Dopo anni estremamente difficili, culminati nel fallimento che costrinse il club partenopeo a ripartire dalla serie più bassa del calcio professionistico, negli ultimi tempi il Napoli ha saputo risollevarsi, attestandosi come una delle compagini più competitive a livello europeo. Gran parte del merito di questi risultati è sicuramente ascrivibile al presidente De Laurentiis, il quale negli anni ha saputo affidarsi ad allenatori in grado di far compiere sempre dei netti e sensibili passi in avanti al gruppo azzurro. L’unica delusione, se possibile, è arrivata proprio dall’allenatore con maggiore esperienza sia in Serie A che a livello internazionale: Carlo Ancelotti. Il tecnico emiliano, dopo aver iniziato bene la propria esperienza in azzurro, ha compromesso quanto di buono fatto nella passata stagione e la scelta societaria su chi dovesse ricoprire il suo posto era ricaduta su una figura passionale come quella di Gattuso.
Ringhio è l’uomo giusto per il post Ancelotti?
Alla vigilia di questa stagione c’era enorme interesse nello scoprire come si sarebbe comportato Carlo Ancelotti al suo secondo anno sulla panchina degli azzurri. Se è vero che il campionato passato era stato considerato da tutti come un campionato interlocutorio, è altrettanto vero che questa volta il Napoli era accreditato dalla stragrande maggioranza degli addetti ai lavori come il principale rivale della Juventus nella corsa al titolo. Sin da subito, tuttavia, le cose non sono andate secondo le previsioni e vuoi per la condizione fisica precaria di alcuni dei calciatori maggiormente rappresentativi, vuoi per alcuni problemi interni tra la presidenza e la squadra, i partenopei si erano ritrovati lontanissimi dalla zona scudetto e fuori dalle coppe europee, contro ogni pronostico delle agenzie di scommesse online come Betway. La dirigenza aveva così deciso di sollevare dall’incarico il tecnico emiliano e di affidare la panchina a Rino Gattuso, reduce da un periodo di riposo dopo la sua positiva esperienza al Milan. Sin da subito, il tecnico calabrese ha dimostrato di sapere incidere sulle menti del propri calciatori, che troppo spesso in passato era apparsi fuori fase e quasi incapaci di reagire alle inaspettate difficoltà incontrate lungo il proprio percorso. Insieme alle prestazioni, di colpo, sono iniziati ad arrivare anche i risultati e in poco tempo il Napoli ha accorciato il gap che lo separava dalle prime della classe, trascinato dalle giocate di Mertens, Insigne e Milik che sembrano essere finalmente tornati ai livelli a cui ci avevano abituato.
Cosa attendersi dal Napoli in questo finale di stagione
Quando sono state disputate 26 gare della Serie A TIM edizione 2019-2020, il Napoli si ritrova in solitaria al sesto posto in classifica, a breve distanza dalla Roma quinta e dall’Atalanta quarta in classifica. Nelle 12 partite rimanenti da qui a fine stagione, siamo tuttavia sicuri che il Napoli non si accontenterà dalla qualificazione alla Europa League e punterà a raggiungere il quarto posto attualmente occupato dall’Atalanta, con i bergamaschi che dopo aver concluso lo scorso campionato con la storica qualificazione alla Champions League, se possibile quest’anno hanno alzato ulteriormente il proprio livello di gioco e hanno convinto sia in Italia che in Europa. Il Napoli, dal canto suo, sembra essersi lasciato il peggio alle spalle e nelle ultime gare la squadra di Gattuso ha lasciato intendere di essere ancora in grado di giocarsela alla pari contro ogni avversario anche a livello europeo. La partita contro il Barcellona, disputata nel rinnovato stadio San Paolo e conclusasi con il risultato di 1-1, ha dimostrato una volta di più che, quando sono in serata, i partenopei sono capaci di imporre il proprio gioco contro chiunque. Sebbene l’avventura del tecnico calabrese all’ombra del Vesuvio sia solo agli inizi, la sensazione è che per carattere e per competenza Gattuso sia davvero l’uomo giusto a cui affidare la costruzione del Napoli del futuro e chissà che Ringhio non possa riscrivere la storia azzurra come altri uomini carismatici del passato.
Da qui alla fine del campionato, il Napoli sarà chiamato a compiere un autentico miracolo sportivo e per farlo c’è bisogno della collaborazione tra tutte le forze in gioco. Partendo dal presidente De Laurentiis, passando per Gattuso, per poi arrivare ai calciatori, la svolta dovrà passare da un netto cambio di atteggiamento, nel tentativo di ridar vita a quel gruppo coeso e unito che tanto bene ha fatto negli anni passati.