L’8 dicembre apre ufficialmente il periodo natalizio. Le città inaugurano le luminarie, i negozi sono già pronti a stuzzicare i loro clienti con vetrine a tema e offerte speciali. A Milano, il 7 dicembre è il giorno in cui si inaugura la nuova stagione del Teatro Alla Scala. A Napoli, il giorno 8 si dona un fascio di fiori alla Madonna sull’obelisco di piazza del Gesù Nuovo. A Roma si onora la Vergine presso la colonna mariana accanto a piazza di Spagna. L’atmosfera si carica di allegria: si inizia a pensare con chi si trascorreranno i giorni di festa e ai doni da acquistare. La Festa dell’Immacolata 2020, invece, si prospetta di tutt’altro tenore.
La festa dell’Immacolata nel 2020
In giornate come questa si fa sentire più forte quella contrapposizione tra prudenza e stanchezza. La prima suggerita dai dati epidemiologici ancora alti, la seconda dettata forse dal prolungarsi dall’emergenza o forse, più semplicemente, dalla mancanza di responsabilità. Causa Covid per il giorno dell’Immacolata, così come per il Natale, consultiamo i DPCM per capire se possiamo andare al ristorante, se possiamo vederci con gli amici, se possiamo andare a trovare i nostri parenti in altre Regioni. I presidenti di Regione vivono la collocazione in fascia rossa come una punizione e lottano dannatamente per uscirvi. Non appena vengono allentate delle restrizioni, vediamo fiumi di persone riversate per le strade. Ora che lo shopping natalizio ha avuto il via stiamo rivedendo le scene di sempre: folle impazzite di persone pronte a uccidere pur di accaparrarsi il regalo perfetto.
Salute ed economia
Se è vero che il Natale può essere un momento per far riprendere la nostra economia così provata dal primo lockdown, è anche vero che assistiamo a un generale insofferenza per regole e restrizioni. E’ saltato perfino l’antagonismo tra salute ed economia. Si è passati dagli slogan del tipo “Morire di Covid o morire di fame” al “Io speriamo che me la cavo” mentre passeggiamo per la strada. Sarà questo il senso dell’espressione “convivere con il virus?” Certo che no, com’è certo che non dobbiamo rinunciare a vivere ma semplicemente trovare nuovi modi.
A riveder le stelle
Come sta facendo, per esempio, il teatro. Dopo il San Carlo di Napoli, che ha trasferito la sua stagione sui social, il La Scala di Milano ha deciso di inaugurare la nuova stagione a porte chiuse. L’opera “Lucia di Lammermoor”, caldeggiata fino all’ultimo dal sovrintendente Dominique Meyer non si è potuta rappresentare a causa di un piccolo focolaio scoppiato tra gli artisti. Così il Coro, l’Orchestra, cantanti e ballerini sono stati impegnati un una carrellata di esibizioni sulle note di celebri opere da Verdi, Puccini, Donizzetti, Rossini, Bizet andata in onda in televisione con il titolo “A riveder le stelle”. Perché un giorno, lo sappiamo, torneremo a guardare il cielo con spensieratezza. Fino ad allora, ci vuole prudenza.
In copertina foto di Jean-Christophe Benoist