(Adnkronos) – “Filippo vive in condizioni disumane da quasi un anno”. Lo dice all’Adnkronos Armida Decina, avvocato di Filippo Mosca, il 29enne detenuto nel carcere di Porta Alba di Costanza, in Romania, che ha avuto dalla famiglia l’incarico di occuparsi della richiesta di estradizione, che potrà essere presentata solo quando la sentenza sarà definitiva.
Filippo Mosca detenuto in Romania
”Sto aspettando di parlare con Filippo. Da circa dieci giorni ho chiesto l’autorizzazione al direttore del carcere e, comunque, predisporrò un ricorso per la violazione dei diritti umani alla Cedu. ”C’è stata anche una palese violazione del diritto di difesa – sottolinea l’avvocato Armida Decina -, ma riguardo a questo la Cedu prevede che siano esperiti tutti i tentativi interni giurisdizionali: primo, secondo e terzo grado. In particolare – dice – nel processo sono state utilizzate delle intercettazioni che non erano autorizzate e il cui contenuto è stato completamente alterato: è stato tradotto in maniera totalmente sbagliata. Proprio per questo la difesa, un avvocato romeno che segue il caso sul posto, ha nominato un consulente di lingua romena che ha confermato che la trascrizione è sbagliata”.
Il caso di Filippo, condannato in primo grado per traffico internazionale di droga e in attesa dell’appello che prenderà il via ad aprile, in questi giorni ha iniziato a prendere piede anche sui media romeni, ma al momento, spiega l’avvocato, dal governo italiano non abbiamo avuto ”nessun segnale, nessuno ci ha contattato”. Sulla vicenda il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione al ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il 26 gennaio scorso, spiega Giachetti nell’interrogazione, è ”stato aggredito da un compagno di cella riportando una ferita al labbro e ustioni a una gamba e rischiando di essere accoltellato da un altro recluso”.
Chi è e di che cosa è accusato
”Filippo M. è un ragazzo incensurato che non ha mai avuto problemi con la giustizia”, conclude il deputato che chiede quindi al ministro degli Esteri ”cosa intenda fare tramite la propria rappresentanza diplomatica per tutelare e assistere il cittadino italiano”.
Il 29enne, originario di Caltanissetta, è detenuto in Romania dall’inizio di maggio dell’anno scorso in condizioni disumane e degradanti, secondo quanto ha denunciato la madre Ornella Matraxia da Radio Leopolda, nella trasmissione “Carceri, bisogna vederle” del 26 gennaio scorso nella conversazione con Rita Bernardini. La donna ha raccontato la vicenda spiegando che il figlio è stato arrestato il 3 maggio 2023, mentre era in Romania per partecipare al festival di musica Mamaia. Ha ricevuto una condanna in primo grado a otto anni e sei mesi di carcere. La madre ha espresso la sua angoscia ”sia per come si è svolta finora la vicenda processuale sia, soprattutto, per le modalità dell’esecuzione penale in carcere”.
Porta Alba di Costanza
Quanto alle condizioni in cui è detenuto Filippo nell’interrogazione, il deputato riferisce quanto raccontato dalla mamma del giovane spiegando che ”l’istituto penitenziario di Porta Alba di Costanza” è uno dei peggiori in Europa, più volte oggetto di condanna da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo per trattamenti inumani e degradanti.
”Appena fatto l’ingresso in istituto – si legge nell’interrogazione – Filippo M. è stato messo in isolamento Covid per 21 giorni in una stanza, invasa dai topi e zeppa di escrementi anche sui materassi, vecchi e maleodoranti; successivamente il ragazzo è stato spostato in una cella di circa 35 mq, dove alloggiano 24 detenuti, in condizioni igienico-sanitarie immonde, con un buco per terra per fare i bisogni, sporco e nauseabondo, e con la possibilità di lavarsi una volta a settimana, raramente con l’acqua calda, in docce che consistono in tubi che fuoriescono dalle pareti senza separazioni per preservare un minimo di privacy; anche i riscaldamenti non funzionano mentre fuori ci sono temperature che in inverno raggiungono i 10 gradi sottozero: a Filippo M. è stato anche vietato di poter ricevere una coperta; l’alimentazione fornita dall’istituto consiste in una sgradevole poltiglia, servita con il mestolo”. (di Giorgia Sodaro)
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