Lentamente le amministrazioni locali, quelle regionali in primis, cercano di mettersi al passo con i tempi e, in tema di fondi europei, sembra essere finita l’epoca delle piogge di milioni di euro che, ad intervalli regolari, profluivano dai rubinetti pubblici. In un tempo di siccità finanziaria come quello attuale è fondamentale che si spenda bene per evitare che quel poco che ancora la Comunità Europea ci elargisce finisca in mani poco pulite
Cresce la spesa certificata dei fondi comunitari in Campania. Dai dati, aggiornati al 31 ottobre, e appena diffusi dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica, la Campania registra, per quanto riguarda il Fondo Pse, rispetto al dato del 31 maggio scorso, quando la spesa era di 89 milioni (15,9% del contributo Ue), un avanzamento che arriva a 117,8 milioni (21,1%) al 31 ottobre, con un differenziale pari a 28,8 milioni di euro (+5,2). Entro il 31 dicembre negli obiettivi dell’Unione europea la Campania dovrà certificare una spesa di 174,1 milioni di euro (31,2% del contributo Ue). Anche in riferimento ai dati del Fondo Fesr, la Campania dai 362,6 milioni di euro (10,6 del contributo Ue) è passata ai 501,1 del 31 ottobre (14,6%) con un differenziale positivo del + 4%. L’accelerazione della spesa certificata interessa anche le altre regioni del Sud, che crescono in media del 25,2%, mentre le regioni più sviluppate raggiungono il 40,3. In Sicilia, la spesa del Fondo Pse, è passata dal 21,1% del maggio scorso al 26,7% al 31 ottobre. Sul Fondo Fesr, dal 13,6 al 15,6%. La Puglia dal 30,35% (fondo Pse) al 33,2%. Sul Fesr: dal 28,2 al 37,2. La Calabria (fondo Pse) dal 25,4% al 32,4%, e dal 20,1 (fondo Fesr) al 22, 9%. La Basilicata per quanto riguarda l’avanzamento inerente alla spesa del fondo Pse è passata dal 31,1 al 47,1%. Sul fondo Fers dal 38 al 47, ed è la regione che registra le migliori performance al Sud.
Fonte: Italpress