Ebbene si “galeotta fu la maglia con Putin” per Salvini in Polonia si potrebbe dire parafrasando a mani basse dal genio della letteratura italiana. Potremmo aggiungere anche “chi felpa ferisce di t-shirt perisce” dando la stura al festival della freddura parafrasata.
La figuraccia rimediata dal senatore della Repubblica italiana in trasferta è la fotografia più spietata della pochezza di una classe dirigente italiana populista e sovranista. Una classe politica che vive perennemente nell’oggi senza avere un passato e, soprattutto, un futuro.
Una classe politica che ha ampiamente confuso la realtà con il web e che crede di trattare con le persone vere come con gli avatar da social network.
Eppure non è la prima volta che Salvini cambia idea
Dire una cosa e poi ritornare sui suoi passi è una caratteristica più volte praticata in politica. Le simpatie del senatore sono sempre state abbastanza note e la vicinanza a determinati ambienti internazionali anche.
Partì male già anni fa con la sua uscita canora in cui si metteva in evidenza a Pontida con uno di quei simpaticissimi cori tipicamente nordisti contro i napoletani; salvo poi – in campagna elettorale ovviamente – ritrattare tutto come un errore di gioventù ed una goliardata.
In realtà da quel coro poco poi si è discostata la linea politica sua e di chi rappresenta. Gli scivoloni dialettici sono stati davvero così tanti che ora raccontarli tutti sarebbe troppo lungo e tedioso.
Sindaco alla riscossa?
08 Marzo 2022
— Daily Drama 2022 (@dailydrama2022) March 8, 2022
Salvini va in Polonia, ma viene contestato sia dal sindaco della città che dalla folla, che gli dà del “buffone” per la sua vicinanza a Putin pic.twitter.com/mtzAluw3ua
Quel sindaco che rinfaccia la vicinanza a Putin con la frase “nessun rispetto per lei” è un pugno nello stomaco.
La sottolineatura della nonchalance plateale con cui il senatore cambia felpa e maglietta ogni giorno, non da ora, da l’immagine più urticante ma anche la più reale di questa classe politica.
Il sovranismo all’italiana di quella parte politica – e attenzione che se Sparta (la destra sovranista) piange Atene (la sinistra) non può certo ridere – è indigeribile.
Gli episodi che hanno visto protagonista negativamente la destra nel trattamento della questione migranti, per esempio, è addirittura lampante.
Le politiche di accoglienza perorate a partire dalla legge Bossi Fini sono sotto gli occhi di tutti e oggi vestirsi da paladini dei profughi ucraini è quantomeno sospetto.
Si può cambiare idea? Certo ma se ha cambiato idea, bisognerebbe preoccuparsi di spiegare il perché e far comprendere che il proprio atteggiamento non è solo di comodo.
Chi ci rimette la faccia è l’Italia
Attenzione che questa che si richiede non è un’operazione di parte perché se Salvini fa una figuraccia all’estero la fa tutta l’Italia. Matteo Salvini è un rappresentante politico italiano che siede in Parlamento ed è stato ministro della Repubblica, non lo dimentichiamo.
Abbiamo detto vivere nel presente senza passato e senza futuro perché la classe politica italiana di qualche tempo fa mai avrebbe fatto o subito una cosa del genere. C’era contrapposizione, ideologia, la politica dei blocchi contrapposti ma non si sarebbe mai mandato un politico allo sbaraglio così quando c’erano apparati di partito collaudati.
Quanto accaduto in Polonia ci deve far riflettere – magari qualcuno sorriderà sornione sotto i baffi – a prescindere dalle appartenenze, sulla politica e la caratura della classe dirigente che ora esprimiamo in Italia.