Farmaci contro l’ansia: la pandemia ha visto un generale aumento nel consumo di rimedi, naturali e non, contro gli stati generati da stress. Un recente fatto di cronaca, poi, ha riportato alla ribalta uno dei farmaci più comuni per contrastare l’ansia: le benzodiazepine (BZD). Vediamo insieme cosa sono e quali sono i loro effetti, desiderati e non, sull’individuo.
Farmaci contro l’ansia: le benzodiazepine
La prima benzodiazepina fu scoperta casualmente nel 1955 dal chimico americano Leo Sternbach. Cinque anni dopo fu messa in commercio dalla casa farmaceutica Hoffmann-La Roche. Da allora le benzodiazepine sono diventati gli psicofarmaci più prescritti per gli stati d’ansia togliendo così lo scettro ai barbiturici. Questa classe di farmaci potenzia l’effetto del neurotrasmettitore acido gamma-aminobutirrico (GABA) a livello del recettore GABA A. Il neurotrasmettitore che ha proprietà miorilassanti, sedative, ipnotiche, ansiolitiche, anestetiche e anticonvulsivanti. Le benzodiazepine si dividono in tre categorie in base alla durata del loro effetto:
- BZD a emivita breve o brevissima i cui effetti durano dalle 2 alle 6 ore;
- BDZ a emivita intermedia con effetti che durano dalle 6 alle 24 ore;
- BZD a emivita lunga i cui effetti hanno una durata compresa tra 1 e 4 giorni.
Quali utilizzi per le benzodiazepine
Per le caratteristiche delle sue molecole questa tipologia di farmaco è la più utilizzata nel trattamento di:
- disturbo d’ansia generalizzato
- disturbo da panico
- insonnia
- epilessia
- astinenza da alcool
Le benzodiazepine vengono talvolta utilizzate anche in ambito chirurgico. Sono somministrate per sedare pazienti sottoposti a ventilazione meccanica o che devono essere sottoposti a delicati interventi.
Quali sono gli effetti collaterali
Fermo restando che la molecola non presenta un alto livello di tossicità, sono rari i casi nei quali la sua somministrazione di rivela fatale. Questa eventualità si manifesta quando il farmaco è assunto in combinazione con droghe o alcool. Gli effetti indesiderati si manifestano fondamentalmente nella vita di tutti i giorni. L’effetto sedativo può portare stati di sonnolenza diurna, abbassamento della soglia di vigilanza, depressione. Tutti effetti che possono precludere le più semplici attività quotidiane tra cui la guida di un veicolo. Altri effetti indesiderati abbastanza frequenti sono nausea, cambio dell’appetito. Non mancano quelli che sono definiti gli effetti paradosso come irritabilità, euforia e comportamenti suicidari.
Gli effetti peggiori di questi medicinali sono l’assuefazione e la dipendenza. Non solo, quindi, il paziente avrà difficoltà a lasciare la cura ma, dopo un certo periodo, sarà anche necessario aumentare il dosaggio per avere effetti soddisfacenti. Su cure di lungo termine, in più, si possono avere effetti collaterali che rientrano nella sfera cognitiva, affettiva e comportamentale. Potrebbe insorgere ansia sociale, agorafobia, depressione, calo della libido, perdita di interesse per le attività e incapacità di vivere ed esprimere sentimenti. Se dopo previo consulto medico, si decide di sospendere la cura con questa tipologia di medicinale, l’uscita deve essere graduale.
Con la pandemia, come dicevamo, abbiamo assistito a un generale aumento nel consumo di medicinali che alleviano l’ansia. L’offerta si è orientata verso una vasta scelta tra prodotti medicinali e rimedi naturali.
In copertina foto di Wokandapix da Pixabay