Biodiversità, protezione del capitale naturale e ripristino degli ecosistemi: questi i grandi temi in discussione al “G20 Ambiente Clima ed Energia” che si conclude oggi a Napoli. Due giorni di confronti, organizzati nell’ambito del G20 di Matera, tra delegazioni e tecnici specializzati sulla grande sfida dei nostri tempi, conciliare progresso e sostenibilità, mentre in diversi angoli del pianeta si stanno già scontando le conseguenze devastanti dei cambiamenti climatici.
Il G20 Ambiente Clima ed Energia di Napoli
La transizione ecologica deve essere prioritaria dell’agenda politica non solo per garantire la tutela dell’ambiente e il benessere sociale ma anche per fornire gli strumenti giusti per far fronte alle crisi globali, di cui il Covid è stato solo un esempio. Il Forum tra i ministri dell’ambiente è stato un punto di svolta nella politica ambientale globale. Momento di sintesi delle proposte emerse negli incontri dei mesi scorsi ma anche di formulazione delle linee guida per politiche coordinate ed efficaci in vista di altri importanti incontri che si svolgeranno a breve: UNFCCC COP26, CBD COP 15 e UNCCD COP 15. Le Conferenze delle Parti (COP) riguarderanno le tre Convenzioni di Rio sui cambiamenti climatici, la biodiversità e la desertificazione, il Summit dell’ONU sull’alimentazione e la conferenza ONU sugli oceani.
Biodiversità, economia circolare e tutela degli oceani
La salute degli oceani continuamente minata dal marine plastic litter, la presenza sempre maggiore di plastiche e microplastiche nei mari, va tutelata anche attraverso il ripristino del suolo e degli ecosistemi. Un’operazione che si può promuovere solo adottando sistemi di economia circolare. Un monito importante, questo del G20, ribadito a pochi chilometri dalla “Terra dei fuochi” e nel quale non credono i movimenti ambientalisti che hanno protestato nel capoluogo partenopeo subito prima dell’apertura dei lavori. I rigidi protocolli di sicurezza in strada, infatti, non sono riusciti a evitare le proteste contro il G20 sul clima nei punti nevralgici di Napoli.
L’alluvione in Cina
Il confronto tra i grandi 20 del mondo si è svolto a pochi giorni da un grande disastro ambientale avvenuto nell’Europa centrale e mentre dall’altro lato del mondo un altro si sta ancora consumando. Le immagini dell’alluvione in Cina, nella centrale regione di Henan, sono agghiaccianti. I passeggeri di una metropolitana nel capoluogo Zhengzhou immersi nell’acqua fino alla vita, un gruppo di macchine travolte dalla furia dell’acqua che hanno bloccato un’autostrada. Impegnata nella sua corsa al boom economico senza alcun interesse per la sostenibilità (nel 2011 si è classificata primo Paese per emissioni di CO2) la Cina rappresenta un grosso ostacolo al raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030 e 2050. Obiettivi che richiedono necessariamente una partecipazione globale. Ora che le conseguenze del cambiamento climatico si sono abbattute anche su di lui, il gigante asiatico deciderà di cambiare rotta?