Ferragosto in pandemia. E’ la seconda estate, il secondo agosto, il secondo ferragosto in pandemia ma quanta differenza fra questo del 2021 e quello del 2020. Arrivammo ad agosto lo scorso anno con la paura per quanto era appena successo ma con la balzana idea – foraggiata da un’informazione istituzionale approssimativa e troppo positiva – che da lì a poco tutto sarebbe finito ed intanto era bene andare a fare un po’ di ferie chi poteva.
Magari era una necessità, forse era un auspicio, di sicuro non era nemmeno ancora all’orizzonte l’epoca dei vaccini che sarebbero arrivati solo a fine anno e di cui si incominciava solo debolmente a parlare. Tutti sulle spiagge, tutti ad accaparrarsi – chi poteva – il proprio posto al sole o magari sotto un ombrellone per un poco di refrigerio dovuto alla brezza marina.
Dopo, ma ancora non tutti, abbiamo capito la stoltaggine di quell’atteggiamento ed abbiamo contato tristemente con i numeri quanto ci eravamo sbagliati. Certo siamo stati indotti a sbagliare, senza ombra di dubbio non siamo stati forniti degli strumenti mentali giusti per riuscire a farci un’opinione complessiva della situazione ed ognuno si è dovuto arrabbattare con i tam tam fra amici e parenti e, purtroppo, attraverso i social che hanno fatto sentire tutto il loro deflagrante olezzo caratteristico di tutte le fake news che arrivavano (ed arrivano) da blog e scienziati laureati all’università della vita.
Ferragosto in pandemia: cosa abbiamo fatto finora?
Non abbiamo saputo avere, o forse non abbiamo voluto avere, fiducia nella scienza. Abbiamo, anzi, disconosciuto e messo in discussione tutto e tutti. Dai negazionisti del Covid siamo arrivati fino ai ‘no vax’ e ai ‘no pass’.
Orde di costituzionalisti, virologi improvvisiati, per quanto anche quelli ufficiali con la loro petulante ma abbastanza vacua presenza in TV hanno trasformato la pandemia in un grande e perpetuo reality show dove i morti sono sembrati effetti collaterali e i ricoverati un po’ più simili ai nominati dell’isola o della casa. Abbiamo banalizzato tutto, come sempre. Abbiamo affidato l’informazione d’approfondimento su questo tema delicato a Piero Angela o figure della stessa stazza intellettuale? Certo che no l’abbiamo affidati alle mattine con i numeretti, ai mezzogiorni ed ai pomeriggi rosa o giallo crisantemo.
Ferragosto in pandemia, le nostre colpe
Abbiamo giocato allegramente con la pelle delle persone, si noi giornali, noi media che ci propaghiamo nell’etere come su per i cavi delle fibre ottiche abbiamo messo in pratica l’accusa che ci lanciava Gaber quarant’anni fa:
“…E in questa Italia piena di sgomento
Io se fossi Dio – Giorgio Gaber – 1980
come siete coraggiosi,
voi che vi buttate
senza tremare un momento:
cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti,
e si direbbe proprio compiaciuti.
Voi vi buttate sul disastro umano
col gusto della lacrima in primo piano…”
Ancora una volta abbiamo brillato per la ricerca ossessiva del click legato allo scandaletto delle forniture su cui abbiamo fatto abbattere le nostre ire manettare e giustizialiste, abbiamo dato voce a quanti spaccando il capello ci facevano lezioni di democrazia e straparlavano di dittatura sanitaria e coercizione dei diritti della privacy. Tutto mentre le rianimazioni ed i reparti degli ospedali si gonfiavano fino a scoppiare, mentre chi si ammalava e moriva con la fame di aria era solo un altro numeretto da aggiungere al bollettino tranne poi andare ad impiantarsi in pianta stabile davanti ai pronto soccorsi per documentare il suono delle sirene e ospitare il primario di turno che faceva la sua passerella dicendo cose poi contraddette da un altro primario di lì a poco nel collegamento successivo.
Si sono succeduti due governi, in piena emergenza noi abbiamo trovato il modo di alternare la classe politica governante - non in Francia, non in Inghilterra, non negli Stati Uniti, non in Svizzera e nemmeno in Brasile. Solo in Italia. - Raccontarlo oggi sembra quasi surreale.
Ferragosto in pandemia: bilancio di un anno
Torniamo ad agosto, che agosto è questo? E’ l’Agosto della disillusione e della speranza. Disillusione dovuta al proliferare dei tantissimi che non si vogliono vaccinare senza alcun rispetto per gli altri ma soprattutto per se stessi come se il virus si potesse debellare da soli e non prendiamo nemmeno in considerazione i no vax ma tutti quelli che fanno del dubbio e delle paure lo scudo di scusanti per sottrarsi a quello che dovrebbe essere un dovere civico: vaccinarsi. Speranza che, nonostante tutto, il prossimo autunno non somigli nemmeno lontanamente a quello scorso dal punto di vista sanitario, sociale ed economico.
Ci sarà un terzo Agosto in Pandemia? Chi può dirlo? Magari però se pensassimo un po’ di più ognuno con la propria testa e la propria sensibilità non sarebbe tanto male e, forse, una strada per venirne fuori la troveremmo al netto dei bastian contrari di mestiere.