Siamo nella parte meridionale dell’Irpinia, a Nusco, altro paese che viene annoverato dal Club de “I borghi più Belli d’Italia” tra le località più emozionanti in Campania assieme ad Albori, Atrani, Castellabate, Cusano Mutri e Furore.
Il paesaggio dal paese di Nusco è straordinario, è come un balcone che si affaccia sull’intera Irpinia, dai piedi del Montagnone di Nusco fino alle alte valli del Calore e dell’Ofanto. Abitata fin dall’antichità , il toponimo potrebbe rifarsi a parole latine antiche o medievali come nobiscum (con noi) o nosco (conosco) ed altre varie: quella più verisimile sembrerebbe essere muscus, muschio, reso nel dialetto della zona con il termine “nusco”.
Famosa la tradizione del falò nella notte che si ripete ogni anno dal 14 al 17 Gennaio, giorno in ci si celebra appunto Sant’Antonio Abate con l’accensione della cosiddetta “vampa e’ Sant’antuono” e rappresenta l’occasione anche per abbinare la settimana bianca a Lago Laceno, unica località sciisitica campana a due passi a Nusco, con una visita a questa Atene dell’Irpinia, come è stata definita dagli storici. Quest’anno sono state circa 20.000 le visite in Irpinia per la festa del santo, protettore degli animali e della comunità contadina. Storicamente i primi fuochi vennero accesi per scacciare la peste, che nel 1656 solo a Nusco fece registrare ben 1200 vittime. In tutto il Regno di Napoli, alla fine del XVII secolo, veniva distribuito il pane di Sant’Antonio, preparato con la parte più pura del grasso di un maiale in tenera età . Si trattava di una sorta di unguento per curare l’infezione da Herpes Zoster, detto appunto il “fuoco di Sant’Antonio”. Le fiamme dedicate alla ricorrenza del 17 gennaio venivano quindi accese per purificare i luoghi ma anche i corpi, invocando le virtù taumaturgiche del santo. Ancora oggi il 17 gennaio agli incroci delle strade vengono accesi dei falò che segnano l’inizio del periodo di Carnevaleche termina poi con la lettura del “testamento di Carnevale”, una serie di strofette in vernacolo studiate e composte per prendere in giro i personaggi locali più conosciuti.
La storia civile di Nusco corre di pari passo con la vita ecclesiastica: dall’istituzione della diocesi risalente al 1080 quando Amato divenne primo vescovo, fino al 1986, anno in cui sono state aggregate le diocesi di Nusco e Sant’Angelo dei Lombardi, i vescovi succedutisi sono stati ben 67. Amato morì nel 1093 in concetto di santità donando tutti i suoi averi alla chiesa cattedrale che aveva fatto costruire lui stesso e guadagnandosi così il riconoscimento di santo e patrono del paese. Oggi la festa patronale si festeggia due volte: 28 maggio e 30 settembre.
Cosa visitare a Nusco? Innanzitutto il centro storico: costituitosi intorno al primo nucleo medievale presenta viuzze strette e irregolari, impreziosite da chiese, palazzi nobiliari, case gentilizie e strutture ecclesiastiche in generale. I pochi resti del Castello di origine longobardo-normanna lasciano il ruolo di prima donna alla splendida Cattedrale dalla facciata composita e l’interno a tre navate divise da pilastri che reggono archi a tutto sesto. Sotto il transetto la cripta è in stile gotico a differenza dell’antica struttura romanica dell’intero edificio. Impreziosiscono l’interno gli altari settecenteschi in marmi policromo, le opere scultoree e le opere lignee tra cui spicca per importanza il pergamo, risalente al 1600 ed il trono del 1744-50 con la raffigurazione del patrono Sant’Amato. Una visita la merita anche la Chiesa di Sant’Antonio che conserva il portale della Cattedrale risalente alla metà del XVI secolo. Barocca nella facciata è invece la Chiesa di San Giuseppe in piazza Vescovado. La più antica struttura ecclesiastica del paese si ritiene che sia la Chiesa della Santissima Trinità sulla scorta dell’attribuzione temporale di alcuni elementi come un Cristo Pantocratore, un’Annunciazione e San Cosmo e San Damiano sul paliotto dell’altare. Altre chiese da poter visitare sono la Chiesa di Santa Maria Vetere, la Chiesa della Madonna delle Grazie (distrutta dal terremoto del 1980), la Chiesa di San Giovanni, la Chiesa di San Rocco e dulcis in fundo la Chiesa della Madonna di Fontigliano, alle falde del Montagnone di Nusco.
Per quanto riguarda i palazzi e le case gentilizie, meritano di essere citate: Palazzo del Sordo, Palazzo Ciricetti, Palazzo Barbone, Palazzo Astrominica, Palazzo Calabrese e Palazzo della Saponara. Epigrafi di epoca augustea sono conservate nell’Antiquarium, numerosi poi sono i beni librari custoditi nella Biblioteca civica ed in quella del Seminario Vescovile.
Nusco è la città dei natali di Ciriaco De Mita, classe 1928, deputato al parlamento nel 1963, presidente del Consiglio dei Ministri nel 1988-1989 ed uno degli uomini di grande esperienza del panorama politico attuale. Il territorio di Nusco abbonda di pascoli, vigneti, noceti, frutteti, castagneti e boschi. La maggior parte della popolazione nuscana è ancora del tutto dedita all’agricoltura ed all’artigianato: si differenzia la frazione di Ponteromito in cui la fanno da padrone attività commerciali ed industriali. E tutta la bontà della terra e delle tradizioni mista ad una forte dose di entusiasmo ha reso possibile il miracolo dello chef Antonio Pisaniello e di sua moglie Jenny: insieme hanno dato vita alla Locanda di Bu, uno splendido locale, dall’eleganza innata, immerso nei colori del paesaggio irpino. I piatti di Pisaniello sono giocati sulla tradizione, sugli ingredienti locali mescolati con l’esperienza di chi ha girato il mondo per sperimentare, imparando a proporre ciò che è locale in una forma immediatamente accettabile da chi parla un linguaggio internazionale. Una cucina glocal, localmente globale, fatta di sapienti abbinamenti e di arte culinaria assoluta. Magnifici i “cecaluccoli” (cavatielli) con asparagi, guanciale e pepe nero, i paccheri con pomodoro, basilico e crema di fior di latte oppure conditi con zucca e pancetta croccante. E nella frazione di Ponteromito sta prendendo piede un altro progetto di Pisaniello: Il Gastronomo. Provate a farvi una scappata nei prossimi mesi, per assaporare una cucina speciale e chiudere al meglio la vostra giornata a Nusco, “Atene balconata dell’Irpinia”.
Fioravante Conte
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