Il “lancio” è stato di quelli in grande stile: il titolo che richiama il saluto di San Francesco, la firma del documento avvenuta ad Assisi, città del Santo, invece che a Roma, la pubblicazione il 4 ottobre, giorno in cui si ricorda il patrono d’Italia. Ha visto la luce così l’ultima enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”. E se la presentazione non ha lasciato al caso nessun dettaglio, il contenuto parla non solo a vescovi e credenti, ma all’umanità intera.
In vari Paesi un’idea dell’unità del popolo e della nazione, impregnata di diverse ideologie, crea nuove forme di egoismo e di perdita del senso sociale mascherate da una presunta difesa degli interessi nazionali.
L’enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”
“Frates omnes” inizia con una lucida, nonché coraggiosa, analisi dei nostri tempi. L’ascesa di nuovi nazionalismi aggressivi, la visione del mondo immerso in una terza guerra mondiale a pezzi: guerre circoscritte territorialmente ma tutte correlate tra loro. La globalizzazione che ci rende tutti vicini ma non fratelli, il progresso tecnologico che, invece di aiutarci a superare le nostre paure ancestrali, finisce per alimentarle. Un sistema economico che ha portato tanta ricchezza ma senza equità, ha portato crescita materiale ma non ha contribuito allo sviluppo umano e che oggi domina il potere politico. La pandemia, in ultimo, che ha messo in evidenza tutta la debolezza di ciò che abbiamo costruito finora. In epoca di negazionismo spinto, ormai su tutto ciò che accade, rilancia il valore della memoria per sciagure come la Shoah o come il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki.
Il modo migliore per dominare e avanzare senza limiti è seminare la mancanza di speranza e suscitare la sfiducia costante, benché mascherata con la difesa di alcuni valori.
Chi è il nostro prossimo?
Con la parabola del buon samaritano, poi, papa Bergoglio affonda il dito in un’altra piaga dei nostri tempi che è quella della migrazione. Le notizie che ci arrivano dai campi profughi in Grecia e dagli hotspot in Sicilia gettano una coltre di vergogna e chiedono urgenti provvedimenti. Soccorrere lo straniero in difficoltà deve essere un obbligo morale per chiunque. Al tempo stesso tutti hanno il diritto di migrare verso altri Paesi se sono perseguitati o in gravi difficoltà nel proprio.
Un’enciclica politica?
Con le sue direttive dal forte sapore politico, l’enciclica ci rivela cos’è, oggi, la dottrina sociale della Chiesa. Quella parte della catechesi che rimette al centro la chiesa della strada, vicino agli ultimi. E lo fa in un momento in cui è impegnata nel suo percorso di pulizia interna dalla macchia della pedofilia e degli abusi sessuali. In questo documento, papa Francesco non rinuncia ad affrontare i temi a lei più cari come il monito contro la pena di morte e la condanna delle guerre. Su quest’ultimo punto, però, fa un passo avanti condannando ogni forma di guerra, anche la cosiddetta guerra giusta. Per la prima volta la Chiesa prende una posizione netta su una pagina nera della propria storia.