L’attuale governo in Finlandia è guidato da una coalizione di 5 partiti di centro sinistra capeggiati tutti da leader donne. Prima fra tutte la neo premier Sanna Marin eletta come successore del dimissionario Antti Rinne. A poche settimane dal suo insediamento, la Marin ha già reso nota la sua prima proposta: una settimana lavorativa fatta di quattro giorni. Una misura che va a ulteriore beneficio dell’equilibrio lavoro famiglia di cui tanto si parla negli ambienti lavorativi più all’avanguardia.
Chi è Sanna Marin
Nata a Helsinki nel 1985, Sanna Marin viene da una cosiddetta famiglia arcobaleno, una famiglia, cioè, con due genitori dello stesso sesso, è cresciuta, infatti, con due madri, si è laureata in Scienze Amministrative presso l’Università di Tampere e in questa città ha iniziato la sua militanza politica nel partito Socialdemocratico Finlandese. Nel 2012 è stata eletta parte del Consiglio Cittadino, nel 2015 è entrata in parlamento e nel 2019 è stata riconfermata. Il suo secondo mandato parlamentare la vede Ministro dei Trasporti e delle Telecomunicazioni per il governo guidato da Antti Rinne. Poi accade qualcosa. Uno sciopero di dipendenti postali viene mal gestito, a detta della maggioranza di governo che decide di sfiduciare Rinnen. In seguito a questa crisi di governo il partito Socialdemocratico sceglie la Marin come suo successore alla guida del Paese. A soli 34 anni, Sanna Marin diviene così il premier più giovane al mondo attualmente in carica. La giovane neo premier non solo guiderà l’attuale governo in Finlandia ma ricoprirà anche la carica di presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea, poiché dal 1° luglio 2019 è iniziato il semestre del governo finlandese.
La prima proposta della Marin all’attuale governo finlandese
La prima proposta della neo premier Sanna Marin riguarda il mondo del lavoro. E per questo non si intende la promessa di nuove assunzioni, come, sarebbe facile immaginare, bensì l’organizzazione della settimana lavorativa su quattro giorni. Se si pensa che in Finlandia dal 2015 la giornata lavorativa è stata portata da otto a sei ore, la proposta della premier finlandese porterebbe a un totale di 24 ore di lavoro la settimana contro le attuali 30 e tutto questo senza intaccare minimamente lo stipendio. La Marin aveva già annunciato questa proposta nel corso dell’ultimo congresso del Partito Socialdemocratico svoltosi in occasione del 120mo anniversario. «Credo che le persone si meritino di passare più tempo con le loro famiglie, con quelli a cui vogliono bene e di coltivare i loro hobby e altri aspetti della vita, come la cultura» ha dichiarato. La Finlandia, come gli altri Paesi scandinavi, è noto per le sue politiche sul welfare e questa proposta contribuisce ulteriormente all’equilibrio lavoro famiglia che in molti altri Paesi è solo un miraggio.
L’equilibrio lavoro famiglia per combattere il burnout
La proposta avanzata da Sanna Marin all’attuale governo finlandese sulla riduzione delle ore lavorative settimanali arriva dopo che lo scorso maggio l’OMS ha riconosciuto ufficialmente il burnout come sindrome. Il burnout nasce da una particolare situazione di stress provocata dalle condizioni di lavoro in cui si vive. Inizialmente riconosciuta solo per le professioni sanitarie, in seguito è stata allargata a tutte le professioni e indica quel particolare stato di logoramento psicofisico dato da un’eccessiva pressione sul lavoro e che porta a un graduale disinteressamento per il proprio lavoro e a una sempre maggiore inefficienza. La direzione indicata dalla nuova premier finlandese è, in realtà, già stata sperimentata, con successo, presso la casa automobilistica Toyota e presso la sede di Tokyo della Microsoft. In entrambi i casi si sono registrati aumenti della produttività.