Dal ritornello della versione italiana de “L’internazionale”, canzone nata durante La Comune di Parigi del 1871 e divenuta simbolo di socialismo e comunismo, prende il titolo Futura Umanità di Juan Mayorga, spettacolo che il gruppo Agiteatro, con la regia di Marco Bellomo, Alessandro Filosa e Valerio Leoni, anche interpreti con Claudia Guidi, porterà in scena al Teatro Elicantropo di Napoli.
Futura Umanità è un lavoro articolato, di cui è difficile dare una definizione o una lettura univoca. Farsa eccessiva e surreale, parabola sui rapporti tra uomo, società e storia, il lavoro di Mayorga, riletto dai ragazzi di Agiteatro, offre spunti di riflessione in un momento in cui, sempre più, assistiamo alla divisione netta tra passione e lavoro, due entità che sembrano diventate contrapposte e inconciliabili, e in cui i concetti di “comunità” e di “solidarietà collettiva” sembrano aver perso qualsiasi valore.
A fare da sfondo alla storia è una grande azienda, dove un nuovo impiegato è avvicinato da due improbabili rivoluzionari, Vladimir, uno dei dirigenti, e Lev, il suo autista. I due vogliono reclutarlo come parte del loro progetto, parallelo e rivoluzionario.
Approfittando della menzogna che pervade tutto il sistema-mondo, creano una rete di persone che si proteggono a vicenda e che possono smettere di occuparsi del proprio lavoro, dei propri obblighi, per curare se stesse, per dedicarsi alla propria passione.
Ribattezzato, suo malgrado, Nikita (come il compagno Krusciov, non come l’eroina del film di Besson), il nuovo adepto è subito indirizzato alla lettura di Marx, Gramsci, Marcuse, e, se all’inizio è titubante, si troverà sempre più insoddisfatto della sua vita precedente e sempre più coinvolto in questo nuovo, rivoluzionario, sistema.
“La direzione che abbiamo dato al lavoro in questo allestimento – spiegano i tre registi – è stata quella di mescolare sensi opposti, considerare i personaggi come entità surreali, al limite, eccessive, e provare a farle dialogare. Il punto di riferimento, il punto medio tra questi confini, l’ago della bilancia, l’agente che porta il punto interrogativo all’interno di questo sovrapporsi di voci è proprio Nikita”.
Il testo di Mayorga affronta il tema del conflitto in cui si trova l’attuale generazione: una generazione disillusa, una generazione alla quale sono state prima date e poi tolte delle opportunità.
Una generazione che, oggi, si trova a dover scegliere tra conformismo comodo e idealismo povero, tra conformismo morbido e idealismo assurdo, entrambe scelte possibili, necessarie, ma non compiute, entrambe alienanti.