L’ormai insostenibile modello di sviluppo mondiale più le attuali condizioni ambientali del pianeta e la disuguaglianza sociale ed economica che persiste ed aumenta tra suoi abitanti, hanno indotto l’ONU, nel settembre del 2015, a lanciare una sfida ai suoi 193 Paesi membri adottando il motto “Che nessuno resti indietro” (un ringraziamento a Maurizio De Costanzo per l’uso delle fotografie).
Una sfida che tutti hanno raccolto adottando L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e riconoscendo l’urgenza di mutare gli attuali equilibri per “salvare” il nostro pianeta.
Sono quindi 13 gli anni a disposizione per cambiare lo stato delle cose e 17 i punti individuati dall’Agenda 2030 che dovrebbero guidare tutti i Paesi del mondo a cambiare politiche, stili di vita e strategie delle imprese.
L’Italia si è impegnata concretamente dotandosi di strumenti atti a misurare la condizione del paese e a lavorare, con gli enti di ricerca e la società civile, all’elaborazione di una Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS) per definire un programma ed iniziare ad affrontare in maniera strutturale le problematiche ambientali, economiche e sociali che premono a livello nazionale e mondiale.
Gli indicatori comuni a 152 paesi valutano l’Italia in 25ma posizione ponendola in “zona rossa” per ben 7 punti: educazione, occupazione, disuguaglianze, consumo responsabile, lotta contro il cambiamento climatico, pace e giustizia, partnership e collocandola per i restanti 10 in zona gialla, il Paese non rientra quindi nella zona verde per nessuno dei 17 punti individuati.
Ed in quest’ottica di necessario cambiamento è stato organizzato dall’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) il “Festival dello Sviluppo Sostenibile”, partito da Napoli, il 22 maggio nel Teatrino di Corte di Palazzo Reale e che continuerà per 17giorni con 200 eventi su tutto il territorio Nazionale.
Il tema, “Italia 2030: che nessuno resti indietro!” è stato declinato su quattro punti: istruzione, imprenditoria, alimentazione e salute, un reddito per tutti.
L’evento istituzionale ha visto la presenza di quattro ministri, D. Franceschini, C. De Vincenti, M. Martina e G. Poletti, con interventi di docenti universitari e rappresentanti della società civile a testimoniare la realtà di modelli alternativi e di successo messi in atto nei vari ambiti.
Il Sindaco L. De Magistris ha portato i saluti della città, ricordando come Napoli sia già avanti nella creazione di una città a misura d’uomo che mette al centro delle sue politiche la persona attraverso l’inclusione sociale, la lotta alla discriminazione, la valorizzazione delle differenze e la ridistribuzione delle ricchezze. Modelli che partono dal basso, comprensibili ai cittadini chiamati a partecipare in prima persona alla cura della loro città.
Il presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini, ha ricordato che non vi può essere sviluppo senza la riduzione delle diseguaglianze in quanto esse rappresentano uno dei maggiori ostacoli al progredire dell’intero sistema.
Quattro “provocatori” sono intervenuti, uno per ogni sessione, con le loro proposte e richieste. Durante la prima, dedicata alla scuola, M. Rossi Doria, ex maestro di strada ed esperto di politiche educative, ha ricordato la necessità di contrastare l’abbandono della scuola da parte di troppi ragazzi ancora, suggerendo di intervenire sulla scuola materna, sul ripristino del tempo pieno nelle medie, sulla differenziazione dell’offerta formativa e la riqualificazione professionale degli insegnanti. “I ragazzi sono uguali e diversi e non possono essere date cose uguali a persone che uguali non sono.” Ha concluso Rossi Doria.
Rappresentanti di varie associazioni, Save the children Italia, Enel cuore, La scuola della seconda opportunità di Roma, CSRMed Forum, hanno raccontato di storie ed esperimenti fuori dal comune e che “funzionano”. Lo schema si è ripetuto per ognuno dei temi trattati, provocazioni, storie ed esperimenti hanno dato vita a discussioni e riflessioni tra i Ministri, i docenti ed gli esperti nei vari settori, presenti.
Il Ministro Dario Franceschini ha sottolineato come l’obiettivo principale in ballo sia il destino dell’umanità, mentre le contingenze quotidiane rischiano di distogliere energie e risorse all’attuazione di programmi a più lunga scadenza. Ha affermato, quindi, la necessità di investire sull’educazione per abbattere le differenze e puntare ad uno sviluppo culturale e turistico del paese basato sulla qualità e non sulla quantità.
Per il settore delle imprese è stato ribadito da F. Schivardi della Luiss, l’inadeguamento del nostro sistema imprenditoriale basato sull’antico e stanco binomio famiglia-banca che mal sopporta il fattore rischio risultando così inadatto allo sviluppo di imprese innovative.
Per l’alimentazione l’obiettivo primario è stato individuato nell’abbattimento dello spreco e nella produzione di alimenti più sani e a basso impatto d’inquinamento sull’ambiente. “Non sprecare” è l’associazione a cui appartiene Antonio Galdo che dalla politica si aspetta senso di responsabilità.
Mentre G. Nappi, responsabile per Città della Scienza, ha illustrato un progetto che prevede la produzione di merende più equilibrate sia dal punto di vista nutrizionale che da quello “naturale”.
Sul tema di “Un reddito per tutti, M. Ferrera (Università degli studi di Milano) ha affermato che non è vero che non ci può più essere lavoro per tutti e che per un sano sviluppo il lavoro dovrebbe continuare ad essere la principale fonte di reddito mentre il concetto di reddito per tutti è di ambigua definizione e rischio.
Col suo intervento, S. Camusso, segretaria della Cgil, si è detta contraria alla logica della contrapposizione tra poveri e migranti e allo sfruttamento che allontana sempre più il concetto di dignità dal lavoro. Ha sottolineato l’esigenza di una diversa ridistribuzione dei profitti e del potenziamento dei servizi atto a favorire l’ aumento del lavoro femminile al quale non servono i bonus.
A fine giornata abbiamo chiesto a Rossi Doria quanta fiducia nutra ancora nella realizzazione di un progetto così giusto ed ardito e da lui perseguito con tenacia lungo il corso della sua vita. Il maestro ritiene che la Politica non abbia ancora compreso l’importanza che la riduzione delle disuguaglianze ha nel perseguimento della crescita economica e sociale del Paese e del mondo, ma che la Politica resta pur sempre il principale strumento di realizzazione degli obiettivi ONU.
Tra il pubblico in sala erano presenti le studentesse dell’Istituto A. Gentileschi di Napoli accompagnate dall’insegnante Rosanna Del Vecchio, a loro abbiamo chiesto un parere sui temi dibattuti dai relatori. Ciò che le ha maggiormente colpite è risultato essere il problema ambientale, percepito come un fenomeno fuori controllo e foriero di catastrofe. Tuttavia, giovani e idealiste quali sono alla loro età, ritengono che se lo si vuole davvero si potrà cambiare il mondo e che per farlo bisogna diventare protagonisti del proprio destino. Sono i giovani a dover creare le basi per le generazioni future, si raccoglie ciò che si semina e si dovrà essere capaci di pensare globalmente ma agire localmente. A ciascuno, infine, dovrebbe essere assicurata la possibilità di sviluppare le proprie parti deboli e quelle forti.
Le ragazze temono, tuttavia, l’impossibilità a raggiungere l’obiettivo dell’uguaglianza, ma, come i giovani intervenuti per Save the Children, hanno dichiarato di avere fiducia nelle loro capacità e in quelle delle generazioni future.
Fiducia e partecipazione, ci paiono il migliore dei finali per questa prima giornata del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2017!