Da Paul Klee ad Andy Warhol, da Vittorio de Sica a Franco Zeffirelli, passando per Roberto Rossellini e Sergio Leoni, sulle note di Stravinsky e Wilhelm Kempff. Moda, eleganza e dolce vita.
Benvenuti nella splendida Positano
 Posa, posa! Posa, posa! Posa, posa! Per ben tre volte rimbombarono queste parole nella concavità della baia di Positano: è la leggenda medievale che lega Positano alla Madonna nera tuttora custodita e venerata nella Collegiata di Santa Maria Assunta. Ma molte sono le ipotesi formulate sulla nascita dell’incantevole città : da colonia di Fenici per la presenza delle tradizionali scale tipiche di quel popolo a città picentina secondo Strabone, a città etrusca secondo Plinio. O forse proprio romana ad opera di alcuni senatori e nobili romani al seguito di Tiberio. Il toponimo probabilmente potrebbe derivare dal nome di alcuni liberti di età claudia, i Posidii, che avevano acquisito un possedimento in zona. E poi c’è il mito che vuole Positano fondata da Poseidone, il dio del mare Nettuno, per amore della ninfa Pasitea da lui amata. La leggenda medievale dice che durante la lotta iconoclasta dell’VIII secolo giunse sulle coste di Positano una nave proveniente dalle aree orientali, probabilmente dalla Grecia, che portava con sé, tra le altre cose, una tavola di cedro dal Libano “larga quattro palmi e lunga undici” su cui un esperto artefice aveva dipinto la figura di una Madonna nera col Bambino Gesù in braccio. Quando la nave arrivò davanti alla località detta Ginestra o Mortella, il pilota udì per tre volte appunto quella voce che venne interpretata come segno della volontà della Madonna di fermarsi in quel luogo. Quel luogo è dove sorge oggi la Collegiata di Santa Maria Assunta. In realtà su quella spiaggia dove ora sorge la Chiesa i Romani costruirono una villa ricca patrizia ora appunto sepolta.
La storia di Positano nel suo inizio è strettamente legata alle vicende della Repubblica marinara di Amalfi:successivamente, nell’epoca normanna, con Ruggiero II, il territorio di Positano fu assegnato e dunque ceduto al Monastero benedettino di San Vito. Il potere esercitato su Positano era quadruplice: quello di re Ruggiero II, quello del Ducato di Napoli, quello del Ducato di Amalfi e quello religioso dell’Abbazia Positana. Di fronte ad una tale confusione di potere si affermò sempre più la classe mercantile positanese che mirò soprattutto a difendere i propri interessi economici realizzando scambi in tutti i porti del Mediterraneo. Seguirono anche periodi tristi, specie con la dominazione Angioina ed Aragonese che vide la contrada più volte esposta alla offese prima dei pirati saraceni e poi di quelli turchi. Per difendersi dalle continue incursioni piratesche, i positanesi eressero a propria difesa tre torri di guardia che ancora oggi fanno bella mostra di sé a Fornillo, alla Trasita e alla Sponda, ed altre all’interno dell’abitato. Abbandonata dalla maggior parte dei suoi abitanti nel XVIII secolo, nel periodo borbonico conosce un periodo di tranquillità per poi cominciare ad affermarsi nei primi decenni del Novecento. L’unità d’Italia costrinse molti positanesi, come tanti altri meridionali, ad emigrare oltre Atlantico dove la fortuna arrise a qualcuno di loro. Dopo la prima guerra mondiale, nella quale Positano pagò un altissimo tributo di sangue, questo paese, nel quale già si rifugiavano grandi artisti come Vincenzo Caprile, divenne asilo per tanti artisti e letterati che la elessero a loro dimora godendo, finalmente, di pace e tranquillità . Tra i tanti pittori ricordiamo Alberto Burri, Carlo Carrà , Enrico Paolucci, Raffaele Bella, Mino Maccari, Franco Angeli, Felice Casorati, Fortunato Depero, Paul Klee, Pablo Picasso ed Eduardo Arroyo, fino a Karl Escher ed Andy Warhol. Il boom turistico si è avuto nel secondo dopoguerra, ma pur avendo avuto un intenso sviluppo, Positano ha saputo conservare la sua caratteristica peculiare di città verticale e la sua architettura solare con i suoi angoli suggestivi e panoramici. La fama della città ha attratto anche numerosi registi ed attori: Vittorio de Sica, Andreina Pagnani, Alberto Sordi, Romolo Valli, Franco Zeffirelli, Roberto Rossellini, Eduardo de Filippo, Liz Taylor e Richard Burton, Laurence Olivier e Jan Plowright, Aroldo Tieri e Giuliano LoJodice, Vittorio Caprioli, Sergio Leone, Gregory Peck, Liza Minnelli, Claudette Colbert, Tina Aumont, Ben Gazzara, Anthony Quinn e molti altri. Numerosi sono stati anche i musicisti e gi scrittori tra cui Paul Hindemith, Igor Stravinsky, Arturo Toscanini, Yehidi Menuhin, Wilhelm Kempff, Roman Vlad, Nino Rota, Leonard Bernstein, Henry Mancini, Giancarlo Menotti, John Steinbeck, Tennessee Williams, Alberto Moravia, Corrado Alvaro, Riccardo Bacchelli, Elsa Morante, Luigi Pirandello e Dino Buzzati.
L’ideale per godere a pieno delle bellezze di Positano e della costiera amalfitana in generale sarebbe possedere o affittare una barca perché molte baie sono inaccessibili dall’alto e dunque raggiungibili solo via mare. E proprio sul mare a tre miglia di distanza dalla costa si ergono Li Galli o Sirenuse, piccolo arcipelago composto da tre isolotti; il Gallo lungo, la Rotonda e il Castelluccio, ritenuto da sempre, mitica dimora delle ammalianti Sirene e divenute in questi ultimi tempi rifugio degli artisti Massine e Nurejev. Oggi Positano è una delle località turistiche più apprezzate del mondo. Ma la città non ha saputo primeggiare solo dal punto di vista turistico. C’è un’altra eccellenza per i Positanesi: è la moda. Girando per le tipiche stradine ci si può rendere conto di quanto belle e caratteristiche siano le boutique, ognuna con un proprio stile ed una propria eleganza. Si tratta di un punto di riferimento internazionale: vie e vicoli ricche di boutique per una clientela esigente e cosmopolita. Ed è un’eccellenza che parte da lontano come ci testimonia Errico Talamo nella sua “Monografia della città di Positano”, dal canovaccio, dall’industria dei “filugelli”, dalle Suore della Carità che negli anni Cinquanta del Novecento insegnarono alle donne del posto e alle bambine la delicata arte del merletto a tombolo. E poi c’è il Sentiero degli Dei che forse è il più famoso non solo della nostra penisola, ma del mondo. Si snoda lungo un tratto della Costiera Amalfitana, tra Bomerano, località di Agerola, e Nocelle, frazione di Positano, piccolissimo borgo dalla bellezza antica, dove neanche le auto possono arrivare. Gran parte del percorso non presenta grandi dislivelli e proprio per la sua semplicità e bellezza questa tranquilla escursione attira molti visitatori. I monti scoscesi e verdeggianti di mirto, carrubi, lentisco quasi precipitano verso il mare formando insenature e anfratti, sembra quasi di camminare sospesi tra le nuvole, non a caso la leggenda narra che tale sentiero fu scelto dalle divinità per scendere dal cielo e raggiungere il mare. Ecco quindi il significato del nome “Sentiero degli Dei”. Da assaporare lentamente passo dopo passo, sospesi in cielo.
Terrazze, agrumeti, palmizi, scale, vicoli e vicoletti. Poche strade. Architettura particolare: case di forma cubica dotate di un piccolo portico dipinte in bianco, rosa, rosso, arancio. Anche gli edifici religiosi sono caratteristici: la Collegiata di Santa Maria Assunta , la Chiesa Nuova, la Chiesa di San Giacomo e la Chiesa di Santa Margherita.
Cosa fare a Positano? Innanzitutto la prima cosa da non fare se si arriva in auto è fermarsi al primo parcheggio che si trova: innanzitutto i prezzi vanno in base alle cilindrate delle auto ma ogni parcheggio poi fa il prezzo di testa sua. Mi hanno addirittura chiesto sette euro all’ora per un’auto 1400 a benzina! Ma poi scendendo e chiedendoci sono parcheggi più economici. Seconda cosa: d’obbligo girare per il paese senza meta ma con lo spirito degli antichi: lo spirito del godere di ogni veduta, di osservare ed ammirare per rifocillare lo spirito. Un giro nei negozietti, tra mocassini e limoncello e dulcis in fundo, pranzo o cena in uno dei numerosi ed ottimi ristoranti della città . La Cambusa proprio nel cuore di Positano, nella piazzetta di fronte alla spiaggia, in una specie di terrazza-veranda; oppure nell’elegantissimo Le Terrazze in posizione splendida sul mare con vista su Praiano e Positano e suggestiva cantina scavata nella roccia.
Un mio consiglio: una visita al quartiere Liparlati, poco noto al turismo di massa positanese, è la “città morta” di Stefan Andres, il famoso scrittore tedesco che, esule per l’opposizione al nazionalsocialismo, trascorse a Positano gli anni lunghi dell’emigrazione e dalla sua casa arroccata sul mare, ha dato vita a tutta la sua indole artistica con poesie, opere pittoriche e disegni, riservando così ai posteri i profili storici della piccola città sul mare. “Città morta” è il nome che nasce in seguito alla massiccia emigrazione dell’inizio del secolo scorso che lasciò vuote le abitazioni del quartiere. Tale evento ha così consentito a Liparlati di conservare il suo patrimonio architettonico particolarmente integro. La passeggiata fino alla chiesa di San Giacomo è particolare per l’intrecciarsi di vecchie stradine e la presenza del vecchio cimitero che custodisce le spoglie dei personaggi illustri di Positano. L’optimum sarebbe recarsi il 25 luglio in questo quartiere quando si festeggia San Giacomo. Anche “l’artista delle case”, Nazario Fusco, abita questa zona. Vi è la presenza anche di una grotta utilizzata come rifugio durante la seconda guerra mondiale dai positanesi: fermandosi qua e là a chiacchierare con gli anziani del posto vi si aprirà di sicuro una nuova visione della città magica di Positano, fatta di tante storie e racconti, a volte veri a volte frutto di fantasia e leggende che questo posto semplicemente alimenta ed ispira. Ci si siede nella piccola piazzetta e con uno sguardo proiettato al mare si sogna… posa, posa, posa le tue preoccupazioni e ammira la bellezza nella sua esenza. Sei a Positano.
Fioravante Conte
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