(Adnkronos) – Jordan Bardella, delfino di Marine Le Pen, ammette “errori” nella campagna elettorale per le elezioni legislative 2024 in Francia e si assume la sua “parte di responsabilità” all’indomani della “sconfitta” del Rassemblement National. “I risultati non sono stati quelli che speravo”, ha detto Bardella davanti alla sede del Rassemblement National, come riportano i media francesi. “Fatico a vedere come Macron riuscirà a resistere tre anni in questa situazione di stallo”, ha aggiunto, sempre convinto che “ogni giorno che passa ci avviciniamo al potere”.
All’interno di Rassemblement National, però, la convivenza tra i due pesi massimi rischia di diventare complessa. La “crescente rivalità” tra Le Pen e il 28enne Bardella potrebbe “distruggere” uno dei ticket politici di maggior successo nella storia francese del dopoguerra, secondo l’analisi dell’edizione europea di Politico. Secondo il sito, Bardella e Le Pen sono “inciampati” ed ora all’interno del RN ci si aspettano “accuse, recriminazioni e – se il passato ci insegna qualcosa – anche l’espulsione di dirigenti ritenuti responsabili del risultato”. Ma, sottolinea Politico, nel partito c’è già “apprensione” in vista del prossimo grande obiettivo della formazione di estrema destra, che è la conquista dell’Eliseo nel 2027.
Bardella e il mea culpa dopo le votazioni
Obiettivo, tuttavia, che rischia di sfuggire ancora una volta a causa della rivalità tra i due leader. La posta in gioco riguarda chi guiderà le forze nazionaliste francesi nella battaglia per la presidenza del Paese tra tre anni – o anche prima se Emmanuel Macron dovesse (improbabilmente) decidere di lasciare il potere prima della fine del suo mandato. Sebbene i due siano sempre attenti a mostrare unità in pubblico, l’età di Bardella, la sua maggiore popolarità tra la base del partito e la sua crescente indipendenza su questioni politiche rappresentano, secondo Politico, “minacce implicite” all’autorità morale di Le Pen sul RN. In un’intervista dello scorso gennaio, Le Pen ha riconosciuto le qualità di Bardella, ma ha sottolineato di avergli “concesso un’opportunità”.
Quanto a Bardella, ha ripetutamente affermato che Marine è la “candidata naturale” alla presidenza e che non sarà l’ “Emmanuel Macron di Marine Le Pen”, riferendosi al modo in cui il presidente voltò le spalle a Francois Hollande, prima di arrivare alla presidenza nel 2017. Alla domanda su una possibile scissione, Jean-Lin Lacapelle, alleato di Le Pen, ha detto: “È fuori questione. Il fatto è che insieme sono un ticket vincente”. Tuttavia, nelle conversazioni private con Politico, attuali ed ex membri del partito, nonché alleati di entrambi i leader di estrema destra, non sono così sicuri, sottolineando che il brand politico di Bardella ha maggiore fascino di quello di Le Pen. “Alcuni francesi credono che Jordan Bardella abbia maggiori possibilità di vincere (le elezioni presidenziali, ndr) rispetto a Marine Le Pen”, ha detto un deputato del Rassemblement National che ha chiesto di restare anonimo per discutere una questione molto delicata.
Ci sarà un “colpo di Stato interno”?
“Forse non siamo abbastanza attenti (alla prospettiva di una rivalità, ndr). C’è un pericolo. Dobbiamo stare attenti”, ha aggiunto.
La vera domanda, sostengono diversi addetti ai lavori, non riguarda tanto se piuttosto quando Bardella prenderà la leadership: se con eleganza aspetterà il quarto tentativo di Le Pen per la presidenza, se cercherà di accelerare inscenando una sorta di “colpo di Stato interno” oppure – terzo scenario – se deciderà di rompere con il Rn, come fece appunto Macron dopo essersi separato da Hollande nel 2016. “Non credo che ci sarà un golpe prima del 2027, ma dopo, chi lo sa?”, ha detto un alleato conservatore che ha aggiunto che Bardella è un “brand più efficace, che non ha il nome Le Pen e non porta con sé l’eredità dei loro oltraggi”. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)