiziana che in italiano s’intitola “Portare amore”, un inno all’amore e alla bellezza della vita che ringiovanisce.
La celebrazione finisce con un arcobaleno di libertà. Ci scambiamo i palloncini, di tutti i colori, i colori dell’arcobaleno ed insieme li lasciamo volare. E Francis ricorda e ringrazia perchè oggi possiamo camminare senza aver paura di essere picchiati, possiamo scegliere di vivere la vita con chi vogliamo ed esprimere la nostra identità senza la paura di essere perseguitati. «E cosa oggi direbbero coloro che non ci sono più? Guarda i colori dell’arcobaleno. Questo loro direbbero. E ricorda perchè oggi sei qui a commemorarci».