E’ una commedia atipica, una sorta di favola delicata e surreale il film Fraulein, opera prima della giovane regista Caterina Carone, presentato alla stampa ed in uscita nelle sale oggi 26 maggio.
Ne sono protagonisti i bravi Christian De Sica e Lucia Mascino qui al suo debutto in un ruolo principale.
Possiamo definirla la storia di uno “sbrinamento”, quello di Regina, una zitella aspra e scontrosa detta, appunto, Fraulein che vive tra i ghiacci di un paese di confine non meglio identificato, un non luogo dalle architetture fiabesche e popolato da personaggi bizzarri ed umanissimi.
Regina abita, con la gallina Marilyn, nel suo albergo, chiuso da anni ai clienti, senza nulla concedere ai rapporti umani ed alla sua femminilità mortificata da informi maglioni di foggia maschile. Unico suo svago è la partita settimanale di scala quaranta che gioca con Hanna e Nina, le amiche storiche sempre alle prese con tribolazioni sentimentali.
In questa solitudine, e preannunciato da un’epocale tempesta solare che si abbatte sulla terra, irrompe inatteso un misterioso turista, Walter, un uomo maturo dal comportamento infantile che ha la pretesa di soggiornare nell’albergo.
Inevitabili gli scontri tra i due , entrambi segnati dalla vita e bloccati dalla solitudine, ma mente la tempesta crea disagi e smarrimento in paese , a poco a poco, faticosamente, si fa strada tra loro un’amicizia salvifica che aiuterà Walter a ritornare alla vita di sempre e indurrà Regina a rivedere definitivamente le sue certezze.
Girata, volutamente dalla Carone, sul doppio registro divertente e drammatico, tipico della commedia all’italiana, questa fiaba d’inverno racconta la leggerezza e la profondità della vita che non è mai univoca ed il potere taumaturgico dell’incontro con l’altro da sé.
Perfetta nel ruolo di zitella scontrosa Lucia Mascino che rende credibili i tumulti ed i mutamenti del personaggio, trasformandosi fisicamente con esso.
Sorprende Christian De Sica che, se ben diretto, sa uscire dai vecchi cliché recitativi e definire un personaggio apparentemente superficiale ma segnato nell’intimo da un doloroso smarrimento.
Semplicemente deliziosi tutti gli altri personaggi, il postino, spasimante sempre respinto, di Max Mazzotta vestito come il Barone rosso; il sacerdote di Luigi Delladio che trova conforto nella tecnologia; le amiche Hanna, la brava Therese Hamer sospesa tra una Minnie e la Gradisca felliniana e Nina, apparente gatta morta, interpretata da Irina Wrona e con loro tutti gli abitanti del paese, un po’ diffidenti e chiusi nelle loro eccentriche solitudini messe finalmente in crisi dalla tempesta solare.
A caratterizzarli i bei costumi da fiaba di Massimo Cantini Parrini, già collaboratore della Pescucci, di Tim Barton e costumista per Matteo Garrone nel “Il racconto dei racconti”.
Le musiche originali di Giorgio Giampà accentuano le note favolistiche e leggere del film favorendo il viaggio dello spettatore nel paese che non c’è.
Il film è fotografato da Melanie Brugger e montato da Enrica Gatto, due debutti voluti dalla regista che avverte l’esigenza e il dovere di avvalersi della collaborazione di professionisti appartenenti alla sua generazione.
Caterina Carone oltre a dirigere il film è autrice del soggetto e della sceneggiatura e vanta menzioni speciali e premi ricevuti nei più prestigiosi festival del Cinema per i suoi documentari e corti quali: Freakbeat, Valentina Postika in attesa di partire, Le chiavi del paradiso, Polvere.
Il film è stato riconosciuto opera di interesse culturale dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ed è prodotto da Tempesta/Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema.