Cinque Presidenti di Regioni firmano un documento comune sull’utilizzo dei FAS
Un documento comune tra cinque regioni del Mezzogiorno, incentrato in particolare sulle modalità di impiego dei fondi delle aree sottoutilizzate (Fas), è stato sottoscritto a Bari. All’accordo hanno aderito la Puglia, la Sicilia, la Campania, la Basilicata e la Calabria. Il documento verrà quindi proposto al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani e poi al governo nazionale. La firma è stata apposta da Nichi Vendola, Raffaele Lombardo, Antonio Bassolino e Vito De Filippo e dal vicepresidente della Calabria Domenico Cersosimo. Non erano presenti, contrariamente alle previsioni, i presidenti di Sardegna, Abruzzo e Molise. “Allo stato degli atti -ha detto Vendola rispondendo a una domanda nel corso di una conferenza stampa- eravamo pronti ad accogliere la firma di chi oggi era assente perchè quel documento i tenici di quelle regioni, Sardegna, Molise e Abruzzo, hanno contribuito in maniera significativa a scriverlo. Il Molise poi -ha spiegato- ha fatto la parte del leone nella costruzione del testo. Credo che i rappresentanti del Molise abbiano avuto all’ultimo momento un’emergenza che non conosco. E’ ovvio che noi riteniamo che nelle prossime ore, salvo diverse indicazioni e relative spiegazioni, quei presidenti metteranno la loro firma”. Rispondendo, poi, a una domanda a proposito dell’assenza delle regioni governate dal Pdl, Vendola ha detto di ritenere che ”non ci sarà una sovrapposizione della contesa politica a questo processo politico-istituzionale. E’ del tutto ovvio -ha proseguito- che per due regioni, Sardegna e Abruzzo, che tuttavia hanno dato un contributo alla stesura dei documenti tecnici, c’e’ anche la fase di rodaggio che rende in qualche maniera giustificata una cautela in piu’. Il presidente della Regione Sardegna si è appena insediato sulla sua poltrona, quello dell’Abruzzo ha una storia recente”. ”C’è proprio un problema -ha osservato Vendola- di entrare dentro l’ordine di idee che, prima dell’appartenenza politica, c’è un obbiettivo comune che si chiama Mezzogiorno d’Italia rispetto al quale, per esempio, io e Lombardo, che viviamo in due pianeti completamente differenti, non abbiamo avuto alcuna esitazione a incontrarci e a far vivere il senso politico di questa operazione. Il problema politico c’e’ se c’e’ una parte di Sud che non si schiera in questo processo. Se ci fosse una parte di Sud che fuoriesce, ci sarebbe un problema per quella parte di dare una spiegazione alla propria popolazione. Se esiste una questione meridionale che tutte le regioni stanno provando a porre, qualcuno che non siede a questo tavolo dovra’ spiegare la sua assenza”. ”L’operazione politica -ha sottolineato Vendola- vale la pena di farla perche’, purtroppo, da 20 anni esiste la questione settentrionale e non quella meridionale. Del resto i presidenti di regione hanno avuto momenti unitari in polemica o in sintonia con qualunque governo: non hanno fatto di questo una pregiudiziale”.
Mariuccia Manganelli