I farmaci ormonali somministrati per la disforia di genere sono ultimamente sotto la lente delle istituzioni. Secondo gli studiosi sui farmaci utilizzati per accompagnare le persone nella transizione dal genere in cui sono nati a quello a cui sentono di appartenere, mancano ancora dati affidabili. Ciò richiede una revisione delle linee guida. In Italia si aprirà presto un tavolo di discussione con i ministri della Salute Orazio Schillaci e la ministra della Famiglia Eugenia Roccella.
Farmaci ormonali per la disforia di genere: la triptorelina
Il farmaco sul banco degli imputati è la triptorelina. La triptorelina è un farmaco largamente utilizzato in oncologia. Viene somministrato, per esempio, agli uomini affetti da tumore alla prostata ormono-dipendente. Nelle donne si utilizza per il trattamento di:
- tumore della mammella ormono-sensibile in perimenopausa
- endometriosi
- fibromi uterini
- fecondazione assistita
Si somministra anche ai bambini per trattare la pubertà precoce. Il farmaco, infatti, blocca la pubertà e la comparsa dei caratteri sessuali secondari.
Un suo utilizzo “off label”, cioè al di fuori delle indicazioni fornite dalla casa farmaceutica, è previsto per il trattamento della disforia di genere. L’impiego cronico del medicinale porta alla soppressione delle funzioni testicolare e ovarica. L’effetto, però, è totalmente reversibile e termina automaticamente con l’interruzione della somministrazione.
Dal 2019 il costo dei farmaci a base di triptorelina è totalmente a carico del Servizio sanitario nazionale.
L’ospedale Careggi di Firenze
Attualmente, presso l’ospedale Careggi di Firenze, ha sede il più grande centro per la disforia di genere in Italia. L’unico centro che in Italia prescrive la triptorelina e al quale si rivolgono giovani provenienti da tutto il Paese. L’ospedale ha recentemente subito un’ispezione del ministero della Salute in relazione proprio al farmaco in questione. Sembra che la struttura abbia somministrato il farmaco senza il preventivo percorso psicoterapeutico previsto. Gli esiti di tale ispezione non si conoscono ancora. Fatto sta che il governo ha deciso di aprire un tavolo di discussione e stabilire nuove linee guida in merito.
Nuove linee guida sulla triptorelina
La Commissione, composta da 29 membri, affronterà l’intero capitolo della disforia di genere. Secondo il decreto che ha istituito la Commissione, questa si occuperà di disporre di linee di indirizzo che supportino, in modo uniforme in tutto il Paese, i professionisti “nel complesso percorso che va dalla diagnosi alle eventuali terapie dei pazienti disforici, perché giovani con disforia di genere, insieme alle loro famiglie, possano accedere al miglior supporto possibile, da parte del Servizio sanitario nazionale“.
Durante i lavori, specifica sempre il Decreto, sarà approfondito il tema della disforia di genere “per una ricognizione delle modalità di trattamento di tale condizione nel territorio nazionale, inclusi eventuali aspetti giuridici connessi, e delle evidenze scientifiche emerse nella letteratura internazionale di settore“. In alcuni Paesi, recita ancora il documento, le criticità emerse nel trattamento hanno portato a rivedere protocolli, totalmente o parzialmente, soprattutto quelli destinati ai minori.