Venezia, Sala Giardino.
Valentino, Versace, Giammetti, Campbell.
Sono solo alcuni dei nomi noti presenti alla speciale serata della 73esima edizione della Mostra Internzionale del Cinema di Venezia, dove un emozionato Francesco Carrozzini apre il sipario sulla vita e le opere di sua madre, Franca Sozzani.
L’affermato fotografo di moda e regista dirige un film-documentario dal titolo Franca, Chaos and Creation che svela le più differenti sfumature di uno dei pilastri di Condè Nast Italia, da ben ventotto anni a capo dell’edizione nostrana di Vogue (da cui ha rischiato il licenziamento per ben tre volte) e da dieci dell’Uomo Vogue.
Un viaggio attraverso il processo creativo della donna che ha fatto la storia dell’editoria della moda nell’ultimo quarto di secolo, come lei stessa ammette senza falsa modestia, utilizzando le copertine patinate come un mezzo di comunicazione di forte impatto, non solo per trasmettere l’allure del sogno della moda, ma anche per trattare temi e dibattiti delicati, come la denuncia al razzismo, alla violenza domestica, alle cause dell’anoressia e dell’uso eccessivo della chirurgia plastica, consacrando così Vogue Italia come leader nell’innovazione dal punto di vista stilistico e culturale tra tutte le edizioni della rivista diretta oltreoceano dalla leggendaria Anna Wintour, anch’essa celebrata in una biopic del 2009, celebre con il nome di The september Issue.
Oltre ai numerosi ritagli di vita privata della donna, nel documentario compaiono molti altri commenti sul lavoro e sulla vera e propria figura innovativa assunta dalla Sozzani nel settore, da parte di volti iconici come quelli di Karl Lagerfeld, la giornalista Suzy Mekens, il fotografo Bruce Weber o l’artista contemporaneo Jeff Koons, pronti ad arricchire con aneddoti e testimonianze quello che sembra essere un lavoro a metà tra un attestato di stima ed una lettera d’amore di un figlio verso sua madre.
Carrozzini commenta il fare di mamma Franca non con accezione puramente adulatoria, bensì ponendo l’attenzione sopratutto sulle scelte e le rinunce della donna Franca Sozzani, per fare di sè stessa quel che è oggi, in tutta la sua tenacia e determinazione.
“Io non drammatizzo mai, cerco di rimettermi in cuffia, non voglio farmi perdere dal panico. Questa per me è leggerezza” commenta la direttrice, a conferma della sostanziale differenza tra l’impronta di superficialità e quella, invece, di leggerezza che intende piuttosto comunicare il suo personaggio, guerrireo calato in un mondo di ovattata e rosea visione della vita. E continua: ” Fondamentale è essere leggeri, ma mai superficiali, perchè assieme al senso dell’humour, la leggerezza è un qualcosa che puoi permetterti solo quando sei in grado di volare in alto”.