(Adnkronos) – Dal concordato alla stretta al sommerso. Il governo lavora sul doppio binario del fisco ‘amico’ e dello smantellamento del sommerso per allargare la base imponibile e recuperare risorse strutturali, e non, per le casse dello Stato.
Accanto al concordato infatti il ddl Bilancio punta alla tracciabilità dei pagamenti, anche micro, per riportare a galla transazioni occultate all’Erario con il collegamento tra registratori di cassa e Pos o l’obbligo di pagamenti elettronici per le spese di trasferta deducibili, tra le altre misure.
Secondo fonti della maggioranza si andrebbe verso una riapertura dei termini del concordato preventivo biennale che si è chiuso il 31 ottobre con un gettito intorno a 1,3 miliardi di euro, contro i 2 stimati. Potrebbe infatti approdare in Consiglio dei ministri di oggi una riapertura dei termini al 10 o 15 dicembre per poter usare le risorse a copertura di eventuali emendamenti per abbassare il secondo scaglione Irpef dal 35% al 33% per i redditi compresi tra i 28.000 e i 50.000 euro.
Dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri domani il decreto legge recante “misure urgenti per la riapertura dei termini di adesione al concordato preventivo biennale”. La misura figura, infatti, nell’ordine del giorno del preconsiglio, la riunione preparatoria del Cdm, convocata domani alle 9 in vista del Consiglio dei ministri che si terrà alle 10.30.
Dal 2026 i registratori di cassa degli esercenti saranno collegati ai Pos e alle App, utilizzate dai clienti per i pagamenti. La misura punta a smantellare quella zona grigia di possibile evasione se l’esercente che riceve il pagamento elettronico non emette lo scontrino fiscale.
Collegando i circa 3,2 milioni di Pos presenti in Italia al registratore di cassa telematico le transazioni vengono registrate in automatico come incassi e inviati all’Agenzia delle Entrate. Giro di vite sugli ‘sconti’ per le spese di trasferta o di rappresentanza: taxi, hotel, ristoranti. Dal 2025 se si vuole ottenere la deduzione bisognerà effettuare i pagamenti esclusivamente con assegni o carte di credito, debito e prepagate.
Pignoramento fino a un settimo della busta paga per gli statali che hanno debiti con l’Erario pari ad almeno 5mila euro. La manovra amplia il perimetro della lotta all’evasione abbassando la soglia di partenza dei salari ai quali si può applicare la stretta a 2.500 dai precedenti 5mila euro. Se non venissero approvati emendamenti in merito, potrebbe tornare a 90 euro annui il canone Rai dai 70 euro del 2024.
Il pagamento, per contrastare l’evasione, resta in bolletta elettrica. L’Ue ha accolto la proroga dell’obbligo di fatture elettroniche, richiesta dall’Italia lo scorso 11 aprile, fino al 31 dicembre 2025. La manovra introduce nuovi obblighi sugli affitti brevi. Il Codice identificativo nazionale (Cin), da acquisire improrogabilmente entro il primo gennaio 2025, dovrà essere inserito in dichiarazioni dei redditi e certificazione Unica.
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