Il Corriere della Sera l’ha definita “la rockstar della fisica”, la rivista GQ invece “il volto rivoluzionario della scienza in Italia”, lei è Gabriella Greison.
Scrittrice, Fisica, Giornalista, attrice teatrale, divulgatrice scientifica.
Una donna poliedrica capace di affascinare, incuriosire, incantare, stupire, appassionare e commuovere lettori e spettatori dei suoi libri e spettacoli teatrali, in cui dà voce alle storie dei più importanti personaggi della fisica del XX secolo.
Tra i suoi tanti libri citiamo: “L’incredibili cena dei fisici quantistici” (2016), “La leggendaria storia di Heisenberg e dei fisici di Farm Hall” (2019), “Sei donne che hanno cambiato il mondo” (2016) .
Porta a teatro con grande successo il “Monologo Quantistico”, a cui hanno fatto seguito altri quattro spettacoli, che ora fanno parte del suo repertorio sempre in tour nei teatri, come “Einstein & me”, incentrato sulla storia di Mileva Maric.
Nel 2019 Gabriella si è battuta per farle assegnare una laurea postuma, dall’istituto dove la Maric aveva studiato. Purtroppo l’ETH non ha accolta la sua richiesta, ma la domanda è ancora aperta, e non si escludono nuovi risvolti a questa vicenda. Nel suo monologo, Gabriella ci ha raccontato le sfumature di una donna, che seppur di un altro secolo, ha subito il peso di vicende personali che hanno influito sulle sue scelte di vita.
Conosciamo meglio chi è Gabriella Greison in questa intervista, dieci domande per saperne di più:
Come nasce la passione per la fisica?
“La fisica è sempre stata la mia ossessione, fin da piccola. La fisica è un miscuglio di puzzle e buon senso, per questo mi piace tantissimo. E da piccola quando chiedevo cosa fosse la fisica, nessuno mi sapeva dare risposta, quindi mi ha incuriosito ancora di più.
E visto che le donne erano poche che frequentavano la Facoltà di Fisica, ho deciso di farla proprio per questo. Mi sembrava che sarei entrata in possesso di informazioni per pochi, tipo un cleb esclusivo. E in effetti, così poi è stato.
Ma la vera passione per la fisica mi è nata con Albert Einstein, avevo il suo poster in camera. E per il desiderio di capire una foto, datata 1927, scattata a Bruxelles, in cui c’è stato il più ritrovo di cervelli della storia: da quella foto ho fatto nascere il mio romanzo d’esordio, “L’incredibile cena dei fisici quantistici”, e da quel momento non mi sono più fermata, sia nello scrivere libri, sia nel portare a teatro la trasposizione teatrale delle storie che trovo sui fisici del XX secolo, sulla fisica quantistica, e sulle grandi donne della scienza.”
Come ci si difende dai preconcetti di essere divulgatrice scientifica donna, una materia legata ad un ambiente prettamente maschile?
“All’inizio è stato faticoso, tant’è che l’ambiente mi aveva respinto: ero tornata dalla Francia, dopo aver lavorato due anni all’Ecole Polytechnique, e volevo cambiare il modo in cui veniva raccontata la scienza.
Mi sono proposta nei grandi posti, ma ho avuto solo risposte del tipo: c’è già tizio che fa questo, c’è già caio che scrive di là.
La fisica proprio non la raccontava nessuno, perché i divulgatori non la affrontavano neanche, o se lo facevano il livello era molto basso. Porte chiuse al mio entusiasmo, che era molto disrupting in un ambiente glaciale e fermo.
Tranne in alcuni posti dove ho potuto esprimermi, ma piccoli posti. E così ho proseguito il mio percorso anche facendo altro, insegnando nei licei, e scrivendo di tutto non solo di scienza, perché era più facile.
Ma poi finalmente anche in Italia (molto dopo rispetto che in altri Paesi, come in America, in Inghilterra e in Francia) è arrivato il momento del cambiamento, e così mi sono messa in scia, avevo la storia, e ho iniziato a studiare per capire come raccontarla: sono andata a Bruxelles, ho fatto le ricerche, e ho scritto “L’incredibile cena dei fisici quantistici” e ho debuttato a teato con “Monologo Quantistico”, quattro anni fa.
Da quel giorno non mi sono più fermata. Sono in tour tutto l’anno, i libri sono diventati sei, e i monologhi cinque. Ho lavorato con registi teatrali, attori, e ho imparato tutto da loro.”
Pensa che oggi la storia di Mileva Maric possa ancora ripetersi nel XXI secolo o è più semplice conciliare le proprie aspirazioni personali, con le responsabilità familiari per una donna?
“Oggi la storia di Mileva Maric non potrà più ricapitare, e questo è un mio augurio per tutte. Io diffondo le sue lotte, racconto le sue battaglie, faccio di tutto per tradurre in attuali i suoi sogni, e così nessuna verrà più fermata dalla società nelle sue aspirazioni.
La mia raccontandazione è sempre “Non state con chi non vi fa fiorire”, nei miei post sui social network, nei miei post sul mio sito, e alle persone che mi cercano e mi chiedono consigli. E’ una raccomandazione che tutti dovremmo fare nostra, sempre. L’ho imparata da Mileva Maric.”
Qual è libro che ha scritto a cui è più legata in assoluto?
“L’incredibile cena” ha avuto un impatto dirompente sulle persone, chiunque mi chiede di raccontare quella storia, sono arrivata a 400 repliche, e l’ho fatto ovunque, sia a ritrovi istituzionali, sia a feste aziendali, sia a festival, sia nelle grandi imprese che si occupano d’altro, sia in Austria, in Svizzera, ovunque… Ora c’è in libreria la versione natalizia di questo libro, arrivato alla nona ristampa, con tante migliorìe e tante cose nuove dentro.
Poi anche “Sei donne che hanno cambiato il mondo” ha avuto una risposta fortissima, è in continua ristampa, e da questo ho fatto nascere due spettacoli, uno omonimo e anche “Due donne ai Raggi X – Marie Curie e Hedy Lamarr, ve le racconto io”, che continua ad avere richieste in tantissimi posti. Poi la storia di Niesl Bohr, in “Hotel Copenaghen” è stata pazzesca, con il mio incontro con il nipote a Copenaghen, e gli archivi che mi hanno aperto in Danimarca per scriverlo.
Poi la storia di Heisenberg, in “La leggendaria storia di Heisenberg e dei fisici di Farm Hall”, con il mio incontro con il figlio.
Ma la storia di Mileva in “Einstein e io” mi sta aprendo altre strade, e quindi è ancora viva, è un libro in continua rinascita, perché mi capitano sempre cose nuove intorno a questa vicenda, e tantissime interviste in ogni paese del mondo.
Il 9 Gennaio 2020 uscirà il mio nuovo libro: “Einstein forever”, e in contemporanea anche l’audiolibro letto da me su Audible.
Tutti i miei libri li ho letti su Audible, anche questi mi stanno dando molta soddisfazione. Poi ho fatto il mio primo podcast “Il Cantico dei Quanti”, con 16 lezioni facili sulla fisica quantistica. E a Gennaio 2020 uscirà il mio secondo podcast, sempre su Audible.”
Qual è il personaggio femminile della storia passata o contemporanea che l’ha più affascinata?
“Marie Curie, senza dubbio. A lei sarà dedicato il mio nuovo podcast, in 16 puntate, che uscirà a Gennaio 2020.
E poi le altre 5 donne che ho raccontato in “Sei donne che hanno cambiato il mondo”, e che racconto a teatro. Tutte incredibili, tutte diverse, tutte vite da cui prendere forza.
La storia di Mileva Maric dovete venire a vederla al Teatro Elfo Puccini di Milano, faccio lo spettacolo dal 14 al 19 aprile 2020, ci sono degli insert audio in cui la voce di Albert Einstein è di Giancarlo Giannini, e poi tante altre cose emozionanti.
Mentre per chi è a Roma, consiglio le date dell’11, 12, 13 Marzo 2020 al Teatro Vittoria di Roma. Per chi è a Bologna invece deve venire il 16 Febbraio 2020 al Teatro San Filippo Neri con “Sei donne che hanno cambiato il mondo”. “
Lei è scrittrice, divulgatrice scientifica, giornalista, attrice teatrale, quale traguardo sente ancora di voler raggiungere?
“Sto rispondendo a questa intervista da San Francisco, ci starò un mese, ho in programma di raccontare la storia di Mileva Maric anche qui, me l’hanno chiesto due posti. Quindi fare i miei spettacoli in inglese è il mio prossimo obiettivo.
Inoltre, vi svelo in anteprima questa cosa: si è interessata alla mia proposta di attribuzione di una laurea postuma a Mileva anche una casa di produzione cinematografica, siamo solo al primo step, ma se ci fossero investitori o sponsor interessati basta che scrivano a info@greisonanatomy.com.”
Qual è secondo lei il “fil rouge” che lega le donne che hanno fatto la storia della fisica?
“Sono donne che realizzavano i loro sogni. Altre donne sono costrette, compiacenti o rassegnate, o perché la società lo imponeva, a cercare nel matrimonio o nella maternità la lor realizzazione. Loro no. Queste donne trovavano la loro realizzazione soltanto in quello che facevano.”
“Einstein & me” racconta Mileva molto efficacemente e in prima persona, qual è l’elemento che la spinge ad approfondire e scrivere di un personaggio?
“Mileva sono io, Mileva siamo noi. La storia di Mileva la racconto in prima persona perché è un personaggio la cui mentalità è molto attuale.
Mi viene in mente Amy Farah Fowler, la fidanzata di Sheldon Cooper in “The Big Bang Theory”. I biografi di Einstein sono stati tutti uomini, e quindi a loro non è mai interessato descrivere Mileva diversamente da una donna nervosa che pensava a tenere solo il marito alle strette. Lei non era quello, invece.
Le mie ricerche mi hanno permesso di raccontarla diversamente, e solo oggi è stato possibile farlo. Un personaggio diventa il protagonista dei miei libri quando è attuale, e quando vive un cambiamento.
A me i cambiamenti piacciono tantissimo. Non sono scontati, non tutti sanno viverli. E poi i miei personaggi hanno il fuoco dentro, caratteristica che sento molto mia. E hanno un mondo bellissimo dentro. E’ quello che racconto a chi viene a teatro a sentirmi o legge i miei libri.”
Cosa ne pensa e che uso ne fa dei social network, lei ha un blog molto attivo e molto seguito come riesce a curarlo con i tanti impegni?
“Mi piacciano i social, sono un modo per essere circondata dall’affetto delle persone che mi seguono.
Io vivo in un posto sperduto, una casa nel bosco, nell’entroterra di Genova, e lì mi ritiro per scrivere i miei libri e preparare i miei spettacoli. E i social mi permettono di vedere da fuori le cose che mi succedono.
Mi piace tanto raccontarmi sul mio sito, che ha una sezione con un blog, perché le persone capiscono sempre quello che voglio dire, e i commenti che mi mandano sono molto stimolanti, mi fanno cercare, approfondire, trovare altre cose da leggere, da studiare, e mi migliorano.
Sono circondata da tantissimo affetto, provo molta gratitudine nei confronti di chi mi cerca e mi invoglia a continuare, e sono tantissimi! Instagram, facebook o youtube, pieno di belle persone.
Finirò come Bob Dylan che disse “voglio vivere in un mondo che ha le facce che vedo dai miei palchi”.
E’ vero, sono facce strepitose. Il mio mondo è bellissimo.“
Nel suo percorso per arrivare dov’è ora al grande pubblico, quali sono stati gli ostacoli più grandi che ha incontrato e cosa l’ha spinta a non mollare?
“Gli ostacoli sono stati all’inizio, il mansplaining è stato il motivo per cui non ho potuto esprimermi tanti anni fa nell’ambiente della divulgazione scientifica.
Ho dovuto aspettare. La frase “l’uomo è più autorevole nel dirlo” è un luogo comune da stanare, ed è difficilissimo stanarla a volte, perché è radicata anche nei più insospettabili. Nel mio sito www.GreisonAnatomy.com a volte racconto degli episodi che servono a tutti per identificarsi dentro e riconoscerli.
Oggi il consiglio che dò a tutte è di trovare il complice, l’alleato, c’è sempre, in tutti gli ambienti, uomini che sono privi di pregiudizi, che non discriminano, trovateli, e saranno i vostri alleati.
Io ne ho avuti tanti di alleati nel mio percorso. Ma non tantissimi. Ho avuto anche tanti detrattori. Ma poi, ad un certo punto, come se questi spariscono. Ora il mio mondo è fatto dalle cose che creo io, e dalle risposte che mi arrivano dalle persone. Ho creato un fortino. Dove crescere, esprimermi, e trovare continuamente nuovi stimoli.”