(Adnkronos) – L’epidemia di casi e decessi in Usa dovuti all’abuso del Fentanyl, un potente oppioide sintetico, “ci spaventa perché quello che accade negli Stati Uniti dopo poco accade in Europa e in Italia. Quest’epidemia ci metterà poco ad attraversare l’Oceano, quindi è giusto farsi trovare preparati e il Piano del Governo è al momento accettabile.
Noi abbiamo in cura un medico anestesista che ne abusava, oggi sta meglio – soffre e prende il metadone – ma certo gli effetti di questo oppioide sono devastanti, molto più forti dell’eroina. Non pensiamo sia un problema dei tossici, abbiamo visto qualche persona che usa i cerotti al Fentanyl che si possono acquistare, come tutto, sul web. Il concetto è che è ‘buono come l’eroina’, si usa per avere piacere e spesso anche per non essere sopraffatti dai problemi”.
Lo spiega all’Adnkronos Salute Massimo Barra fondatore di Villa Maraini-Croce Rossa Italiana di Roma, da anni centro di riferimento per le tossicodipendenze. Ma chi usa oggi il Fentanyl? “Non c’è una categoria, ma non possiamo di certo pensare solo ai tossicodipendenti – risponde Barra –
Non è che uno si sveglia la mattina e si fa di Fentanyl”. Però pensare di prevenire questo fenomeno “è impossibile anche perché sul web – una ‘fogna’ dove si trova di tutto – è possibile venirne in possesso”, rimarca. Secondo Barra l’azione giusta “è la cura e possiamo curarlo bene o male, il messaggio deve essere di assistere queste persone senza avere paranoie burocratiche – avverte – che non fanno dell’Italia un Paese all’avanguardia, riflessioni retoriche che aumentano i costi e non producono soluzioni.
Conoscere e curare non è irrealizzabile e questa è la nostra strategia, curiamo i ‘tossicomani’ perché non farlo è doppiamente pericoloso. Oggi non c’è una epidemia ma il rischio di non prepararci non possiamo permettercelo”. Per Barra, la corsa nello scoprire nuove droghe sintetiche è impossibile da vincere. “Oggi artigianalmente si fa di tutto – prosegue – quando una sostanza viene inserita nelle tabelle delle Nazioni Unite, e passa anche un anno, già ne hanno immesse sul mercato altre 10”.
La Fondazione Villa Maraini collabora molto con altri centri omologhi in Usa. “Gli americani hanno una colpa storica – dice Barra – di aver sottovalutato il fenomeno droga fino a che non è scoppiata l’epidemia di morti da Fentanyl. E infatti il presidente Biden negli ultimi discorsi alla Nazione ha affrontato di petto il problema. E così gli Usa si sono messi d’impegno, e quindi anche tutta la comunità internazionale, per fare una battaglia al Fentanyl”. “Anche la risposta italiana è parzialmente indotta da questo.
Ma devo dire che la scelta, presente nel Piano varato dal Governo, di usare il naxolone in modo intelligente per contrastare il Fentanyl è giustissima. Non si userà solo per salvare i tossicodipendenti in overdose ma per chi nelle forze dell’ordine viene contaminato dal Fentanyl, il naxolone è un antidoto visto che è in grado di invertire l’effetto dei narcotici”, conclude Barra.
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