Il Foraging!
Lunghe passeggiate in montagna, limpidi ruscelli, uccelli canterini, profumo di fiori nell’aria. Uno scenario fiabesco? No di certo: Foraging!
La moda, arriva tutta nuova dagli Stati Uniti d’America e, mica matti, gli chef europei ci si buttano a capofitto. Cosa c’è di meglio di riuscire a conciliare la passione per la cucina e lunghe passeggiate rilassanti all’aria aperta? Questa pratica prende spunto dall’alimurgia , una scienza che spiega e studia come impiegare piante selvatiche in cucina in periodo di carestia, oggi, diventa una tendenza tutta nuova per portare idee innovative sul tavolo da pranzo.
La spesa nel bosco
Ma come si fa “la spesa nel bosco”? In Italia a riscoprire questa antica quanto salutare pratica, è stata Valeria Margherita Mosca che con i corsi del gruppo Wood Ing promuove costantemente il foraging e la cultura dell’alimentazione a base di cibi selvatici. Durante i suoi corsi spiega come raccogliere le erbe commestibili per poi impiegarle in cucina.
Il foraging fa bene alla salute e non solo, stare all’aria aperta ed evitare il tam tam della quotidianità è una delle principali scappatoie dallo stress, dagli impegni, dai carichi di lavoro eccessivi e dalla stanchezza. Aiuta a sentirsi completamente rilassati e scevri da preoccupazioni, se a questo aggiungiamo l’acquisizione a costo zero di cibi molto più che benefici per il nostro organismo allora abbiamo fatto tombola.
Non solo frutti, ma anche bacche e tante erbe selvatiche possono essere oggetto di foraging, prodotti, fra l’altro, ricchi di proprietà nutrizionali e curative del tutto particolari e specifiche. I cibi raccolti in ambienti incontaminati sono più che benefici per il nostro organismo ad esempio il tarassaco è ricco di ferro, così come l’ortica di vitamina C. La malva, rappresenta, invece, un ottimo rimedio naturale per il raffreddore e la tosse e le margherite pratoline stimolano la diuresi.
I cibi così raccolti possono essere impiegati in tantissimi modi, dalla cena succulenta con gli amici alle tisane curative e rilassanti. La sfida è quella di preparare pranzetti prelibati introducendo nella dieta alimenti selvatici da studiare e analizzare per impiegarli nel migliore dei modi sfruttandone le proprietà specifiche. Sono già tante le ricette che girano in rete e ce n’è per tutti i gusti.
I Piatti
Fra i piatti più utilizzati e semplici da preparare, magari per una cena simpatica fra amici, c’è la torta rustica di tarassaco e carciofi. Il tarassaco, oltre che avere proprietà antinfiammatorie, aiuta a depurare l’organismo; per un pranzo domenicale, invece, ottimo il capretto con finocchietto selvatico, quest’ultimo utilizzabile anche per una bella tisana digestiva.
Un’altra tisana da tener bene a mente è quella fatta con la rosa canina una delle principali alleate per l’inverno. Con le bacche di rosa canina è possibile effettuare anche un buon liquore da fine pasto, ricco di vitamina C e anti influenza. Le ricette sono davvero tante, basta documentarsi un po’. Cucinare con il foraging è, insomma. divertente e stimolante, specie se si considera che è a costo zero.
Come in ogni cosa, però, è buona abitudine non improvvisarsi “raccoglitori di erbe” che si colgano castagne, frutti o erbette selvatiche è necessario saper distinguere bene quali sono le risorse messe a disposizione dalla natura effettivamente commestibili prima di portarle sulle nostre tavole.