La Festa del lavoro è il momento naturale per riflessioni su un tema che è sempre di grande (e scottante) attualità. Non a caso è il il giorno scelto dalla premier Meloni per un Consiglio dei ministri per approvare un nuovo decreto lavoro e presentare le nuove misure che sostituiranno il Reddito di cittadinanza. Misure che, nei disegni del governo, andranno elargite in maniera differenziata secondo il criterio dell’occupabilità. Intanto il mondo del lavoro, già stravolto dal forte sviluppo della digitalizzazione, sta per conoscere una nuova rivoluzione grazie all’Intelligenza artificiale. Facciamo qualche riflessione su scenari così diversi tra loro.
Addio al Reddito di cittadinanza
Partiamo dal criterio scelto dal governo Meloni per riformare il Reddito di cittadinanza: l’occupabilità. Una volta approvato il decreto, le nuove disposizioni prevedono, tra l’altro, che i soggetti occupabili non debbano rifiutare nessuna proposta di lavoro offerta attraverso i Centri per l’impiego, neanche se il contratto proposto ha la durata di un mese. Anche un solo rifiuto comporta la sospensione o la perdita del beneficio. Lasciando andare la commozione nel rivedere risorgere i Centri per l’impiego che da tempo hanno come unica utilità il certificare l’anzianità di iscrizione, il vulnus resta sempre lo stesso: un sistema organizzato con questi criteri alimenta la precarietà.
Il lavoro nell’era digitale
Mentre si procede con goffi tentativi di offrire strumenti per contrastare la povertà, il progresso tecnologico avanza lanciando sempre nuove sfide al mondo del lavoro. La digitalizzazione, che ha interessato un po’ tutti i settori, ne è un esempio. Il settore pubblico affanna a tenere il passo mentre nel privato sono nate tante nuove realtà che progrediscono a ritmi pazzeschi e che coinvolgono i più giovani. Al tempo stesso sono nate nuove figure fragili, leggi rider, le cui fila si sono ingrossate grazie anche a cinquantenni ritrovatisi senza lavoro dall’oggi al domani.
Un’altra rivoluzione sta per travolgere il mondo del lavoro: l’Intelligenza artificiale. Superata questa prima naturale fase di paura, la ritroveremo ovunque intorno a noi (più di quanto non lo sia ora). Secondo gli esperti l’Intelligenza artificiale ci aiuterà in mansioni complesse (e noiose) molto velocemente. In parole semplici l’Intelligenza artificiale ci donerà più tempo.
Festa del lavoro: il tempo come risorsa e non come condanna
Vediamo come il tempo stia diventando la parola chiave del capitolo lavoro ai nostri tempi. Il tempo determinato di un contratto che è la base della precarietà e il tempo da sottrarre al lavoro a beneficio “della nostra anima” come ha più volte dichiarato un noto imprenditore italiano.
La parola che ancora non sentiamo, però, è tutela. Decenni di governi di sinistra (ahinoi) hanno smantellato un pezzo alla volta tutto il sistema di diritti dei lavoratori. Operazione che invece di modernizzare e vivacizzare il mondo del lavoro (come si era voluto far passare) ha impoverito sempre di più la nostra economia bloccando il cosiddetto ascensore sociale. Oggi si vogliono risolvere i problemi del lavoro, diventati sempre più gravi, impiegando i lavoratori come pedine. Lavorare un mese in un’azienda, due mesi in un’altra (e guai a rifiutare le offerte), impiegare le donne al posto degli extracomunitari. Quali saranno gli strumenti dei Centri per l’impiego? Saranno schemi simili a quelli che ritroviamo nei banchetti di nozze dove ogni tavolo deve essere completato secondo un preciso numero di posti? Attenzione: la zia Maddalena ha litigato con la cugina Valeria.