A 50 Km da Avellino, uscendo dall’autostrada A16 a Grottaminarda si raggiunge facilmente il vasto territorio di Ariano Irpino, abitato fin dal neolitico e rigeneratosi nel tempo ogni volta dopo i frequenti e disastrosi eventi sismici. Un pittoresco centro abitato arricchito da vedute mozzafiato, chiese, musei e dal magnifico castello
Ariano fino al 1868, Ariano Pugliese per via della sua posizione tra Campania e Puglia fino al 1930. Ariano Irpino oggi. Situata su tre colli in posizione dominante sulla valle, la città di Ariano Irpino presenta un vastissimo territorio di 190 Kmq circa che lo rende il paese più grande in Campania ed uno dei più grandi nell’intera penisola italiana. Tante le ipotesi sull’etimologia del nome come quella che la fa derivare dal latino Ab Ara Lani, ovvero da un sacellum (diminutivo di sacrum, significa “recinto sacro”) edificato in onore di Giano, uno degli dei romani-italici più antichi. L’ipotesi però più documentata che cita Leone Ostiense nella Cronaca” del 797 vede il nome derivare da una forma prediale del personale latino Arrius. Le origini del paese risalgono all’età del Neolitico come individuato da Ugo Rellini ed Italo Sgobbo negli anni Trenta del Novecento con la scoperta di uno degli insediamenti più significativi dell’Italia Meridionale. Sulla collina di Monte Gesso, in località “La Starza” lungo la statale (S.S.) 90 bis che conduce da Benevento a Foggia, sono ripartiti nuovi scavi dopo quelli effettuati dalla scuola britannica di Roma dal 1957 al 1962 condotti da D.H. Trump. La vita del villaggio nella preistoria fu davvero molto importante e si protrasse fino all’Età del Bronzo medio. Dopo questo periodo fu fondata dai Sanniti la città di “Aequum Tuticum” (dal significato di “campo pubblico”) in contrada Sant’Eleuterio che, passata sotto il dominio dei Romani, costituì uno snodo viario strategico tra l’incrocio della via Traiana est-ovest e la via Herculea. Con le invasioni barbariche cominciò la decadenza del sito che andò abbandonato anche in seguito a disastrosi terremoti come quello terribile del 350 a.C.. Il sito scelto per il nuovo insediamento fu quello in cui oggi sorge la Cattedrale sui resti di un tempio dedicato ad Apollo: il Tricolle, zona strategica, al riparo da invasioni perché difendibile per via della sua altura e perché appartato dalle grandi vie di comunicazione. Questo è il motivo che rende la cittadina la più importante roccaforte longobarda. Arriva poi il dominio Normanno con cui avviene la ricostruzione del Castello, ancora oggi visibile. Qui nel 1140, Ruggero II il Normanno, dux Apuliae et Siciliae, emana la nuova costituzione nelle famose Assise di Ariano e batte il Ducato, una nuova che durerà fino al 1860. Ai Normanni succedono gli Svevi, gli Angioini ed infine varie famiglie nobiliari: i Provenzale dei Desabramo, i Carafa ed i Gonzaga. Il 2 agosto 1585 la Città si riscatta dal regime feudale, diventa Città Regia e dipende da questo momento dal Vicerè del Regno delle Due Sicilie. Ariano Irpino nel corso dei secoli è stato duramente colpito da terribili terremoti che più volte l’hanno distrutto, molte volte quasi interamente. Per questo motivo sono andati perduti molti edifici anche di valore storico importante: ultimo in ordine cronologico il terribile terremoto del 23 Novembre 1980 in cui ci si trovò di fronte ad una catastrofe che decimò la popolazione e segnò per sempre l’animo delle popolazioni irpine. Il Castello è il vero protagonista del centro storico: costruito dai Longobardi su di un colle e consolidatosi poi come castello normanno nell’XI secolo, presenta quattro grandi torri messe in comunicazione tra di loro tramite corridoi ricavati nello spessore dei bastioni. Il castello fu completamente rifatto dopo la distruzione del 1266 da Carlo D’Angiò e ampliato nel XV secolo ad opera di Ferrante d’Aragona. Due secoli più tardi il materiale in cui era costruito il castello servì unicamente per ricavare materiali edili. Alcune esplorazioni del 1992 hanno portato alla luce la cosiddetta Torre Grande, di forma quadrangolare. Il complesso del castello trova il suo completamento nell’antica villa comunale che gli gira intorno: grazie al panorama mozzafiato sulla valle circostante è considerato uno dei parchi più belli della Campania. Per quanto riguarda l’architettura religiosa, una visita obbligatoria da farsi è all’antico Duomo dell’Assunta. L’impianto risale all’XI secolo e ne è testimonianza la fonte battesimale all’interno che reca la data “1070”. Nel corso dei secoli la cattedrale è andata più volte distrutta e ricostruita: l’aspetto attuale si deve al vescovo Filippo Tipaldi che ne curò il restauro dopo il sisma del 1732. L’edificio presenta una scalea balaustrata a tenaglia che conduce all’ingresso, la facciata a capanna con frontone triangolare in stile romanico, tre rosoni raggiati e tre portali architravati che aprono all’interno su tre navate corrispondenti e su cui sono poste tre mensole con altorilievi rappresentanti Sant’Ottone (patrono del paese), Sant’Elziario e la Madonna dell’Assunta. Alle spalle della cattedrale c’è la torre Campanaria su tre livelli, interamente ricostruita dopo il sisma del 1980. L’interno è a croce latina, impreziosito da dipinti di Saverio Persico, dalla cappella della Visitazione dei primi del Seicento e da quella di Sant’Ottone con la statua in marmo del patrono e molti atri elementi del Sei/Settecento. Nella tesoreria della Chiesa si conservano invece: il reliquiario che custodisce le Sacre Spine, un avambraccio e il busto di Sant’Ottone rivestiti d’argento ed un ostensorio a forma di tempietto gotico.
Oltre al Duomo ci sono altri edifici religiosi che possono meritare una visita: la Chiesa di Sant’Anna per i due monumenti funerari del Sette-Ottocento; la Chiesa di San Pietro per la sua facciata, il suo portale e per la cappella della famiglia Passeri; la Collegiata di San Michele Arcangelo per il suo seggio vescovile del 1563; la Chiesa di San Francesco Saverio, quella di Sant’Agostino con l’annesso Convento degli Agostiniani, la Chiesa di San Giovanni e la Chiesa della Madonna del Carmine. Per quanto riguarda invece i palazzi del centro storico, sarebbe perfetto girare a piedi per le strade del paese ed osservare le splendide testimonianze di un passato abitato da famiglie nobiliari importanti: il Palazzo Bevere-Gambacorta, il Palazzo De Miranda, il Palazzo Vitoli-Cozzo, il Palazzo di Piano d’Afflitto (noto come “Palazzo della Duchessa”), il Palazzo Forte che ospita il Museo Civico o “della Ceramica” di Ariano, il Palazzo Anzano con la sua mostra permanente di archeologia. In via Mancini c’è il Museo “Giuseppina Arcucci” con documenti e testimonianze benedettine; nel Palazzo Vescovile si trovano l’Archivio Vescovile, l’Archivio Capitolare ed il Museo degli Argenti. Qualora ci si voglia allungare per vedere qualche altra cosa si può raggiungere lungo la strada che porta a Montecalvo Irpino, il Santuario di Valleluogo oppure in località Stratola la Torre delle Ciavole, oppure lungo l’antica via Regia per le Puglie, ammirare le quattro Fontane monumentali denominate rispettivamente Carpino della Pila, Fontana della Maddalena, Carpino della Tetta e Fontana di Ponte Gonnella. Insomma la città Ufita è tutta da gustare, dal centro storico all’Urbanistica Moderna, con il Corso Vittorio Emanuele, le vie XXV Aprile, Mancini, Calvario, D’Afflitto, il Corso Roma e le Piazze del Duomo, del Plebiscito, il Palazzo di Giustizia e la Villa Comunale. Al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, il paese si popola molto durante il periodo estivo e raccoglie sempre più gente anche grazie al programma dell’estate Arianese. Per le manifestazioni religiose invece abbiamo il 23 marzo Sant’Ottone, il 15 Maggio San Liberatore, il 27 Maggio Sant’Elziario, il 17 Agosto infine le Santissime Spine. Dove mangiamo dopo una giornata a passeggiare nella sterminata Ariano? Ottima La Pignata in Viale dei Tigli 7 soprattutto con i suoi fagioli, il pancotto ed il baccalà . Per i giovani e con gli amici, per passare ogni giorno della settimana in una location particolare ma con un’ottima cucina a supportarlo, il Batavia. I due proprietari, Antonio e Roberto, offrono le specialità del territorio con uno staff efficiente e numeroso ed intrattengono i propri ospiti con tante serate diverse, dal Karaoke al gioco a quiz “Il Cervellone”, passando per le Serate Latino-Americane e quelle Dance. In questo periodo di Natale si rinnova l’elezione di Miss Batavia. Se poi ci si vuole fermare una notte ad Ariano, c’è solo l’imbarazzo della scelta dagli Hotel (come l’Incontro) fino ai tanti agriturismi e bed & breakfast. Una cosa è sicura, Ariano anche nel periodo invernale mostra una gran cura per la propria immagine: e le splendide illuminazioni natalizie ne sono la prova: chilometri di luci blu ed oro fanno sentire il Natale ancora più vicino, anche se lì vicino c’è uno dei più grandi carceri della Regione. Ma è Natale anche per loro…
Fioravante Conte
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