Nel 2015 sono stati effettuati dai Nas sequestri nel settore degli oli e grassi per 29,5 milioni di euro con 58 persone segnalate all’autorità giudiziaria e ben 345 segnalate all’autorità amministrativa, a fronte di 2691 controlli che hanno consentito di individuare ben 401.
In altre parole il 15% dei casi. Una impennata rispetto all’anno precedente dovuta al moltiplicarsi dei casi di oli di oliva importati che vengono mescolati con quelli nazionali per diventare magicamente italiani, a danno dei produttori italiani e dei consumatori.
A questo fenomeno non è certo estraneo il fatto che nel 2015 sono aumentate del 481% le importazioni dell’olio di oliva della Tunisia per un totale record di oltre 90 milioni di chili.
“E’ un errore l’accesso temporaneo supplementare sul mercato dell’Unione di 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in riferimento alle modifiche approvate dall’Europarlamento al provvedimento che dovrà’ ora essere riesaminato dal Consiglio Ue.
A livello nazionale è ora importante dare completa applicazione alle norme già varate con la legge salva olio, la n. 9 del 2013, e di accelerare il percorso del disegno di legge che reca le “nuove norme in materia di reati agroalimentari” elaborato dalla commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.
Il nuovo contingente agevolato andrebbe tra l’altro ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi “agevolati” annuale oltre quota 90mila tonnellate, praticamente tutto l’import in Italia dal Paese africano.