(Adnkronos) – Si apre con Sanremo 2024 un anno speciale e pieno di musica per Fiorella Mannoia. L’artista torna in gara all’Ariston per la sesta volta con un brano ‘Mariposa’, di cui firma in prima persona il testo insieme a Cheope e Carlo Di Francesco, che racchiude un messaggio per lei particolarmente importante e che porta avanti con impegno in ogni occasione: l’orgoglio di essere donna.
Con le musiche di Carlo Di Francesco, Federica Abbate e Mattia Cerri, ‘Mariposa’ è un vero e proprio manifesto di donne. “Sono sempre le canzoni a portarti a Sanremo – racconta l’artista – e quando ho avuto tra le mani ‘Mariposa’ mi è sembrata quella giusta: una canzone forte, una canzone al femminile.
Un manifesto che sottolinea l’orgoglio di essere donne in tutte le nostre sfaccettature, nel bene e nel male, senza vittimismo, raccontandoci per quello che siamo, per quello che siamo state e per quello che saremo”. “Si parte ‘dalla strega in cima al rogo’ per arrivare alla descrizione di tante sfaccettature di donne e al fatto che possiamo essere anche terribili, siamo anche ‘uno specchio rotto’.
C’è tutto il racconto di come siamo attraversando, per quanto possibile fare in una canzone, anche il corso della storia”. Il brano, infatti, anche se non le cita, vuole essere un omaggio alle tre sorelle Mirabal che nel 1960 avevano cercato di opporsi al regime del dittatore Trujillo e che per questo vennero uccise il 25 novembre, giorno in cui ricorre la giornata contro la violenza sulle donne.
Un tema molto caro all’artista impegnata con la Fondazione Una nessuna centomila, citata anche nel brano sanremese: “La fondazione della quale sono la presidente onoraria è nata dopo il concerto di Campovolo con l’obiettivo di raccogliere fondi. Il 4 e il 5 di maggio di quest’anno saremo di nuovo all’Arena di Verona, non è escluso anche un altro evento, per raccogliere fondi per i centri di antiviolenza”.
Non solo raccolta fondi: “stiamo lavorando per cambiare la mentalità, sia degli uomini che delle donne. Siamo tutti vittime di stereotipi. Oggi c’è più consapevolezza della nostra emancipazione ed è su questo che dobbiamo lavorare. Ma dobbiamo farlo insieme”. E sulla violenza social: “prima certe cose si dicevano al bar. Adesso tutte le stupidaggini le scrivono su internet.
La rete non ha cambiato il popolo ma ha messo in evidenza quello che siamo”. Quanto al suo ritorno sul palco dell’Ariston (la prima volta era il 1981), Mannoia commenta: “tornare a Sanremo è un divertimento” e sugli outfit, tutti firmati Luisa Spagnoli, promette tanta alla femminilità. Sanremo rappresenta una prima importantissima tappa per Fiorella Mannoia che quest’anno ad aprile spegnerà 70 candeline: “penso ad un concerto con tutti gli amici ma sul quando è ancora presto per poterlo dire”.
Per l’artista si tratta della sesta partecipazione in concorso a Sanremo, a sette anni di distanza dalla partecipazione con “Che sia benedetta”, seconda classificata nel 2017, dietro Francesco Gabbani. Ed è proprio la scena di lui che si inginocchia davanti a lei quasi a scusarsi per aver vinto il Festival che ha fatto nascere l’indiscrezione sulla serata duetti.
Sarà proprio il cantautore toscano ad affiancarla sul palco dell’Ariston? “Non posso dire niente. Diciamo che mi piacerebbe ma mi appello al V emendamento” scherza l’artista. Infine il Fantasanremo: “quando due anni fa ho cantato con Sangiovanni mi hanno chiesto di dire ‘viva Pippo Baudo‘. Io l’ho fatto ma non avevo capito perché. Adesso me lo sono fatta spiegare ma ho capito poco”, racconta l’artista che promette: “quello che mi diranno di fare, se posso, lo farò”. di Loredana Errico
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