Percorriamo insieme più di 150 Km, negli scenari di un paesaggio che cambia continuamente: dalle basiliche di Cimitile al castello di Avella, al Santuario di Montevergine sopra Avellino, superando i Monti Picentini, attraverso l’Ofantina, passando per Nusco il “balcone” dell’Irpinia fino a Calitri
La letteratura ed i luoghi comuni dipingono la Campania, ed il Mezzogiorno in generale, come terre del sole e del mare. Ma, se si prova ad entrare all’interno, dalla costa verso le montagne, si capirà che c’è ben altro: storia, bellezze paesaggistiche ed architettoniche, tradizioni, folclore, gastronomia. Il percorso che intraprendiamo da automobilisti ci permette di scoprire alcuni luoghi particolari della Campania, in particolare attraverso un complesso efficiente di viabilità che va da Napoli a Calitri, passando dunque per il Nolano e l’Irpinia.
Prima parte. Napoli-Nola, 30 Km.
L’autostrada A16 da Napoli Nord a Nola rappresenta un ottimo collegamento in grado di far ammirare all’automobilista quella distesa pianeggiante che un tempo costituiva l’identità della Campania Felix, terra fertilissima per il suolo vulcanico e per un clima che ha sempre favorito e reso perfetta qualsiasi tipologia di coltivazione: prodotti ortofrutticoli, alberi da frutta, noccioli, cereali, viti. Oggi purtroppo di Felix è rimasto ben poco a causa del problema rifiuti, delle discariche abusive e dei fuochi appiccati all’immondizia qua e là che hanno trasformato in Infelix il paesaggio, la salubrità dell’aria e di conseguenza le città che si attraversano. Per farsi un’idea della situazione che descrivo invito sia alla lettura di Campania Infelix di Bernardo Iovene e Nunzia Lombardi che alla visione di Campania In-felix, Unhappy Country di Ivana Corsale ma anche di dare uno sguardo al progetto “Rifiutarsi” di alcuni giovani https://www.facebook.com/rifiutarsi. Ma l’interno non è solo ed esclusivamente questo: all’automobilista che volesse percorrere questi 150 Km che portano da Napoli a Calitri la possibilità di effettuare soste non affrettate sarà in grado di regalare momenti unici di relax ed stupore. Probabilmente però è con il treno, la Circumvesuviana, linea Napoli-Baiano, che si può ammirare in tutta la sua bellezza lo spettacolo di questo paesaggio: peccato che attualmente l’azienda stia attraversando un periodo nero e per via degli ingenti debiti sta causando disagi per i tanti lavoratori pendolari che ogni giorno si servono del mezzo treno. Mentre si viaggia in autostrada ci si rende conto che ci si lascia sulla destra il versante settentrionale del complesso vulcanico vesuviano e quello che a prima vista potrebbe sembrare il Vesuvio non è altro che il Monte Somma che lo copre, coperto di fitte boscaglie e inciso da solchi torrentizi, e che, con il suo punto più alto “Punta del Nasone” (1.132 metri), rientra nel Parco Nazionale del Vesuvio (fin dal 1995). Alla base del Monte i paesi di Somma Vesuviana, Sant’Anastasia, San Giuseppe Vesuviano, in agglomerati di case e palazzi. Simmetricamente, sulla parte sinistra, è possibile scorgere prima i complessi industriali di Pomigliano d’Arco con alle spalle una fila di montagne cavate e poi tra le campagne nolane il complesso Cis-Interporto e l’opera architettonica firmata Renzo Piano “Vulcano Buono”, centro commerciale a forma di vulcano appunto. Le montagne cavate sono i monti di Caserta che proseguendo man mano vengono affiancati dalla dorsale dei monti di Avella che scende poi dolcemente verso la pianura. Ormai le cave di calcare cementizio soprattutto nei monti di Caserta rappresentano l’80% del paesaggio: sul versante nolano invece salendo da Nola a Baiano è un pugno nell’occhio la cava Marinelli, sul monte Visciano, ormai sempre più estesa per le concessioni su concessioni che ottiene questa potente famiglia. A lato della cava l’impianto STIR di Tufino e le due vecchie discariche di Paenzano I e Paenzano II nonché un impianto di sfruttamento di energia da Biogas. In questi anni i paesi tra Nola e Baiano stanno protestando, discutendo e litigando, da un lato per il problema rifiuti e per i vari accordi di programma con cui si vorrebbe, ed in parte già si fa in maniera non lecita, scaricare il “tal quale” di Napoli nell’impianto di tritovagliatura STIR di Tufino; dall’altro per la problematica legata al PRAE (Piano regolatore attività estrattiva) che sta consentendo ancora che le polveri ricoprano strade e vegetazione di questo angolo della Campania, antica meta di scampagnate salutari.
Questa è solo la prima puntata  del reportage. Tra qualche giorno pubblicheremo la seconda.
Fioravante Conte