Siamo a Cimitile, un paese di settemila abitanti nell’agro nolano celebre per un complesso basilicale di sette edifici di culto di età paleocristiana e medievale e sede di un premio ad esso legato: il Premio Cimitile che si terrà in questi giorni ed è arrivato alla XV edizione
A vederla non sembrerebbe. Eppure questo piccolo paese a sei chilometri da Nola conserva nel suo centro storico un complesso monumentale unico al mondo. Sette sono gli edifici di culto di età paleocristiana e medievale dedicati ai santi Felice (patrono della città ), Gaulonio, Stefano, Tommaso e Giovanni, ai SS. Martiri e alla Madonna degli Angeli. Il tutto è partito da una necropoli pagana del II secolo d.C.: diventata cristiana si cominciarono a seppellire i morti in un coemeterium, termine da cui probabilmente trae origine il nome Cimitile. Probabilmente risale alla fine del III secolo d.C. la sepoltura del vescovo Felice sulla cui tomba poi si cominciò a costruire il primitivo edificio di culto, aula ad corpus. La tomba del santo divenne così meta di pellegrinaggi e tutt’attorno cominciarono a sorgere i primi nuclei abitati. La diffusione del culto del santo e la trasformazione del cimitero in un bellissimo santuario fu opera di un esponente dell’aristocrazia romana, Meropio Ponzio Paolino, meglio noto come Paolino di Nola, originario di Burdingala (attuale Bordeaux) e a cui è dedicata la famosissima Festa dei Gigli di Nola. Paolino infatti diventato vescovo di Nola nel 409 lasciò il monasterium, ingradì il cimitero e fece costruire la basilica nuova che comunicava, attraverso un passaggio a triplice arcata, con quella di San Felice. Dopo i sacchi di Alarico e Genserico, Cimitile passò sotto il dominio dei duchi longobardi di Benevento che conquistarono anche Nola. Il 1500 sancisce l’elevazione di Cimitile ad uno dei luoghi più significativi del mondo cattolico grazie a Papa Paolo V. Dal 1600 il casale di Cimitile passò alla famiglia degli Albertini per poi diventare autonomo nel XIX secolo. Tra i sette edifici di culto la più importante è senza dubbio la Basilica di San felice in Pincio che conserva il sepolcro del martire in un’arca formato da una celletta e da un’apertura che serviva di passaggio ai fedeli. Il sepolcro insieme al quadriportico fanno parte della più grande struttura che comprende la Basilica Vetus di cui sono rimasti solo degli archi, alcune basi di colonne e tre absidi. Vi sono poi la Chiesa di San Giovanni, la Basilica di Santo Stefano ad unica navata con ingresso tripartito, la Basilica di San Tommaso, quella dei Santissimi Martiri di influsso bizantino ed orientale e la Basilica di San Gaulonio usata come luogo di meditazione e preghiera in epoca paoliniana. Altre chiese presenti nel territorio di cimitile ma di epoca ben più recente sono la Parrocchiale di San Felice in Pincis di fine XVIII secolo e la Chiesa di San Francesco di Paola che risale a fine XVI secolo. Merita uno sguardo anche il Palazzo baronale che apparteneva alla famiglia Albertini e caratterizzata dal portale di ingresso con ai lati due colonne di granito forse provenienti dalle basiliche. La città di Cimitile ma soprattutto il suo complesso basilicale è diventato negli ultimi anni un palcoscenico di eccezione per l’assegnazione del Premio Cimitile. Quest’anno si è giunti alla XV edizione. L’anno scorso la Fondazione Premio Cimitile è stata inserita nell’albo delle Istituzioni di Alta Cultura della Regione Campania. A partire da oggi 12 giugno fino a sabato prossimo, si alterneranno una serie di convegni di studi di caratura internazionale per discutere di determinati argomenti e nella giornata finale ci sarà la premiazione. Nel corso dell’ultima serata quest’anno oltre al consueto intervento di personalità del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo, si assisterà alla premiazione di Rita Ruccione per la migliore opera inedita di narrativa “Io ti ho scelto”, Maria Rita Parsi per la migliore opera edita di narrativa “Alle spalle della luna”, Claudio Angelici per la migliore opera di attualità “Obama. Un anno di sfide”, Aldo Maria Valli per quella di saggistica “Voi mi sarete testimoni”, Maria Minasi per la migliore opera edita sull’arte paleocristiana in Italia “La Tomba di Callisto”. Infine ci sarà il Premio Giornalismo “Antonio Ravel” per Roberto Giacobbo, vicedirettore di Rai2 e autore e conduttore di Voyager, ai confini della conoscenza. Premio speciale a Claudio Gubitosi, direttore artistico del Giffoni Film Festival ma in realtà nel 1971 appena diciottenne ideatore della rassegna cinematografica.
Per chi, dopo la serata finale del Premio Cimitile voglia fermarsi a mangiare nel paese il nostro consiglio è per “O Pezzereniello” un ristorante pizzeria molto antico che negli anni sessanta già richiamava molta gente dell’agro nolano non solo per la pizza ma anche per “o pezzull e stoch”. La pizza è davvero ottima e da assaggiare è la “Cafuncella” con patate e spicchi di pancetta paesana. Luoghi di ritrovo per giovani in cui si può tranquillamente bere qualcosa sono due bar che non farete fatica a trovare chiedendo “A Signora” e “Zi’ Felice”: soprattutto nel eriodo estivo sono molto frequentati da ragazzi e ragazze che prima di andare a ballare vanno a bere qualcosina spendendo molto poco.
Fioravante Conte