A 80 Km da Salerno, nel cuore del Cilento, tra le colline coltivate a viti e castagni c’è Pellare, una frazione di Moio della Civitella che nel mese di Agosto attrae migliaia di giovani grazie ai due giorni di ReWine, una sorta di Bacchanalia dei tempi moderni
Ho deciso dall’anno scorso per questa estate. Nel momento in cui vivevo la nottata del ReWine ed il senso del luogo veniva incontro a me ospite viaggiante. Avevo già in mente cosa fare nei giorni a cavallo di Ferragosto in questo 2013 nel momento in cui vivevo quelli del 2012. Alla fine, una sorta di viaggio che racconto e racconterò. Vivrò due giorni a Pellare, una frazione di Moio della Civitella, nel cuore pulsante e vivo del Cilento: quello delle tradizioni, della buona cucina, del buon vino. Tra le colline del Cilento occidentale si celebra Bacco ed il vino. Era il vecchio evento delle “Notti di Bacco†che è passato sulla costa, ad Ascea Marina, lasciando così la vera magia dell’evento unicamente a questo luogo che ha solo dovuto cambiare il nome in ReWine. Da giovane scapestrato e viveur, posso dire che si tratta di uno dei più begli eventi estivi del Sud Italia. Non avrei mai pensato di trovarmi di fronte ad una festa del genere, avventurandomi con un gruppo folto di amici, dispersi in più auto. Una piacevolissima sorpresa. Non ha nulla di storico, né religioso, né tradizionalmente sentito. Sono semplicemente dei Bacchanalia, giorni in cui migliaia e migliaia di giovani provenienti da tutta Italia colonizzano questo villaggio agricolo. Vino in ogni anfratto e bottiglie che passano di mano in mano, per una festa totale. Le piazze gremite di gente che balla, beve e si diverte. Non so se c’è stata qualche tipologia di rissa ma ho avuto la dolce impressione che tutti fossero lì esclusivamente per divertirsi, senza pensare nemmeno minimamente alla violenza. Ma forse semplicemente non lo so. In bella mostra, da veri protagonisti, i prodotti e la cucina tipica cilentana che in circa trenta stands dislocati in tutto il paesino offrono il meglio della genuinità del luogo. Il “borgo diVino†con il suo ReWine, grazie ad una sapiente e studiata campagna di comunicazione, offre un esempio concreto di come dovrebbero essere sfruttate queste tipologie di località e soprattutto come dovrebbero essere valorizzati questi luoghi attraverso uno sfruttamento intelligente dei fondi che l’Unione Europea mette a disposizione. Un modello da esportare perché capace di creare una virtuosità nel movimento di turisti-viaggiatori verso questa parte del Cilento. L’associazione culturale che la cura ha il nome già di per sé eloquente “Vinuzzuglia†e adotta come logo un uomo che spinge una bottiglia di vino, un po’ come Sisifo ed il suo masso. Le serate vivono nell’attesa del miracolo del vino. Ecco allora che arriva il Bacco umano portato in processione su di una lettiga ed ecco che al suo passaggio l’acqua della fontana centrale, detta dei Tre Carciofi, si trasforma in vino con tanti adoranti alle sue bocche. C’è chi continua a ballare senza cognizione del tempo e dello spazio, chi riempie le varie bottiglie che ha già bevuto fino a quel momento, chi si bacia, chi ride e chi grida. Gli “enfants terribles†sono soprattutto giovani cinquantenni che osannano Bacco e la sua essenza. Zampilli rossi, odore pesante di aliti ubriachi. Ben lontano è il Bacchino malato di Michelangelo Merisi. Questo è osannato. Ogni piazza presenta le sue specialità culinarie e la sua musica. Ce n’è per tutti i gusti: tarantella e canti popolari, pizzica, musica napoletana, latinoamericani, dance. Ogni atrio è aperto e sforna delizie per tutti i gusti. Quest’anno nella piazza centrale si è ballato fino a notte inoltrata grazie alla partecipazione dei club più rinomati del Cilento che hanno messo a disposizione il loro staff per l’evento. Il San Pietro Music Hall, ormai da venti anni il club più rinomato del Cilento, ha fatto letteralmente impazzire la piazza di Pellare. La frazione mantiene ancora i suoi antri tipici, la pietra scura, i palazzi antichi, le vecchie botteghe della pelle: la lavorazione della pelle era la maggiore attività economica dell’area, la cui origine sarebbe legata all’insediamento nel Quattrocento di alcune famiglie e maestranze di origine ebraica. Tutto è studiato, gli addobbi, le luci che colpiscono i palloncini agghindati a grappoli verdi e viola, le botti di legno tra lampioni e case. In bilico, sospesi, come le preoccupazioni di chi arriva: non possono far altro che essere relegate al di fuori dalla mente per i due giorni del ReWine. Di sicuro. Pellis, la pelle, è anche alla base del nome di Pellare, frazione di Moio della Civitella, paesi indissolubilmente legati da una storia già importante a partire dal V secolo a.C. come “frurion†di Velia. Insomma un avamposto fortificato per il controllo del passo. Scampato durante la guerra del Vespro alla distruzione che coinvolse molti centri cilentani, il paese passò sotto il dominio aragonese. Passò poi ai Carafa, ai Pignatelli, ai Zattara ed infine alla famiglia Ciardulli. Nel periodo aragonese il centro urbano iniziò ad espandersi intorno alla parrocchiale di Santa Veneranda risalente al XVI secolo a tre navate, pavimento di marmo, coro con scanni, sacrestia, campanile con orologio. Di particolare interesse la Cappella dell’Annunziata o Madonna della Civitella, situata sulla collina omonima, e la Chiesa di San Bartolomeo Apostolo di Pellare ricostruita nel 1701 sui ruderi di quella romanica in cui è tutto da ammirare il cosiddetto altare dell’Assunzione. Interessante la Chiesa di San Francesco di fine 1500. Di interessante nella piccola frazione c’è poi anche un Museo della civiltà contadina. Un notevole impulso al paese è stato dato dalla vicinanza di Vallo della Lucania che ha avuto una notevole espansione urbana grazie alla localizzazione di molti servizi e uffici sul proprio territorio, favorita anche dal fatto di essere attraversata dalla statale 488 che collega Stio (https://www.cinquecolonne.it/ccm/?p=1344) con Vallo della Lucania. Questa strada si trasforma in una unica fila di auto ed autobus. Sicuramente per un attimo passerà per la testa l’espressione “ma chi me l’ha fatto fare di venire fin quiâ€. Beh, scompare appena si comincia a passeggiare per il paese e a vedere l’incredibile atmosfera che si respira. Per non parlare dell’offerta culinaria. Non le ricordo nemmeno tutte le pietanze che si possono assaggiare! Dipende semplicemente dai tuoi gusti: fusiddi con sugo di castrato, peperoni imbuttunati, pizza fritta e pizza chiena, cavatielli al sugo, arrosticini, panini salsicce e friarielli, cinghiale. Un evento che costituisce anche un’importante spinta all’economia del comune, che si basa soprattutto sulla viticoltura e sulla coltivazione del castagno. La cosa migliore sarebbe organizzarsi o rimanendo nei vari b&b, alberghetti o casupole private che sfruttano l’evento per un giusto guadagno oppure con i sempre più numerosi pullman organizzati che in quei giorni collegano molte città d’Italia con questo piccolissimo paese. E se qualche ragazzo stesse leggendo queste mie considerazioni, sia egli di un paesino del beneventano o dell’alta irpinia, o del napoletano o al di fuori della Campania, potrebbe prendere spunto per organizzare quest’estate un pullman diretto in questo luogo e magari guadagnare anche qualcosa di soldi offrendo allo stesso tempo un qualcosa di unico. Non mettersi alla guida però, è la cosa più giusta da fare soprattutto perché è praticamente impossibile non bere vino. Praticamente un evento di “ciovani per i ciovaniâ€. Di spirito soprattutto.
Fioravante Conte