Data la sua importanza per i migratori l’Italia è un paese-trappola per 8 milioni di uccelli, ogni anno bersaglio dei bracconieri: aquile, cicogne, falchi e specie rarissime come l’ibis eremita. Chi spara a specie protette rischia meno di una multa per eccesso di velocità. Nel Dossier WWF la Mappa delle ventisette aree calde dell’illegalità, le storie e le azioni sul territorio per combattere il fenomeno. Appuntamento nelle Oasi aperte gratuitamente per toccare con mano il lavoro di 50 anni WWF contro degrado e bracconaggio
Per la fauna selvatica, l’Italia, continua ad essere terra di nessuno e il bracconaggio, un termine ancora non codificato da leggi e norme: tra questi ci sono aquile, cicogne, falchi, e specie rarissime, come l’ibis eremita, alle quali l’Europa dedica progetti di conservazione. Fucili, archetti, reti, tagliole, roccoli e persino fumi di zolfo per stanare gli animali: gli attrezzi del bracconiere sono diversi ma il furto di natura è sempre lo stesso.
L’Italia è un ponte naturale tra Europa e Africa per importanti rotte migratorie degli uccelli ma anche un paese-trappola, con ventisette aree ad alto tasso di bracconaggio, comprese quelle marine. I dati provengono dal Dossier WWF “#FurtodiNatura: storie di bracconaggio Made in Italy” presentato in vista della Giornata Oasi prevista in cui apriranno gratuitamente alcune aree protette dal WWF, luoghi speciali difesi da bracconaggio, speculazione e degrado.