(Adnkronos) – All’indomani del raduno sovranista di Firenze, con il leader della Lega Matteo Salvini che ha chiesto a Forza Italia di accettare di allearsi con l’estrema destra europea, arriva il messaggio azzurro al numero uno del Carroccio.
Rispondendo alla domanda sul punto postagli a Tagadà su La7, il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulè ha spiegato che la kermesse fiorentina, “è la riunione legittima di un partito politico che sceglie i suoi alleati come meglio crede, poi ognuno di noi può dare un giudizio su quell’evento.
Per quanto riguarda Forza Italia abbiamo dichiarato già da molto tempo e pubblicamente l’assoluta e totale incompatibilità, in qualsiasi scenario, di allearci con partiti come Afd in Germania, Wilders in Olanda e Le Pen in Francia, che hanno idee e valori inconciliabili e in contrasto con la nostra stessa essenza, non tanto di Popolari Europei, ma proprio di persone con diversa sensibilità.
Con quei partiti siamo assolutamente incompatibili”. Il parlamentare ‘azzurro’ spiega che “su questo non c’è alcuna possibilità di intesa né di inciucio, per usare le parole di Matteo Salvini, con queste formazioni che anche a Firenze hanno dato libero sfogo alle loro pulsioni/idee che non ci potranno mai, mai appartenere”.
“Forza Italia partito membro del Ppe, primo partito europeo, lavora per un centrodestra unito, e la storia dimostra che dove ci si riesce si può vincere come avvenne per l’elezione di Antonio Tajani a presidente del Parlamento europeo sconfiggendo i socialisti”. Così a Tg2 Italia Europa interviene Deborah Bergamini, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera.
“Vogliamo governare anche in Europa con Salvini ma il problema è che all’interno della famiglia europea a cui appartiene la Lega ci sono dei partiti incompatibili con i valori che portiamo avanti e difendiamo. Dobbiamo raccogliere più consenso possibile intorno al Ppe – conclude Bergamini – per far capire che una Europa solida, stabile e responsabile può affrontare le sfide complesse che la aspettano”.
E ancora. Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia, ai microfoni del Tg3 spiega: “Forza Italia è parte integrante del Partito popolare europeo: siamo europeisti e quindi i partiti non europeisti non possono essere in maggioranza con noi”. E dal fronte azzurro interviene anche Stefania Craxi, senatrice di Fi e a capo della Commissione Esteri e Difesa di Palazzo Madama.
“Forza Italia – spiega la senatrice all’Adnkronos – fa parte del gruppo dei popolari europei, quindi resta chiaro che non sono possibili alleanze con partiti che hanno valori in contraddizione con quelli dei popolari e con il nostro posizionamento internazionale, atlantista”. Per Craxi Fi continua a “lavorare per l’unità dl centrodestra, anche in Europa, ma è chiaro che per fare accordi bisogna essere in due…”.
Craxi sottolinea che alla Ue servano correttivi: “L’Unione, va detto, non è ancora in condizioni di agire come attore politico con una sua autorevolezza sulla scena internazionale, non esprime una sola voce in politica estera e in tema di difesa come invece sarebbe necessario”.
“In Ue c’è bisogno di profonde riforme, di una governance più efficiente e democratica” un processo che “va di pari passo con l’allargamento dell’Unione verso popoli che guardano all’Europa e ai valori di libertà che tuttora rappresenta”, conclude. Il leader della Lega Matteo Salvini “è in campagna elettorale”, ma “noi l’abbiamo iniziata prima di lui” e dovrebbe ricordarsi che il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani “non sbaglia mai”.
Così Fulvio Martusciello, capodelegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo, risponde al ministro delle Infrastrutture e vicepresidente del Consiglio, secondo il quale il leader degli azzurri “sbaglia” a dire che non si alleerà mai con forze anti-Ue come il Rassemblement National di Marine Le Pen e con Alternative fuer Deutschland. Il tema delle alleanze in Ue, spiega Martusciello all’Adnkronos, “si porrà il 10 giugno, non prima, perché non sappiamo quali saranno i numeri che usciranno dalle elezioni e come si comporranno i gruppi.
Quello che è certo è che, qualunque maggioranza si comporrà, Forza Italia ci sarà sempre, perché è centrale rispetto agli equilibri del Parlamento Europeo. Quanto ai singoli partiti, le alleanze le decidono Manfred Weber e Antonio Tajani: siamo fermi alle cose che hanno detto loro”. Ma un’alleanza con AfD è sempre fuori discussione?
“Non è compito del capodelegazione – si schermisce Martusciello – disegnare le alleanze, ci rimettiamo alle loro decisioni. Se il segretario nazionale ritiene che queste alleanze non sono possibili, è ovvio che non sono possibili. Come è ovvio che i toni usati in maniera forte contro l’Europa, ieri, da alcuni antieuropeisti, non sono i nostri toni”. Ed è altrettanto “ovvio che c’è una incompatibilità di fondo” con forze antieuropeiste come AfD.
“Io penso – aggiunge Martusciello – che Matteo Salvini ha iniziato la campagna elettorale. Noi l’abbiamo iniziata da prima di lui, però. Penso che eventi come quelli di ieri” a Firenze “facciano parte di una strategia di campagna elettorale e di comunicazione”. Salvini, continua Martusciello, “sa quanto noi che in Europa non si vota con il maggioritario, ma con il proporzionale puro: le maggioranze si compongono il giorno dopo le elezioni. Il 10 giugno i segretari dei partiti avvieranno le decisioni.
Noi siamo in campo con i nostri valori, in maniera molto chiara. E poi voglio ricordare a Salvini che Tajani non sbaglia mai”. L’esito più probabile, allo stato, sembra una riedizione della situazione attuale, con i Liberali un po’ meno forti e i Conservatori più numerosi di oggi: “Tajani lo ha detto chiaramente – ricorda Martusciello – l’obiettivo principale, il piano A, è ricostituire la maggioranza che elesse lui presidente del Parlamento Europeo nel 2017.
Su quello ci auguriamo di poter lavorare: è ovvio che, in questa ottica, il rafforzamento dell’Ecr, e quindi l’apertura a partiti conservatori, è una buona notizia”. Ma, osserva Martusciello, “mi sembra che l’elettorato sia molto fluido in Europa: basti guardare al Partito degli Agricoltori, in Olanda, che è salito e sceso nel giro di pochi mesi”.
Per il Ppe ci sono dei limiti chiari per l’allargamento della maggioranza: “La linea di confine – ricorda – è sempre quella del riconoscimento dell’Europa e dei suoi valori: quella è la base per ogni alleanza. Qualunque partito non riconosca questo non può stare in una maggioranza europea”.
E la Lega secondo lei potrebbe stare in maggioranza? “Stiamo votando costantemente in maniera simile con gli eurodeputati della Lega – nota Martusciello – le proposte che arrivano sono sempre costruttive, quindi penso che Tajani non avrebbe alcun problema a garantire per la Lega nella maggioranza in Ue”.
Ma, almeno finché resta in un gruppo come Id, sembra difficile: “Vediamo come evolve il dialogo all’interno dei Conservatori, come si stabilizzeranno i numeri il 10 giugno. Il tema vero è che in Europa si vota con il maggioritario, quindi le maggioranze si compongono dopo il voto”, conclude l’eurodeputato campano.
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