La NASA celebra venticinque anni di scoperte che hanno cambiato la nostra conoscenza nel campo dell’astrofisica delle alte energie. Il 5 aprile 1991 veniva lanciato il Compton Gamma Ray Observatory (CGRO), parte del programma ‘High Energy Astronomy Observatory’ un satellite astronomico che nel corso dei suoi nove anni di vita operativa ha prodotto risultati che hanno accresciuto la nostra conoscenza dei processi ad alta energia presenti nell’Universo, presentato per la prima volta come dinamico e diversificato.
CGRO beneficiò dei grandi progressi compiuti dalla tecnologia negli anni ottanta nel settore dei rivelatori: competenze utilizzate per la messa a punto dei quattro strumenti principalia bordo che avrebbero migliorato in modo decisivo sia la risoluzione spaziale sia quella temporale delle osservazioni nei raggi gamma. Compton è rimasto attivo fino al giugno del2000, quando un guasto a uno dei giroscopi che ne controllava l’assetto fu fatto precipitare nell’Oceano Pacifico.
Le osservazioni effettuate da Compton hanno reso subito evidente che i GRB (Gamma Ray Burst) sono distribuiti in tutto il cielo e non in uno schema che riflette la struttura della nostra galassia Via Lattea: questo suggeriva che i burst avessero origine molto al là della nostra galassia.
Cinque anni dopo, il satellite italo-olandese Beppo-Sax – di cui si celebrerà il ventennale il prossimo 30 aprile – si apprestava a ricevere l’eredità degli studi di Compton. Con più di trenta gamma ray burst osservati in sette anni ha permesso di scoprire che i misteriosi lampi gamma vengono da remotissime galassie e hanno un’energia pari a quella che si otterrebbe annichilando in luce tutta la massa del nostro Sole, in pochi istanti. Questa potenza li rende l’esplosione più grande dell’Universo dopo il Big Bang.
I successi collezionati da Compton e Beppo-Sax hanno dato la spinta alla costruzioni di osservatori sempre più ambiziosi che fossero in grado di esplorare le diverse parti dello spettro elettromagnetico. Chandra X-ray Observatory lanciato nel 1999 che ha raccolto migliaia di immagini e dati di ogetti in tutto l’Universo, il telescopio spaziale Spitzer nel 2003 e il satellite Swift nel 2004, realizzato con un importante contributo italiano. Swift ha superato la quota di più di mille GRB osservati la notte del 27 ottobre scorso: si tratta di un ‘lampo’ della durata di 50 secondi avvenuto a circa 12 miliardi di anni luce da noi quando l’Universo aveva appena un miliardo e mezzo di anni.