Funghi polari in ambiente marziano sulla Stazione Spaziale Internazionale. Questo l’esperimento eseguito sulla piattaforma ESA EXPOSE-E a bordo della Stazione Spaziale e durato 18 mesi. Più del 60% delle cellule dei funghi sono sopravvissute, mantenendo stabile il proprio DNA dando prova che la vita microscopica può farcela anche in situazioni estreme.
Questi microorganismi crio-endolitici , capaci di sopravvivere in minuscole fratture nelle rocce in ambienti particolarmente freddi, si trovano nelle McMurdo Dry Valleys in Antartide, considerate il luogo più freddo ed arido sulla Terra e il più simile a Marte. Il Cryomyces antarcticus e il Cryomyces minteri sono stati “raccolti” qualche anno fa da ricercatori europei con l’intenzione di testare i loro limiti nello spazio riproducendo l’ambiente marziano.
I funghi sono stati posti all’interno di piccole celle (1.4 cm di diametro) nell’ambito del progetto EXPOSE-E. Situata al di fuori del modulo europeo Columbus della ISS, questa piattaforma di ricerca è stata ideata appositamente per condurre esperimenti in astrobiologia. Alcuni di questi microorganismi sono stati irraggiati con ultravioletti da 200 nanometri o più – soliti a colpire Marte– altri, invece, con radiazioni di potenza inferiore.
Pubblicato su Astrobiology, questo studio fa parte dell’esperimento LIFE (LIchens and Fungi Experiment), coordinato Silvano Onofri docenti dell’Università degli Studi della Tuscia. Lo scopo ultimo è di analizzare “il destino di varie comunità di organismi litici durante un viaggio di lungo termine nello spazio a bordo di EXPOSE-E”, come dice Rosa de la Torre Noetzel dell’Instituto Nacional de Técnica Aeroespacial (INTA) in Spagna, co-ricercatrice del progetto.
“I risultati aiutano a valutare la capacità di sopravvivenza e la stabilità di lungo termine di microorganismi e bioindicatori sulla superficie di Marte”, continua De la Torre. Un tema scottante per la comunità scientifica, che in vista della missione ESA ExoMars in fase di preparazione al lancio da Baikonur (Kazakistan), spera di trovare qualche risposta sulla vita passata e presente del Pianeta Rosso.