“Riprenderci il tempo”: era questo il motto di qualche mese fa. Dopo due anni trascorsi chiusi in casa con la paura del virus era giunto il momento di “recuperare” le esperienze perdute. Lo scoppio della guerra in Ucraina ci interroga nuovamente sul senso del tempo per noi. Einstein diceva “Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che facciamo mentre sta passando”. Come intendiamo trascorrere il tempo che ci è dato? E’ la provocazione che ogni anno ci lancia il Festival della lentezza.
Festival della lentezza 2022
Nata nel 2015, la manifestazione porta in giro per l’Italia un modo diverso di concepire il tempo. Lentezza non è necessariamente antitesi di velocità: ci sono occasioni in cui dobbiamo essere veloci. Attenzione a non fare della velocità la nostra unica cifra spinti da esigenze di efficienza. Se è vero che la pandemia ha reso urgente la ricerca di nuovi modelli, il festival, in questa sua ottava edizione, indagherà su quelli che sono considerati gli errori sistemici che continuano a produrre disastri umanitari, climatici e sociali. Non a caso il tema di quest’anno è “La porta accanto”. I dettagli, però, li lasciamo al direttore artistico del Festival della lentezza, Marco Boschini, con il quale abbiamo scambiato quattro chiacchiere.