Fascismo in Italia oggi, nuovi episodi fra cronaca e politica si accavallano in queste settimane. I fatti di Firenze sono noti a tutti. Le immagini di quel pestaggio violentissimo davanti alla scuola fiorentina hanno fatto il giro di telegiornali e siti web tanto da diventare virali in poche ore.
Le dinamiche di quanto avvenuto sono, ovviamente, state dette e ridette. Salvo poi essere puntualmente smentite e smontate con quegli abili trucchetti mediatici in cui molti si sono specializzati. Trucchetti per cui le vittime diventano carnefici e viceversa.
Fascismo in Italia oggi, chi ha torto e chia ha ragione
A noi il giochetto del torto e della ragione non interessa e abbiamo cercato di invitarvi a fare qualche riflessione in più su quanto accaduto e quanto poi rischia di accadere. Colpa e ragione non stanno mai da una sola parte.
Condannare incondizionatamente la violenza da dovunque essa scaturisca e prenda forma è però vitale. Nessuna giustificazione e nessuna dietrologia chi decide di risolvere le questioni della vita con le botte non può essere ospitato fra le persone civili. Senza se e senza ma!
Questo tipo di episodi ha, però, una peculiarità quella di creare strascichi e questa volta non fa eccezione. È infatti intervenuta la lettera delle preside che tanto clamore ha suscitato fino a provocare l’intervento piccato del Ministro competente che ha paventato addirittura conseguenze per la dirigente scolastica.
Fascismo in Italia oggi, il buco e la pezza
Peggio la pezza che il buco, diremmo. Posto e considerato che l’intervento della Preside che richiama ai principi costituzionali, né più né meno, possa essere considerato un buco. Posto e considerato, poi, che l’uscita del Ministro debba intendersi men che mai come toppa.
In questo tempo dove si grida allo scandalo per nulla e dove l’attività più comune è diventata l’indignazione ci sembra che in questo caso tutti gli attori potevano risparmiarsi le loro esternazioni.
La censura del Ministro su una semplice lettera ci sembra davvero eccessiva ma è evidente che alcuni ministri di questo governo amano più guardare il dito che non la proverbiale luna