Nel pieno del Parco nazionale del Cilento c’è Stio, un piccolo paesino con poco più di mille abitanti, attraente per la sagra estiva dei Ciccimmaretati, per la Fiera settembrina della Croce o ancora per la festa autunnale dedicata alla castagna. Sapori, tradizioni e cucina cilentana
Arrivarci non è un’impresa semplice. Soprattutto di sera, quelle sere d’estate in cui la visibilità è un po’ appannata a causa della canicola. Nel mezzo del Parco Nazionale del Cilento. Mi sembra di sentire ancora nelle orecchie le imprecazioni di mio padre mentre ci avventuriamo nel mezzo delle campagne cilentane. Avevo semplicemente sbagliato uscita. Il mio consiglio? Uscita Vallo Della Lucania. Sulla spiaggia per più di una settimana, ogni giorno, mi trovavo ai piedi della consumata sedia a sdraio il segnalibro di “Ciccimmaretati†nella Piana di Stio. Un segnalibro pubblicità , le nuove regole del Marketing: invogliare le persone a trattenere un oggetto che possa nello stesso tempo ricordarti un evento, una manifestazione, un’azienda. Ed ecco tutti i libri dell’Estate riempirsi di questa sottile linguetta nera che presenta la scritta composta con i prodotti che verranno cucinati e osannati a Stio. Le “I†sono carote, le “Câ€sono ceci, fagioli e così via. 17-23 Agosto sono i giorni a loro dedicati.Io ci vado con un gruppo molto numeroso di amici e genitori. Siamo circa trenta persone. Il primo consiglio che posso dare a chi ci andrà quest’estate, anzi il secondo dopo l’uscita, è quello di non muoversi troppo tardi. Bisogna prenotare. La gente è molta ed i tavoli di legno,le panchine e le coperture di paglia sono strapiene. Chiamano i gruppi al megafono e ti fanno sedere. Ti portano il sottotavola che funge anche da menù e puoi ordinare ciò che più ti aggrada ai tanti giovani vestiti con abiti della tradizione campagnola. La location è un bosco di castagneti secolari in cui vengono cucinati i piatti poveri della tradizione gastronomica cilentana. Proprio la castagna è inoltre una delle maggiori risorse del paese a cui è dedicata una sagra in autunno, tra ottobre e novembre. Il nome della manifestazione viene dal suo piatto principe, i ciccimmaretati appunto, zuppa di legumi nata in tempi in cui i contadini “sposavano nel tiano†le rimanenze di tutti i legumi rimasti in casa. Per quanto riguarda l’origine del toponimo “Stio†sono state avanzate varie ipotesi: o da un personale “Hostilius†oppure dal fantasioso richiamo “aestivusâ€, legato al soggiorno estivo delle pecore. C’è anche chi fa risalire il nome ad “ostium†indicando con esso l’ingresso allo Stato di Magliano, uno dei cinque stati della normanna Baronia di Novi. L’aria è fresca per essere nel bel mezzo dell’estate ed è importante portarsi un maglioncino di filo o un giubbetto. Questo è il terzo consiglio. Particolare poi è, dopo aver mangiato, la possibilità di partecipare al “Delitto nel boscoâ€, una vera e propria rappresentazione teatrale tra balle di paglia ed alberi, in una sorta di anfiteatro naturale, in cui una compagnia mette in scena un delitto dando numerosi indizi agli spettatori per far indovinare il colpevole, l’assassino. Un giro nel primo pomeriggio in questo piccolo paese di appena 1200 abitanti per apprezzare i pascoli, i boschi e le sorgenti naturali di cui il territorio abbonda. Lo stesso nome Gorga, attribuito ad una frazione, dalla sua derivazione latina “gurges†sembra riferirsi proprio alle grandi sorgenti perenni da cui ha origine il fiume Alento. La storia di Stio è strettamente legata a quella della sua frazione e allo stato di Magliano. Il borgo era abitato già in epoca Enotria e Lucana, come testimoniano una serie di reperti rinvenuti in località “Chiano Rosario”, databili al VI V secolo a.C. Stio appartenne alla Contea di Magliano intorno all’anno Mille che comprendeva un territorio molto ampio in seguito diviso dai Normanni tra la Baronia di Novi e l’area circostante la via cilentana, quella che va verso Agropoli ed il bel mare di questo territorio. Con Federico II di Svevia, Magliano divenne feudo e passò nelle mani della famiglia Monteforte. Il paese venne duramente colpito dalla guerra del Vespro e dalla peste alla metà del Trecento. Nel periodo angioino Stio e Magliano passarono in feudo ai Sanseverino, conti di Capaccio, poi dal 1489 alla famiglia Carafa e dal Cinquecento ai Pignatelli di Monteleone. Quando la feudalità fu abolita, il paese era in mano alla famiglia Pasca. Quest’anno se vi trovate in Cilento nel periodo tra agosto e settembre, avete due possibilità : godere della sagra dei Ciccimmaretati e il primo settembre vedere la Fiera della Croce, oggi avvenimento di richiamo folcloristico ma un tempo occasione di incontro per mercanti di tutta Europa, in particolare francesi ed olandesi, soprattutto per il commercio della seta. Si parla della Fiera della Croce come della più antica del Cilento, di origine Medioevale, ad opera dei monaci Basiliani della cappella di “Santa Maria della Croce” che richiamavano i pellegrini non soltanto per visitare la preziosa reliquia della croce, portata in loco per volere di San Nilo, ma anche appunto per commerciare i propri prodotti. Durante il pomeriggio ho avuto la possibilità di visitare la Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, risalente al XVI secolo con l’altare maggiore dedicato ai due apostoli appunto, un bel coro ed una facciata a tre portali con campanile. Al centro la Chiesa di San Giovanni Battista, la chiesa dei cinque altari con un campanile a tre campane ornato da un orologio. Lo sguardo si addolcisce poi alla vista dei Mulini, o meglio dei ruderi di alcuni mulini ad acqua, in un’area collegata al centro abitato di Stio grazie ad un sentiero di due chilometri. Il Santo patrono è San Pasquale a cui viene dedicata la Festa del 17 maggio, e l’ultima domenica di Agosto così da creare un iter unicum dalla sagra dei Ciccimmaretati fino alla fine della Fiera della Croce. Otre alla venerazione di San Pasquale Baylon,si festeggia anche San Vito il 15 giugno. Uno sguardo curioso all’Esposizione della chitarra battente cilentana, uno dei simboli dell’identità collettiva di molti popoli del Meridione ed una passeggiata piacevole nell’intrigo affascinante di vicoli stretti, corti e piazzette di Gorga con una sosta alla Chiesa di San Gennaro possono impreziosire la permanenza in quest’area cilentana. Se poi doveste trovarvi nel periodo di dicembre a Gorga, potreste godervi la Festa del fagiolo Regina. Insomma a Stio, c’è spazio davvero per tutti i gusti.
Fioravante Conte