Giunto all’importante traguardo della XV edizione il festival del pensiero “Filosofi lungo l’Oglio”, ideato e diretto dalla filosofa levinasiana Francesca Nodari, si svolgerà nella sua consueta veste itinerante, dal 21 settembre al 30 ottobre 2020 nelle province di Brescia, Bergamo e Cremona. Una appassionante maratona del pensiero che vedrà protagonisti alcuni tra i più importanti pensatori e filosofi italiani e internazionali e che, per il quindicesimo anno consecutivo, rinnova il suo forte legame con il pubblico da sempre presenza attenta e partecipe del festival.
Un primo importante segnale del legame tra Brescia e Bergamo che saranno le Capitali Italiane della Cultura 2023. Un messaggio di rinascita e di speranza per far ripartire le due città, tra le più colpite in Italia dall’emergenza sanitaria.
“Filosofi lungo l’Oglio” è il primo grande evento culturale in Lombardia che ha deciso di non fermarsi e di andare avanti con nuova energia, grazie anche al sostegno convinto della Provincia di Brescia, a conferma di una necessaria volontà di “ripartenza” culturale in una regione che il Covid-19 ha messo a dura prova presentando un conto altissimo in termini di vite umane.
Mai come quest’anno è importante che la cultura si faccia sentire e che la variegata pluralità di voci che la rappresentano abbiano la possibilità di farsi ascoltare. Alla XV edizione di “Filosofi lungo l’Oglio si parlerà di «Essere umani», un tema importante e che apre, in un anno complesso quale il 2020, a una ricca serie di declinazioni sulle quali potranno nascere e fiorire i numerosi interventi dei filosofi e pensatori che hanno aderito al festival. È importante interrogarsi sul tema di quest’anno a partire da una parola chiave, quanto mai attuale, che vuole ricordare come in un periodo di bisogno collettivo, quale quello che stiamo vivendo, l’umanità debba pensare in termini inclusivi lasciando da parte ogni forma di egoistico particolarismo.
A declinare il concetto di “essere umani” ben 26 studiosi e pensatori contemporanei tra i più illustri a livello italiano e internazionale, che si confronteranno in un lungo e proficuo ciclo di incontri.
Tra i tanti relatori che tornano al festival per portare la propria testimonianza e dialogare con il pubblico troviamo alcuni nomi storici che si sono susseguiti negli anni come: Umberto Curi, Enzo Bianchi, Umberto Galimberti, Stefano Zamagni, Marco Ermentini, Marco Vannini, Duccio Demetrio, Anna Foa, Francesca Nodari, Francesca Rigotti, Francesco Miano, Haim Baharier, Elena Pulcini, Massimo Cacciari, Silvia Vegetti Finzi, Maria Rita Parsi, Chiara Saraceno.
Quest’anno anche tanti altri offriranno nuovi e stimolanti punti di vista sul tema. Tra loro: Abraham Yehoshua, il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Roberta De Monticelli, Massimiliano Valerii, Nicla Vassallo, Luisella Battaglia, Francesco Paolo Ciglia, Gustavo Zagrebelsky, Vittorio Lingiardi.
Nel corso del festival si terrà inoltre a Brescia la cerimonia della IX edizione del Premio Internazionale di Filosofia/Filosofi lungo l’Oglio. Un libro per il presente con la proclamazione del vincitore. Un riconoscimento assegnato all’opera di uno studioso che abbia elaborato, attraverso il suo pensiero, idee capaci di fornire agili strumenti per abitare la nostra contemporaneità. Una filosofia illustre ma “viva”, ancorata al nostro presente.
Parlando della XV edizione dichiara Francesca Nodari, filosofa e direttrice della manifestazione: “Credo che il tema scelto per celebrare i primi tre lustri del nostro Festival sia estremamente rilevante, direi cruciale, in questa temperie culturale. Forse, travolti come siamo stati da una pandemia che ha ormai raggiunto dimensioni planetarie, è giunta l’ora di chiedersi che cosa è rimasto dell’umanità dell’uomo nella sua vulnerabilità e finitudine. Dinnanzi alla prova choc del Covid-19 ciascuno è stato, in un certo senso, costretto a porsi le celebri e quanto mai fondamentali domande kantiane: “che cosa posso sapere?”, “che cosa devo fare?”, “Che cosa mi è lecito sperare?”, che si concentrano in quella essenziale: “che cos’è l’uomo?”, constatando il deflagrarsi inevitabile di una hybris che da tempo pervade l’uomo contemporaneo. Tracotanza che va di pari passo con un clima d’odio e di pericolosa indifferenza ove ad emergere in tutta la sua urgenza è la lacerazione del simbolico e l’improcrastinabile centralità dell’Altro con tutte le provocazioni che questi ci pone davanti agli occhi.”